Parte il 6 aprile su Rai5 per #StardustMemories il focus sul teatro americano novecentesco,
1218

I più grandi drammaturghi statunitensi del XX secolo incontrano i maggiori interpreti del teatro italiano del secondo Novecento. Per il ciclo “Stardust Memories” – che propone in versione restaurata grandi classici del teatro delle Teche Rai – Rai Cultura trasmette alcuni dei più pregevoli adattamenti di classici del teatro americano del Novecento prodotti dalla Rai tra gli anni ’50 e la fine degli anni ’60. Primo appuntamento in calendario, sabato 6 aprile alle 16.20 su Rai5, è la commedia “Fermenti – Ah, Wilderness!” (1957), composta nel 1933 dal Premio Nobel americano Eugene O’Neill. Ai primi del ‘900 in una cittadina della provincia statunitense si svolge l’educazione sentimentale del diciottenne Riccardo (Luca Ronconi), appassionato lettore di autori romantico-decadenti come Wilde e Swinburne. Sensibile, irrequieto, anticonformista, Riccardo ama scrivere poesie e prose che ricalcano temi e stili dei suoi modelli letterari: una missiva destinata alla amata Mildred (Monica Vitti) viene però intercettata dal padre della ragazza, che fraintende il messaggio nel modo peggiore. La separazione, imposta dal genitore puritano e bigotto, porta il giovane verso la cattiva strada, ma la sua integrità d’animo e il suo amore per l’arte lo salvano dall’errore e lo riavvicinano felicemente alla giovane innamorata. Di Eugene O’Neill, traduzione Laura del Bono, regia Carlo Ludovico Bragaglia con Augusto Mastrantoni, Margherita Bagni, Leonardo Bragaglia, Luca Ronconi, Ernes Zacconi, Gianrico Tedeschi, Monica Vitti, Gabriella B. Andreini, Gianrico Tedeschi, Maresa Gallo, Giovanni Marerassi, Franco Giacobini, Giamberto Marcolin, Marisa Omodei. Tra le altre opere proposte dal ciclo, “Lo zoo di vetro” di Tennesse Williams, realizzato nel 1963, con una magistrale Sarah Ferrati supportata dai giovani Anna Maria Guarnieri e Paolo Graziosi, “Piccola città” di Thornton Wilder – che con questo testo vinse il Premio Pulitzer nel 1938 – proposta in una messa in scena del 1968 nella traduzione di Carlo Fruttero e Franco Lucentini con Mario Carotenuto e Giulia Lazzarini e “Svegliati e canta” di Clifford Odets in una trasposizione scenica per la televisione del 1968 con Giulio Bosetti e Ilaria Occhini e la regia di Daniele D’Anza.