Yann-Loic Lambert e il videomapping narrativo “Records”
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Il francese Yann-Loic Lambert è uno dei due vincitori del subgrants del progetto europeo IAM dedicato al videomapping e alle realtà aumentate applicate ai beni culturali. La commissione ha dichiarato il progetto di Yann-Loic Lambert e di Marko Bolkovic i migliori e quindi hanno concesso agli artisti una residenza nella città di Girona dove avrebbero effettuato il loro videomapping a Casa Pastors. Lambert lavora come progettista video per Groupe F e come videoartista indipendente dopo aver effettuato studi di Musicologia all’Università di Grenoble e aver frequentato un Master specifico su realizzazione audiovisiva e multimediale all’Università della Provenza. Attualmente vive a Marsiglia.

Il mapping proposto ha un carattere poetico e narrativo. A differenza dei mapping che spesso sono proposti nei festival, ricchi di effetti 3D e di interazione video e sonora che richiama alla club culture, il video di Lambert è intanto piuttosto lungo, e ha più le sembianze di un vero e proprio film. Lambert, nel rispetto del luogo, sia come palazzo che come città, usa la superficie per raccontare le memorie dei cittadini. Il succo del mapping sta nelle parole citate alla fine della proiezione tratte da Borges “Noi siamo la nostra memoria, siamo questo museo chimerico di forme incostanti, questo mucchio di specchi rotti.”

Il mapping ha un titolo legato proprio alla memoria “Records” che significa ricordi, souvenir. La cassetta dei ricordi può essere proprio un videomapping che si apre e squaderna davanti agli occhi degli spettatori la magia di quello che la città di Girona, cuore della Catalogna, contiene, di quello che conserva come prezioso. La poeticità del videomapping nasce da questo ingigantire le piccole cose di tutti i giorni, quello di fissare tramonti e pietre della città, da qui anche il progetto di prendere appunti dalle memorie degli abitanti e di raccontarle con stile volutamente naif.  Girona è una delle città più caratteristiche della Catalogna con una storia monumentale di grande pregio. Adagiata sulla valle del fiume Ter, alla confluenza con il Güell, il Galligants e l’Onyar, in una posizione strategica sulla tradizionale via di comunicazione fra la penisola iberica e il continente europeo, mantiene tracce di storia romana. Sulla riva destra dell’Onyar c’è la città vecchia e Casa Pastors è un edificio del XVI secolo appena sotto la cattedrale. Il mapping si anima di suoni, di voci di bambini che giocano, di acque, di rumori di lavoro, ma anche di festa, e le fotografie ci permettono di intravedere abiti e costumi di quaranta, cinquant’anni fa, e quella macchia colorata sulle fotografie in bianco e nero diventa il festone luminoso che si vedeva nelle sale da ballo di una volta. Poi il teatro, le giocolerierie di strada, questa era Girona e in parte è la memoria nel cassetto di tante città che aspettano di essere aperte e mostrare

Lambert ci racconta come ha immaginato il suo mapping realizzato con Amanda Diaz Ubierna, in cui ha usato immagini evocative, 3F, fotografie e veri “reperti” di memoria, portando il formato ad allargarsi a diventare film narrativo, in cui il pubblico in alcuni casi si dimentica anche della grammatica architettonica a cui il mapping è vincolato.

Ho iniziato a lavorare come videomaker e dopo studi universitari mi sono impegnato in questa modalità artistica. Si impara tantissimo in questo campo con la pratica che unisce la proposizione artistica e tecnica. Il titolo del mapping è catalano Records e nasce dall’idea di fare un ritratto sensibile della città. Non è semplice parlare della storia, non quella con una la S maiuscola, ma quella fatta di storie individuali e fare in modo che tutte queste piccole storie aneddotti fabbrichino una storia della città e della sua memoria. Così che comincia questo progetto: Ogni essere umano morirà un giorno, ma sa che i ricordi resteranno qua, nella pietra della città. E quindi ogni pietra ha un suo ricordo particolare, ricordo come souvenir. 

Questo mapping lo abbiamo scritto in due: l’idea era quella di andare a incontrare degli abitanti e quindi siamo venuti qua in residenza in Spagna a Girona per incontrare le persone che ci hanno lasciato storie molto differenti sui vari momenti passati, dell’infanzia, della festa, sul fiume, che è molto importante qua a Girona. Ci hanno lasciato delle storie sull’inondazione che la colpì. Poi ci sono stati racconti buffi come quello delle bare perché quando c’è stata l’esondazione le bare sono state prese dal fiume e trasportate in giro per la città. Ogni persona ci ha lasciato una immagine. A partire dai ricordi che abbiamo potuto collezionare noi abbiamo interpretato, trasformato questi ricordi in immagini. Avevamo già un’idea ma per raccogliere storie e scrivere una sceneggiatura abbiamo impiegato alla fine un mese e mezzo. In precedenza avevo già lavorato su superfici architettoniche, ho già avuto esperienze di proiezioni su palazzi storici. Qua volevo avere una immagine molto raffinata e dettagliata, ero alla ricerca di una forma di realismo. Le immagini sono realiste arrivano da un universo vero, concreto: l’acqua del fiume che sale fino a esondare dagli argini, il realismo dei riflessi dell’acqua e anche la maniera con cui gli oggetti erano trasportati dall’acqua in modo lento”.

(Traduzione di LILIANA IADELUCA-IAM project)