Archivi categoria: videoarte

ONDA VIDEO: 30 ANNI DI FESTIVAL A PISA al cineclub ARSENALE
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ONDAVIDEO 2015 festeggia l’anno internazionale della luce proclamato dalle Nazioni Unite, presentando una selezione delle migliori opere provenienti dalla produzione audiovisiva sperimentale di tutto il mondo legate a questa tematica. Dagli spettacoli naturali delle aurore boreali alle scie luminose dei corpi danzanti, dalle brillanti notti metropolitane alle luci alterate dalle telecamere a infrarossi, dal buio solcato di luce alle ombre disegnate sul terreno, dagli effetti di controluce alle vibrazioni elettroniche passando per la grana della luce cinematografica. La rassegna è un omaggio alla luce in tutte le sue forme: naturale, artificiale, digitale, colorata, agognata, vitale, ispiratrice, attivatrice di relazioni, di visioni, di sguardi e di relazioni

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Martedi 17 novembre, cineclub Arsenale
ore 18:30
Video: Medium senza medium?
Incontro sullo sviluppo delle arti elettroniche nell’epoca delle tecnologie digitali, a partire dal libro omonimo a cura di Valentina Valentini e Cosetta Saba (Bulzoni, Roma 2015).
Con Valentina Valentini, Sandra Lischi, Silvana Vassallo, Andreina Di Brino, Elena Marcheschi, altri autori e critici.
ore 21:00
Video di luce
ONDAVIDEO 2015 Videoopere

LE ALTRE INIZIATIVE
Dipartimento di Civiltà e forme del sapere, Via Trieste 38
Martedi 17 e mercoledì 18 novembre, ore 12:00
“Teleracconti fra teatro e storia” – “Teatro elettronico fra virtualità e performance”. Due incontri con Giacomo Verde, tecnoartista.
Biblioteca SMS, Viale delle Piagge
Mercoledi 18 novembre, ore 17:30
Videoestetiche dell’emergenza. L’immagine della crisi nella sperimentazione audiovisiva
Lo sguardo degli artisti e il mondo. La lettura della crisi planetaria nell’estetica sperimentale dopo i fatti dell’11 settembre 2001. Incontro con Elena Marcheschi, autrice del libro (Kaplan, Torino 2015).

INGRESSO LIBERO

Ideazione e coordinamento dell’edizione 2015: Andreina Di Brino, Sandra Lischi, Elena Marcheschi
http://web.arte.unipi.it/ondavideo

Ondavideo 2015 è sostenuta da Comune di Pisa-Assessorato alla Cultura; Cineclub Arsenale, Pisa; in collaborazione con: INVIDEO, Milano; Corsi di laurea in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione e in Storia e forme delle arti visive, dello spettacolo e dei nuovi media, Università di Pisa

INVIDEO mette in mostra i Passati Futuri La XXV edizione della kermesse a Milano dal 28 ottobre al 1 novembre
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 A Milano è tempo di INVIDEO: la mostra internazionale di video e cinema oltre compie 25 anni e si svolgerà in città dal 28 ottobre al 1 novembre. Un’edizione importante per il festival, organizzato da AIACE Milano e per la direzione artistica di Romano Fattorossi e Sandra Lischi.

 Unica e longeva vetrina italiana interamente dedicata alla video arte e al cinema di avanguardia, INVIDEO sceglie da sempre il meglio della produzione video contemporanea, con particolare attenzione agli autori Under 35 e ai pionieri dell’arte sperimentale. Il risultato di questa ricerca artistica è un fitto programma che condensa in cinque giornate proiezioni, anteprime, incontri con gli autori, master class e approfondimenti tematici.

 La SELEZIONE INTERNAZIONALE – nata dalla visione di oltre mille opere pervenute – si compone di trentasette titoli, metà dei quali proposti in anteprima per l’Italia. Cinque i video italiani.

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Il titolo dell’edizione, elaborato a partire dai video ricevuti, mette in mostra i FUTURI PASSATI/ FUTURE PASTS, a suggellare l’importanza della memoria e della storia per la creazione di nuovi linguaggi. Ecco allora che la Selezione si configura come un sapiente andirivieni, divertito e impegnato allo stesso tempo, fra memorie e tecnologie innovative.

 La XXV edizione ospiterà la prima proiezione mondiale al di fuori della Germania di Berlin East Side Gallery di Karin Kaper e Dirk Szuszies, documentario sul tratto del Muro di Berlino divenuto una galleria d’arte a cielo aperto, e la prima milanese di Da Vinci project di Alain Escalle, elegante e visionaria ricostruzione dell’incanto del Rinascimento.

 In programma anche la prima personale italiana dedicata a Jacques Perconte, artista francese pioniere nell’uso pittorico del digitale che proporrà alcune opere sulla metamorfosi del paesaggio, realizzate ispirandosi alle vibrazioni luminose dell’impressionismo  e trasformate in un puro evolversi di colore grazie alla resa pittorica delle stratificazioni di pixel.

 Si rinnova la sinergia con il Piccolo Teatro che ospiterà nel Chiostro Nina Vinchi l’incontro sull’importanza del teatro come luogo di resistenza. Per l’occasione sarà proposto Nuovo teatro in Kosovo di Anna Maria Monteverdi, il video che ritrae le prove dello spettacolo del 2013 La distruzione della Torre Eiffel di Jenton Neziraji, pièce rivelatasi profetica rispetto ai tragici episodi di Charlie Hebdo dello scorso gennaio.

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Per i 25 anni INVIDEO ha il piacere di ospitare Felice Pesoli, suo cofondatore nel 1990 e condirettore per molti anni, proponendo un estratto in anteprima da Prima che la vita cambi noi, film che sarà presentato alla prossima edizione del Torino Film Festival che racconta le memorie milanesi della seconda metà degli anni ‘60 e ‘70 dei movimenti giovanili beat, hippie e freak con le interviste inedite a Claudio Rocchi e Giorgio Cerquetti.

 Ampio spazio dedicato all’animazione con l’incontro con Cristina Diana Seresini, autrice milanese di fama internazionale; il progetto di laboratori di cinema d’animazione per i giovani pazienti dell’Ospedale di Brescia dal titolo Cartoni animati in corsia a cura di AVISCO con Vincenzo Beschi, Silvia Palermo e Irene Tedeschi; e la proiezione de La ballata dei senzatetto diMonica Manganelli, poetico viaggio in 3D nell’Emilia Romagna devastata dal terremoto del 2012 selezionato per gli Oscar 2016.

 Come di consueto lo IED sarà sede di tre masterclass aperte anche al pubblico e tenute da Cristina Diana Seresini, Monica Manganelli e Alain Escalle.

 Forte della collaborazione con il MFN Milano Film Network, anche quest’anno INVIDEO si rivolge alle scuole, proponendo due appuntamenti (una matinée per le superiori e un laboratorio per bambini) volti ad educare le giovani generazioni al linguaggio audiovisivo. In programma anche un workshop rivolto a docenti, educatori e formatori per acquisire competenze e attivare percorsi di produzione audiovisiva in classe o altri contesti educativi.

INVIDEO sarà inoltre vetrina del film collettivo nato dal workshop di regia Raccontare gli spazi, a cura di Davide Ferrario e realizzato sempre in collaborazione con il MFN, con l’obiettivo di rappresentare i nuovi spazi dell’arte a Milano.

Per tutta la durata del festival lo Spazio Oberdan ospiterà La valigia dei ricordi, installazione interattiva legata al rapporto dei malati di Alzheimer con i loro caregivers: un vero e proprio archivio di ricordi audio e video dei familiari coinvolti nel progetto.

Unico riconoscimento del festival il premio Under 35, assegnato a un giovane autore della Selezione quale incentivo alla creatività: l’opera vincitrice entrerà a far parte dell’archivio internazionale e permanente di INVIDEO, consultabile alla Fabbrica del Vapore (Via Procaccini, 4).

Il catalogo dell’edizione 2015 – a cura di Sandra Lischi ed Elena Marcheschi (Edizioni Mimesis, Milano) – contiene le schede critiche delle opere e degli eventi in italiano e inglese e verrà venduto durante i giorni di INVIDEO allo speciale prezzo di 2,50 euro.

 

INVIDEO aderisce all’AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema) ed è socio fondatore del Milano Film Network.

Tutti gli eventi e le proiezioni sono ad INGRESSO con TESSERA

(Cineteca oppure AIACE 5euro o Milano Film Network 10€, sottoscrivibili nei giorni del festival), salvo differenti indicazioni nelle singole schede degli eventi.

 

INVIDEO è un progetto AIACE con il sostegno di Comune di Milano| Città Metropolitana di Milano, Settore Cultura. INVIDEO è un eventoExpoinCittà, con il patrocinio di Regione Lombardia

 

Si avvale del contributo e della collaborazione di EUNIC Milan| Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura| Istituto Svizzero| Goethe-Institut Mailand| Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano| Forum Austriaco di Cultura a Milano| Institut français Milano| IED Milano| Fabbrica del Vapore| FDVLAB| Fondazione Cineteca Italiana| Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa| Laboratorio Dagad| Ondavideo Pisa| Amici di INVIDEO e inoltre Eurohotel Milano| Pizzeria 40| Ristorante Lucca| Ristorante Rosy e Gabriele | Taxidrivers

MICHELE SAMBIN VideotecaGAM Torino: Mostra e incontro con l’artista
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Nell’ambito del ciclo di incontri e mostre dedicati alla storia del video d’artista italiano tra gli anni Sessanta e Settanta, la Videoteca GAM presenta il lavoro di Michele Sambin Looking for Listening, 1977-2015 e una selezione di suoi disegni e progetti su carta.
Martedì 13 ottobre alle 18:30, in occasione dell’inaugurazione del nuovo appuntamento, Elena Volpato, curatrice della VideotecaGAM, incontra presso la Sala Uno del museo l’artista insieme a Lisa Parolo, curatrice dell’Archivio Sambin e co-curatrice di una recente monografia a lui dedicata. Sarà l’occasione per ripercorrere gli aspetti salienti di un impegno artistico che vide Sambin collaborare con tutti i principali centri italiani di ricerca del video ai suoi esordi: la Galleria del Cavallino di Venezia, il Centro Videoarte di Ferrara e Art/tapes /22 di Firenze.

Michele Sambin rappresenta un unicum nel panorama italiano. È uno dei rari artisti che avvicinarono il linguaggio video partendo da una conoscenza tecnica dello strumento. Tale conoscenza, unita alla formazione musicale, gli ha permesso di lavorare con le immagini in movimento sviluppandone a pieno l’aspetto sonoro e temporale, fino a ideare il video-loop: la fusione di due apparecchiature di riproduzione e registrazione video che, con una telecamera collegata in circuito chiuso, è in grado di creare complesse sovrapposizioni visive. Immagini separate da qualche manciata di secondi si trovano orchestrate sullo schermo in un unico presente stratificato, dove il soggetto, autore e performer, dialoga con se stesso attraverso il tempo, scindendosi nelle possibilità di molteplici voci, tutte compresenti.
Looking for Listening, 1977-2015, è una videoinstallazione composta da tre monitor, il terzo dei quali mostra Michele Sambin che suona e improvvisa nel 2015, rispondendo ai video trasmessi dagli altri due monitor dove vediamo lo stesso artista, poco meno di quarant’anni prima, eseguire pezzi musicali e vocali davanti alla telecamera.

La mostra resterà visibile in VideotecaGAM fino al 13 dicembre.

Didascalia immagine:
Looking for listening (1977-2015)
per voce, sax, cello e telecamera
1977- Produzione ASAC La Biennale di Venezia – commissionata da Mariagloria Bicocchi
2015 – Versione installativa dal reenactment della performance
Tenutasi il 2 ottobre 2015 (galleria De’ Foscherari – Bologna)

Orario:
Dal martedì alla domenica  10:00 -19:30
Ingresso gratuito. Non occorre appuntamento.

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31
10128 Torino
tel. + 39 0114429518
www.gamtorino.it

I’M MUSEUM: le maschere di Sartori diventano installazioni interattive ad Arquà Petrarca 1,2,3 maggio
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Nei giorni 1,2,3 maggio 2015 la città di Arquà Petrarca ospiterà tre eventi culturali dedicati all’arte:

– 1-2-3 MAGGIO – ESPOSIZIONE ARTISTICA All’interno dell’Oratorio della Santissima Trinità di Arquà Petrarca ci sarà l’esposizione dei risultati del workshop di digital art “Immagini Gestuali”, curato dall’artista Martìn Romeo (direttore artistico dell’Associazione Toolkit di Venezia). I partecipanti al workshop, svoltosi nei giorni 10-11-12 aprile presso gli spazi del Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori di Abano Terme, hanno prodotto tre installazioni interattive utilizzando come oggetto d’indagine la maschera, protagonista indiscusso del Museo Sartori.
Orari:
Venerdì 1 maggio 16.00 – 18.30
Sabato 2 maggio 10.00 – 12.30 ; 16.00 – 18.30
Domenica 3 maggio 10.00 – 12.30 ; 16.00 – 18.30

– SABATO 2 MAGGIO, ore 21.30 – INCONTRO SUL MASCHERAMENTO URBANO
Donato Sartori, artista, scultore e direttore del Centro Maschere e Strutture Gestuali di Abano Terme insieme a Paola Piizzi, direttrice del Museo della Maschera Internazionale Amleto e Donato Sartori, terranno un incontro sul Mascheramento Urbano.

– SABATO 2 MAGGIO, ore 22.00 – CHROMA || Performance di danza interattiva
L’artista Martìn Romeo e la ballerina e coreografa Cristine Sonia Baraga si esibiranno in uno spettacolo di musica, luci e danza interattiva.

Le iniziative fanno parte del progetto I’M MUSEUM (vincitore del bando Culturalmente 2014) ideato e curato dal gruppo I’M A.R.T. dell’Associazione Culturale Khorakhanè.
I’M MUSEUM ha l’obiettivo di creare connessioni tra gli spazi pubblici e privati deputati all’arte, coinvolgendo la cittadinanza e il territorio attraverso la partecipazione di artisti e studenti.
L’iniziativa vuole promuovere l’arte e la cultura ed è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell’ambito del bando Culturalmente 2014; è patrocinata da: Regione Veneto, Provincia di Padova, Comune di Abano Terme, Comune di Arquà Petrarca, Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, Associazione GAI.
Partner del progetto: Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori e Associazione Toolkit Festival.

Per informazioni sugli eventi in programma:
www.khorakhanet.it
khorakhanet.art@gmail.com

VideoBeckett
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canale BECKETT on VIDEO

http://www.youtube.com/view_play_list?p=2F1EB47BE5F974E9

MONUMENT(1990) di WILLIAM KENTRIDGE ispirato a CATASTROPHE

di Beckett (1982).

MAMET

BREATH di Damien Hirtsch ispirato a BREATH di Beckett

Breath di NIKOS NAVRIDIS installazione video

NOT I (1972) regia televisiva di Samuel Beckett con Billie Whitelaw

Matilde de Feo: NON IO (2005).

Play (Commedia) da Samuel Beckett, per Beckett on FIlm (parte 1)

Play part 2.

Come and Go (Va e vieni) da Beckett on film.

QUAD; regia televisiva di Samuel Beckett.

QUAD remediated….by Japan

Quad in BUToH

QUad remediated in SPain

Spettacolo tecnologico ispirato a Waiting for Godot diretto da ALexander Arotin

Da ACt without words (part 1)

part 2

Animazione da Atto senza parole:

HELLO, di Tony OUrsler

httpv://www.medienkunstnetz.de/works/hello/video/1/

EH JOE (regia televisiva del 1965)

Animazione basata su L’Innominabile

Christian Boustani e la pittura nel video
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Christian Boustani e la pittura nel video
Di Sabina Caponi su My media

Incontro con un autore che ha fatto del rapporto tra pittura e video una delle costanti del suo lavoro
A Videopitture edizione 2003 di Ondavideo, manifestazione che si svolge a Pisa dedicata alle nuove tecnologie dell’immagine e del suono legate al campo della sperimentazione (sostenuta dal Comune, dalla Provincia e in collaborazione con il Dipartimento di Storia delle Arti dell’Università di Pisa), ha partecipato anche Christian Boustani, celebre autore video francese conosciuto a livello internazionale. Durante le due giornate a lui dedicate (l’8 maggio presso il Cineclub Arsenale e il 9 al Dipartimento di Storia delle Arti dell’Università), l’artista ha tenuto una conferenza e ha presentato i suoi lavori recenti e non: una ghiottissima occasione per scoprire i segreti della realizzazione di video che sono riusciti a creare un collegamento tra le nuove tecnologie e le arti classiche, come la pittura e l’architettura.
Boustani da sempre si è interessato alle possibili relazioni tra video, arte e cinema; partito dalla grafica e dal fumetto con Jean Teulé, alchimiste de l’image (1983), ha indirizzato la sua ricerca verso la pittura contemporanea (Chriqui, Bacon, Picasso e Pollock) realizzando i videoEsquisses (1988) e Figures (1986), per poi arrivare allo studio della pittura medievale. In occasione dell’incontro pisano è stato possibile rivedere le prime due parti della trilogia delle Cités Antérieures: Siena (1992) e Brugge(1995), a cui presto si aggiungerà una personalissima raffigurazione di Toledo, visioni di città trompe-l’oeil, nelle quali le riprese dal vero vengono accostate a particolari estratti da dipinti così da creare un universo nuovo, dove la pittura conviva con la realtà.
Le città della memoria
Cités Antérieures: Siena è il ritratto della città a partire dal Palio, l’unico momento in cui le antiche passioni e l’appartenenza ad un gruppo riemergono dal passato: la folla in delirio, gli antichi monumenti e le vie anonime sono la scenografia naturale in cui ha luogo la lunga serie di inquadrature composte.

Un frame da "Cités Antérieures: Siena"

Siena, primo capitolo della trilogia, risente dell’approccio diretto e sperimentale alla pittura, che compare in tutta la sua evidenza statica e corposa al tempo stesso; gli estratti pittorici riguardano sia particolari architettonici che dettagli figurativi di corpi e volti: archi, finestre, terrazzi, tetti… come pure volti, busti e figure intere sono accostati a riprese dalla realtà, in raffigurazioni che riescono ancora a comunicare una prospettiva plausibile. Il principio di integrazione dell’iconografia nell’immagine reale è stato il compositing, la giustapposizione di diverse immagini seguita da una ricomposizione ottenuta con sofisticati elaboratori, ma realizzabile oggi anche con Photoshop e AfterEffects; l’unico elaboratore digitale al tempo fu Harry (sviluppato dalla Quantel), e in Siena compaiono al massimo sette, otto fonti diverse.
L’approccio alla pittura e all’evoluzione delle tecnologie sono stati paralleli e progressivi; infatti il video successivo, Cités Antérieures: Brugge, dall’impianto prettamente narrativo, ha utilizzato la pittura in modo allusivo; oltre a esigue citazioni per ricostruire la scena, tra l’altro mimetizzate da movimenti di macchina con i quali gli inserti pittorici scorrono sul fondale come il resto degli edifici reali, Boustani ha preferito utilizzare riferimenti a pittori e a opere specifiche, riproponendo nella realtà tridimensionale i soggetti: così, ad esempio, lo specchio e la disposizione dei protagonisti nel ritratto dei coniugi Arnolfini appaiono nello studio dell’artista. Nella “finzione” di Boustani il pittore fiammingoJan van Eyck, immerso in un clima sospeso, è alla ricerca di una tecnica pittorica nuova che dia maggior color e lucentezza, mentre la città è investita da continui mutamenti cimatici e stagionali, premonizione di calamità future; solo alla fine giungerà alla scoperta della pittura ad olio che donerà calore e luce al paesaggio.

Un frame da "Cités Antérieures: Brugge"

Anche in questo caso l’artista ha operato grazie alcompositing, ma i mezzi utilizzati sono stati decisamente diversi: i piani complessi, come la carrellata del porto, sono stati realizzati con Flame (software concepito dalla Discret Logic), mentre le altre inquadrature sono state realizzate conHenry, elaboratore dalle grandi capacità; ciò ha permesso di riprendere singolarmente vari elementi del paesaggio che poi sono stati ricomposti, tra cui anche i personaggi ripresi su uno sfondo blu-screen prima di esser integrati (l’inquadratura del porto, la più complessa, conta 200 inserti diversi.
Il procedimento utilizzato da Boustani è risultato ancor più chiaro quando all’Università di Pisa ha mostrato gli illuminantimaking of dei video, dove è stato possibile seguire le fasi realizzative delle inquadrature più complesse.

Il frame del porto da "Cités Antérieures: Brugge"

Le commissioni
Ad un pubblico numerosissimo ed attento sono stati mostrati anche gli ultimi lavori realizzati su commissione. A viagem(1998), creato per il padiglione del Portogallo all’interno dell’Esposizione Universale di Lisbona, è il racconto della prima spedizione portoghese che giunse presso il popolo giapponese nel 1543, sviluppato anche attraverso la ripresa degli antichi paraventi dipinti con cui gli artisti orientali dell’epoca illustrarono l’incontro.

Un frame da "A Viagem"

Un video che mostra uno sviluppo tecnologico e creativo: oltre a riprendere il blu-screen e il compositing, è sicuramente più vicino al cinema d’animazione per l’importanza assunta dalla computer grafica: i limiti che fino ad ora intrappolavano le immagini vicino alla dimensione statica della pittura non esistono più.
La trama narrativa che caratterizza sempre più le opere diBoustani si ritrova anche nei successivi lavori: lo spettacolo panoramico La traversée du vent (2000) e l’installazionePermis de costruire (2000), dei quali è stato possibile vedere alcuni estratti.

Un frame da "La traverséè du vent"

Il primo lavoro, realizzato per far immergere il visitatore nella storia di un centro culturale, ha preceduto delle installazioni creando un ambiente sonoro e un dispositivo scenico multi-schermo per la proiezione di immagini; quest’ultimo è stato realizzato da Boustani: la storia di alcuni saltimbanchi si volge in tragedia all’arrivo della guerra, della carestia e della peste.

Un frame da "Permis de costruire"

L’installazione audiovisiva Permis de costruire è una riflessione sul tema della casa come territorio fisico, mentale e immaginario: le vibrazioni del corpo danzante dei ballerini vengono trasmesse nell’universo dell’abitazione, una dimensione domestica ambigua all’interno della quale il pubblico deambula e crea i propri percorsi attraverso pareti traslucide o opache, schermi, specchi e fonti sonore più o meno familiari.
Il pubblico entusiasta delle opere proiettate e dell’incontro con l’autore ha chiaramente recepito come in Boustani la relazione con le arti classiche sia in divenire e il percorso creativo si stia trasformando; con ansia aspetteremo la terza parte delle Cités antérieures, Toledo, che, come ha anticipato l’artista, sarà un lungometraggio di finzione, con attori e dialoghi e l’uso, naturalmente, di effetti digitali.

LINK A VIDEO_PITTURA: EVE RAMBOZ E CHRISTIANE BOUSTANI

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CHRISTIAN BOUSTANI

 

video: cites anterieures_siena

showreel/demo

documentaz Boustani:

EVE RAMBOZ

ANIMAZIONE grafica DA BOSCH.

Bill Viola, link a video in rete
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BIOGRAFIA

http://www.mediaartnet.org/artist/viola/biography/

The reflecting pool

Ancient days (1976)

From I do not know what i am like

Déserts (musica Edgar Varèse), 1994

(part 1)

Scheda di The greeting” (1995)

http://www.mediaartnet.org/works/the-greeting/

from The greeting

Il Quintetto “stupito”

(The quintet of the astonished, 2000 )

Silent Mountain (2001)

Observance (2002)

Emergence

The making of Emergence (2003)

Transfiguration 2007

Gary Hill, Depth Charge, Opening February 26, Galleria Lia Rumma (Mi)
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La Galleria Lia Rumma via Stilicome 19 Milano ospita dal 26 febbraio alle 19 la terza personale italiana di Gary Hill, dal titolo Depth Charge. Dopo le personali del 1996 e del 1999, presentate rispettivamente a Napoli e a Milano, nella prima sede di Via Solferino, l’artista californiano esporrà sui tre piani della galleria due lavori recenti: Klein Bottle, Pacifier e  quattro lavori storici: Depth Charge, Isolation Tank, Learning Curve and Sine Wave.

Noto per l’utilizzo del video “come la forma di espressione più vicina al pensiero”, Gary Hill (Santa Monica, California, 1951), incentra la sua ricerca sulle relazioni tra codice verbale e immagini elettroniche e digitali.
Il suo lavoro indaga infatti le modalità di percezione, la diversità dei linguaggi (parlato, scritto e gestuale) e le dinamiche scaturite dalla combinazione di elementi visivi e sonori generati elettronicamente.
Dalla metà degli Anni ’70 realizza video e video-installazioni, complesse e spesso scenografiche, in grado di coinvolgere attivamente lo spettatore.
I sei lavori, intorno ai quali Hill ha costruito la sua terza personale da Lia Rumma, sono chiaramente esplicativi della sua rigorosa ricerca artistica e della varietà dei processi di elaborazione.
In Depth Charge (2009-2012), che dà anche il titolo alla mostra, Gary Hill combina due precedenti opere: la proiezione è infatti un riferimento a Varèse 360, in cui la composizione, Un Grand Sommeil Noir (1906) di Edgard Varèse, è interpretata dal musicista/compositore Bill Frisell alla chitarra elettrica, mentre i cinque monitor a terra ripropongono l’opera The Psychedelic Gedankenexperiment, nella quale l’artista indaga le alterazioni psichiche dovute all’assunzione di dietilamide dell’acido lisergico (LSD).
La presenza stessa dell’artista e della sua voce, frequente nel suo lavoro, crea uno stato di sospensione e invita il visitatore a un ascolto e a una visione attenta dell’opera, come accade in Sine Wave (2011) e in Isolation Tank (2010-2011), dove un video interamente creato dal computer e il suono generato da un sintetizzatore danno vita a un’opera di forte impatto.
Learning Curve (1993) è invece un omaggio al surf e alla relazione conoscitiva tra prassi e teoria. In quest’opera lo spettatore, seduto su una sedia da scuola all’estremità di un lungo tavolo di 5 metri leggermente inclinato e costruito prospetticamente proprio per enfatizzarne la distanza, è invitato a fissare un monitor di 5 pollici che mostra un’onda perfetta, inseguita dai surfisti per tutta la vita.

Gary Hill (1951, Santa Monica, CA). I suoi lavori sono stati presentati in musei e istituzioni di tutto il mondo,  alla Foundation Cartier pour l’art contemporain, Paris; San Francisco Museum of Modern Art; Centre Georges Pompidou, Paris; Guggenheim Museum SoHo, New York; Museum für Gegenwartskunst, Basel; Museu d’Art Contemporani, Barcelona; Kunstmuseum Wolfsburg e altre ancora. I progetti su commissione comprendono opere per il Science Museum di Londra e la Seattle Central Public Library di Seattle, Washington, ed una installazione e una performance rispettivamente al Colosseo e al Tempio di Venere a Roma. Hill ha inoltre ricevuto borse di studio dal National Endowment for the Arts e dalle Fondazioni Rockefeller e Guggenheim, oltre a numerosi premi ed onorificenze, come il Leone d’Oro per la Scultura alla Biennale di Venezia (1995), il John D. and Catherine T. MacArthur Foundation Fellowship Award (1998), il Kurt-Schwitters-Preis (2000), ed un dottorato ad honorem dall’Academy of Fine Arts di Poznan, in Polonia (2005) , e dal Cornish College of the Arts di Seattle, WA (2011).

 

Galleria Lia Rumma is pleased to announce Depth Charge, the third solo exhibition in Italy of works by Gary Hill, opening on Thursday, 26 February 2015.

After the exhibitions of 1996 in Naples and of 1999 in the former premises in Via Solferino in Milan, the Californian artist is back with two recent works: Klein Bottle and Pacifier, and four historic creations: Depth Charge, Isolation Tank, Learning Curve and Sine Wave.
Known for his use of video “as the form of expression closest to thought”, Gary Hill (Santa Monica, California, 1951) focuses his artistic research on the relationship between verbal codes and electronic and digital images.
In his work, he investigates the processes of perception, the diversity of spoken, written and gestural languages, and the dynamics brought into play by combining visual elements and electronically generated sounds.
Since the mid-1970s he has been creating complex and often spectacular videos and video installations, which involve the viewer on a personal, active level.
The six works around which Hill has constructed his third solo exhibition at Lia Rumma’s clearly reveal his meticulous artistic research and the variety of processes it involves.
In Depth Charge (2009-2012), the work that gives the exhibition its title, Gary Hill combines two previous works, for the screening is actually a reference to Varèse 360, in which the composition –Un Grand Sommeil Noir (1906) by Edgard Varèse – is interpreted by the musician/composer Bill Frisell on the electric guitar, while five monitors on the ground play The Psychedelic Gedankenexperiment, in which the artist investigates the psychic alterations brought about by lysergic acid diethylamide, or LSD.
The very presence of the artist and his voice, which is often a part of his works, creates a state of quiescence, inviting the viewer to watch and to listen to the work with great care. This can also be seen in Sine Wave (2011) and Isolation Tank (2010-2011), in which an entirely computer-generated video with synthesised sound creates a work of huge impact.
Learning Curve (1993), on the other hand, is a tribute to surfing and to the cognitive relationship between theory and practice. In this work, the viewer is seated on a school chair at the end of a slightly tilted five-metre-long table made in perspective in order to emphasise its length, and asked to focus on a 5-inch monitor that shows a perfect wave, followed endlessly by surfers.

Gary Hill (b. 1951, Santa Monica, CA) Exhibitions of his work have been presented at museums and institutions worldwide, including solo exhibitions at the Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris; San Francisco Museum of Modern Art; Centre Georges Pompidou, Paris; Guggenheim Museum SoHo, New York; Museum für Gegenwartskunst, Basel; Museu d’Art Contemporani, Barcelona; and Kunstmuseum Wolfsburg, among others.  Commissioned projects include works for the Science Museum in London and the Seattle Central Public Library in Seattle, Washington, and an installation and performance work for the Coliseum and Temple of Venus and Rome in Italy.  Hill has received fellowships from the National Endowment for the Arts and the Rockefeller and Guggenheim Foundations, and has been the recipient of numerous awards and honors, most notably the Leone d’Oro Prize for Sculpture at the Venice Biennale (1995), a John D. and Catherine T. MacArthur Foundation Fellowship Award (1998), the Kurt-Schwitters-Preis (2000), and honorary doctorates from The Academy of Fine Arts Poznan, Poland (2005) and Cornish College of the Arts, Seattle, WA (2011).

 

Matilde De Feo vince il premio di videoarte Tonino d ‘Erme con “Il mio corpo a maggio”
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Matilde De Feo videoartista e performer ha vinto con “Il mio corpo a maggio” il premio Tonino D’Erme a Latina. L’opera è un breve documentario sul corpo, nato all’interno di un ciclo di incontri diretti dal documentarista Silvano Agosti. La natura concettuale del lavoro nasce dalla sostanza videoperformativa; nessun effetto di postproduzione è stato applicato, il movimento di petali e foglie nasce dalla pressione naturale dei fiori sul corpo.
“Tra un milione di anni, trovando questo tuo film, ci sarà un clone standard che cercherà di riprodurre l’anatomia del tuo corpo. Ogni traccia che noi lasciamo è un ipotetica e fondamentale strada per far rinascere la nostra persona”. Roma, L’azzurro Scipioni
Link al video https://vimeo.com/85646131

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Così Matilde De Feo racconta il suo lavoro video:
E’ un lavoro di provocazione ma anche simbolico, personale. Nel 2012 nasce il soggetto del documentario sulla scrittura privata che sto attualmente montando e cercavo un modello, vengo a sapere, dopo poco dalla mia ricerca, che Silvano Agosti selezionava persone per un laboratorio di un mese nel suo cinema al centro di Roma.
Era esattamente quello che cercando…qualche volta succede!
Silvano ha un modo di lavorare molto particolare, assolutamente unico, ogni settimana ci dava da realizzare un video di un minuto con un tema: l’identità, le sei domande fondamentali sull’esistenza, il corpo.
In quell’occasione sono nati pertanto due lavori di un minuto, realizzati sui codici espressivi e liberatori elaborati assieme nel contesto delle lezioni.
“Il mio corpo a Maggio” è il documentario di un minuto sul corpo; l’incontro con un maestro e il superamento di una soglia, per me.



Matilde De Feo è interprete, regista, operatrice culturale. Si è laureata in regia, con una tesi in teatro e tecnologie, al Dams di Romatre.
Si è diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli, E’ titolare dal 2003 del progetto mald’è che mette in relazione le arti visive a quelle sceniche, e con cui ha realizzato una serie di lavori a cavallo tra cinema, videoteatro, installazione interattive e spettacoli multimediali, presente in festival nazionali e internazionali.