Imaginarium si veste di…Verdi! A Pisa Il Teatro Verdi lancia una campagna creativa molto originale per i 150 anni di fondazione.
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Si chiama IMAGINARIUM la società creativa di comunicazione, grafica, marketing e pubblicità di Francesca Pasquinucci, toscana anzi viareggina doc, che insieme con Davide Giannoni, musicista e videoartista formano un piccolo ma rumoroso team di pop-creativi. Che fanno straordinarie campagne per artisti, per concerti, per eventi e seguono i contenuti social di molti teatri con idee travolgenti. Basti pensare a quel mondo di animazioni e di grafiche del concerto di Max Gazzè: le scenografie giganti de tour by Imaginarium facevano bella mostra di sé nientemeno che nel salotto di Fabio Fabio nel sabato sera TV.

E se avete visto Aretha Franklin pop sulle magliette di Giorgia, beh si! Le hanno fatte loro! Per questo il Teatro Verdi, dopo il Giglio di Lucca, e Genova li ha chiamati a promuovere la stagione di prosa e di lirica che quest’anno compie 150 anni! E dopo Verdi superstar, Imaginarium si è mossa alla ricerca di Pia de’ Tolomei in un video social a puntate che porterà al debutto in scena dell’opera al VERDI di PISA il 14 e il 15 Ottobre, con la regia di Andrea Cigni e la direzione di Christopher Franklin , alla ricerca di un pubblico in cerca di avventure visive, di sollecitazioni non solo classiche della musica-

Abbiamo intervistato Francesca Pasquinucci che si è laureata sugli allestimenti scenografici dei concerti rock e ora firma da autrice, grafiche stampe e quadri. Se date un’occhiata al suo portfolio non farete a meno di chiederle un vostro ritratto “pop-izzato”….

  1. Imaginarium si veste di Verdi, che cosa succede?

Succede una cosa bellissima: il nostro Studio creativo si occuperà della comunicazione social di tutta la stagione lirica del Teatro Verdi di Pisa, un teatro grande e vivace, con produzioni di alto livello e soprattutto aperto a tutti. Inoltre quest’anno il Teatro Verdi compie 150 anni e siamo stati chiamati ad occuparci di un progetto grafico dedicato a questa festa speciale, che coinvolgesse il pubblico sui social.

  1. Verdi pop star con grafiche colorate e animazioni… Come avete lavorato sul progetto di comunicazione?

La responsabile della comunicazione del Teatro Verdi e il suo direttore artistico, responsabile per le attività musicali, ci hanno lasciato uno spazio molto ampio di azione, dandoci la possibilità di dare vita ad un progetto visivo on line che mettesse insieme il disegno tradizionale con quello digitale, mischiandolo con la fotografia e l’animazione.

Accanto al nostro lavoro di narrazione dei backstage degli allestimenti, in linea con l’obiettivo principale del nostro Studio, abbiamo cucito addosso al concerto di gala per i 150 anni e alle opere liriche una “comunicazione d’arte”, cioé una serie di grafiche coordinate e di serie video che non solo comunicassero la presenza dello spettacolo in una determinata data, ma lo facessero attraverso contenuti con letture a più livelli legati ovviamente a trame e personaggi, e appunto attraverso l’utilizzo di più tecniche artistiche. D’altra parte, fortunatamente, le piattaforme social ci permettono di farlo dandoci la possibilità di lavorare sia con grafiche statiche, che con foto e video, e noi cerchiamo di sfruttarle in questo senso, sviluppando una comunicazione “viva” in continuo aggiornamento e con uno stimolo fisso al gioco sulle trame dei libretti, sulla vita dei personaggi e sugli intenti dei compositori. E’ un modo per approfondire e per arrivare all’opera preparati e incuriositi. A volte lo facciamo partendo da locandine già impostate, iniziamo ad ideare completamente da zero.

Per i festeggiamenti dei 150 anni del teatro, ad esempio, abbiamo voluto realizzare un’immagine piena di vita, che desse proprio la sensazione di una festa incredibile. Abbiamo disegnato delle versioni super pop di quattro mitici personaggi che sono stati importanti per la storia del Verdi di Pisa, proprio perché su quel palco sono stati protagonisti di opere, concerti e piece: Maria Callas, Luciano Pavarotti, Carmelo Bene e Titta Ruffo. Accanto, ovviamente, alla figura di Giuseppe Verdi.

Dalla grafica statica di questi cinque personaggi (utilizzata ad esempio per la copertina di facebook e twitter), realizzati con un misto di disegno a mano, disegno digitale e collage, siamo passati allo sviluppo di gif animate, amatissime dal pubblico che le ha condivise suoi profili personali, dando vita ad un tam tam comunicativo seguito dall’hashtag #VIVITEATROVERDI.

 

  1. Avete lavorato con Max Gazzè e avete individuato uno stile pop che funziona, come avete deciso la linea di stile per il Verdi?

Sono stati due modi di agire ben diversi. Max ha amato da subito un progetto di illustrazione che avevamo realizzato molti anni fa, intitolato Giramondo, che raccontava un percorso, un po’ psichedelico, di un poeta viaggiatore tra culture e sogni.

Nel momento in cui ha terminato la scrittura di ALCHEMAYA, la sua opera sintonica, ha individuato in quel progetto gli stessi spunti onirici ed esoterico – mistici che caratterizzavano alcuni concetti del suo lavoro. Così ci ha chiesto di fare parte di questo progetto incredibile e di aiutarlo a mettere questa nostra visione pop e sognatrice al servizio della comunicazione di Alchemaya, dando vita ad una lettura più semplice e diretta del libretto per un pubblico composto da adulti e bambini, di uno spettacolo molto difficile nei suoi contenuti.

 

In teatro invece dobbiamo avere idee diverse per ogni singola opera all’interno della stagione. L’obiettivo primario è appunto quello di arrivare ad un pubblico sempre più ampio, vendere biglietti e far capire che il teatro è un posto che tutti possono vivere.

La parola “pop” in questo caso deve accostarsi il più possibile al concetto di “popolare”, e deve essere un filo che lega cultura teatrale alle persone. I contenuti che dobbiamo creare devono essere quindi moderni e d’impatto, pieni di vita e a volte spregiudicati, ma eleganti allo stesso tempo. Devono far capire che bisogna venire a vedere il teatro perché è qualcosa di assolutamente vivo nel nostro tempo, e non un posto di esecuzione di cose vecchie.

Per ogni opera dobbiamo trovare un’idea diversa, dobbiamo giocare con le varie tecniche e capire quale può essere la più utile ed esteticamente forte che ci possa aiutare a fare questo.

  1. Ci sono dei video, racconti a puntate, animazioni… Questo porterà il pubblico giovane a teatro?

E’ quello che vogliamo! 🙂 La creatività al servizio della comunicazione è una sfida grandissima. Noi aggiungiamo a questa la passione per il teatro e la musica. E’ ovvio che il teatro, nel senso ampio del termine, ha assolutamente bisogno delle nuove generazioni di pubblico, sia per avere nuovi spettatori paganti ma allo stesso tempo per portare avanti la cultura del teatro stesso, della prosa, dell’opera e della danza. La tradizione deve avere nuove letture e deve essere portata avanti da chi vive questo tempo.

Che piacciano o meno, i social sono lo strumento per arrivare ai giovani nella miglior maniera e nel minor tempo possibile. Ma non è tutto così semplice: non basta fare un post su Facebook con una locandina di uno spettacolo, o dire che ci sono degli biglietti scontati per gli under 30! Comunicare ai giovani sui social vuol dire utilizzare il loro linguaggio sui social, capire le loro dinamiche di scambio di messaggi ed immagini. Per questo noi passiamo tantissimo tempo a studiare come si evolve giorno per giorno la dinamica di un social pensando ai giovani, sperando di captare le loro passioni e le loro esperienze, tentando di metterle in linea con quello che succede all’interno del palcoscenico.

 

Per il debutto di PIA DE’ TOLOMEI, in scena in il 14 e il 15 Ottobre, con la regia di Andrea Cigni e la direzione di Christopher Franklin, abbiamo realizzato un documentario social a puntate, intitolato PIA TOUR, per raccontare la storia e i luoghi di questo personaggio toscano ormai entrato nella leggenda. Il M°Stefano Vizioli, direttore artistico della stagione lirica, ha impugnato una Go Pro, e come uno YouTuber esperto ci trascina in un itinerario avventuroso sulle tracce di Pia, tra Siena e la Maremma, in cinque puntate pensate per un pubblico on line, assolutamente eterogeneo, con un linguaggio semplice e divertito ma ricchissimo di contenuti storici.

Stessa logica è stata usata per la serie VERDISTORY, un vero e proprio viaggio nei luoghi conosciuti e segreti del Teatro Verdi di Pisa, insieme a Piero Merli, memoria storica di queste stanze.

Siamo contentissimi dei risultati che abbiamo ottenuto in questi due anni di lavoro al Verdi, perché passo dopo passo è aumentato il numero di ragazzi presenti alle opere della stagione, che interagiscono attivamente con i nostri social.

http://imaginariumcreativestudio.com/