Leggiamo leggiamo, altrimenti siamo perduti. I libri che salvo in un 2021 da buttare (1a parte).
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Danziamo danziamo altrimenti siamo perduti, diceva Pina Bausch. Ma in questo 2021 c’è stato ben poco da danzare, considerata la catastrofe del settore delle performing arts e il tracollo subìto tra aperture, semichiusure, pubblico contingentato, presente con prenotazioni e distanziato, collegato in streaming. Se non posso parlare di teatro, considerati i numerosi biglietti che ho dovuto strappare causa timori di quarantene, contagi della compagnia e lock down imprevisti all’estero (=Austria), parlerò almeno dei libri che sono usciti in questo 2021. Che ho salvato dal rogo di un anno che preferisco dimenticare. Ecco i primi:

Andrea Balzola, Edu-Action. 70 tesi su come e perché cambiare i modelli educativi nell’era digitale, Meltemi.

Come scrive nell’Introduzione l’Autore, lo studioso di media Andrea Balzola, il libro EDU-ACTION, concepito prima della pandemia, si è arricchito delle tematiche e delle problematiche inerenti la mancanza di aggiornamento tecnologico dei formatori e delle assenze strutturali in materia di digitale delle Istituzioni scolastiche e accademiche, evidenziate proprio in epoca di lock down. Andrea Balzola, che non è decisamente nuovo a libri dedicati alle tecnologie (L’arte fuori di sé, Arte e media, Le Arti multimediali digitali, La scena tecnologica), si interroga in questo importante volume che ha anche un bel titolo (Educ’Action, un’educazione che agisce, che è coinvolta) su quelli che sono i punti fondamentali per la nascita di una Nuova Scuola che si avvalga, non solo in tempo di emergenza sanitaria, delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali e della rete, e dai nuovi paradigmi informativi e relazionali che l’adozione di queste implicano. Un libro fondamentale che nasce per riflettere su una formazione che deve essere sempre più votata a un uso consapevole, socializzante ed etico dei media e non a un suo adattamento passivo da parte del soggetto. Un uso assolutamente divergente da quello proposto dall’imperante consumismo tecnologico. Per un approfondimento suggeriamo l’interessante talk delll’Autore per Connecting Cultures

Andrea Balzola è autore multimediale, teorico e docente di New Media. Negli anni Ottanta svolge ricerche per il CNR ed è nominato Cultore della materia in Storia del cinema nelle università di Torino e di Roma. Tiene corsi di formazione per insegnanti per le Regioni Piemonte e Toscana e nelle università di Firenze e di Palermo. All’inizio degli anni Novanta ottiene la cattedra di Teoria e metodo dei mass media all’Accademia di Belle Arti, insegnando a Torino, a Carrara e a Brera-Milano, dove progetta e coordina i nuovi corsi sperimentali di Linguaggi multimediali.
Nell’ambito di media, arte e spettacolo, pubblica articoli per molte riviste e importanti testi monografici, tra i quali: Le arti multimediali digitali (con A.M. Monteverdi, 2004); L’arte fuori di sé (con P. Rosa, 2011); La scena tecnologica (2011). Sui temi del rinnovamento educativo, collabora con le riviste universitarie “Mediascapes Journal”, “HiArt”, “Historia Magistra”, “Connessioni remote” e “Alfabeta2”.

Andrea Pinotti, Alla soglia dell’immagine. Da Narciso alla Realtà Virtuale, Einaudi.

Ad Andrea Pinotti dobbiamo non solo l’ingresso in Italia degli studi estetici sull’immagine e sulla cosidetta “visual culture” grazie al libro seminale scritto con Antonio Somaini (2016) che si apriva al territorio dell’esperienza audiovisiva, ma anche la teorizzazione recente delle immagini an-icon (letteralmente: immagini che negano se stesse) relative al campo della Realtà Virtuale. Attraverso l’esperienza di “scorniciamento, immediatezza e presenza” noi ci adentriamo nel territorio del virtuale, un territorio che “satura” il nostro campo visivo, che ci fa perdere le coordinate spaziali e ci cala “dentro l’immagine” senza la possibilità di un fuori campo al punto da rendere l’immagine non più tale ma “ambiente”, distanziandoci paradossalmente proprio dal nostro corpo. L’Anicologia apre nuove riflessioni filosofiche, partendo dalla tendenza allo scorniciamento di certa arte contemporanea (dalla pittura al cinema alla performance) al senso di presentness/immediatezza indotto dai new media: ci appare solo un po’ strano non vedere dedicato all’interattività neanche un paragrafo e non vedere applicata questa teoria a molte delle performance tecnologiche immersive e virtuali contemporanee (per esempio quelle di Konic e del gruppo belga Crew). An-Icon è un progetto internazionale Erc-Advanced che ha visto la luce all’interno del Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano ad opera di Andrea Pinotti ed è ancora in corso; ha prodotto a oggi convegni, simposi, laboratori ed esposizioni. Qua un estratto del libro.

Andrea Pinotti insegna Estetica all’Università Statale di Milano, dove coordina il progetto ERC «An-Icon». Fra le sue pubblicazioni, Estetica della pittura (2007) ed Empatia. Storia di un’idea da Platone al postumano (2011). Per Einaudi ha pubblicato Cultura visuale (con A. Somaini, 2016) e curato Aura e choc di Walter Benjamin (con A. Somaini, 2012), Costellazioni. Le parole di Walter Benjamin (2018), Stile moderno di Georg Simmel (con B. Carnevali, 2020) e Alla soglia dell’immagine. Da Narciso alla realtà virtuale (2021).