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Il “divertissement” interattivo di Orf Quarenghi alla mostra su Pollock a Roma. Intervista all’artista di Anna Monteverdi
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La mostra Pollock e la Scuola di New York, Complesso del Vittoriano sulla pittura gestuale, su Pollock e l’action painting al Vittoriano d Roma ha anche una sezione interattiva a cura di Orf Quarenghi, già collaboratore di Studio azzurro e creatore di speciali dispositivi interattivi per musei ed eventi pubblici: qua  al Vittoriano troviamo un tavolo dove poter esercitarsi nel dripping pittorico. Abbiamo incontrato Orf e gli abbiamo chiesto qualcosa sulla sua installazione ludica.

 

A. Monteverdi: Si dice che Pollock sia tra gli artisti più “riconoscibili” al grandissimo pubblico proprio per il famoso gestus pittorico che tu hai cercato di riprodurre in una modalità digitale. Come lo hai trasformato?

Orf Quarenghi: Si tratta di un divertissement, non di un’opera d’arte, questo è bene premetterlo. L’installazione rappresenta una coda ludica della visita alla Mostra (Pollock e la Scuola di New York, Complesso del Vittoriano). I visitatori possono giocare e “diventare Pollock per un giorno”, come cita la call to action. L’azione consiste nel mimare i gesti dell’action painting di Pollock su un tavolo videoproiettato. I movimenti delle mani vengono tracciati e utilizzati per comporre una grafica realtime che è studiata per simulare un dripping realistico (“fili e goccioloni”). I colori vengono scelti pseudocasualmente: il sistema contiene diverse tavolozze colore campionate da opere reali di Pollock. Quando la sessione di gioco ha inizio, il sistema sceglie casualmente una di queste tavolozze e da lì, periodicamente, sceglie il nuovo colore del dripping.

A.Monteverdi -Puoi descriverci tecnicamente come funziona?

O.Quarenghi C’è un proiettore video in tandem con una telecamera ad infrarossi. Il segnale della telecamera è processato da un’applicazione (OrfWare Mocolo) che identifica i centri di movimento e li trasmette a un sistema di rendering realtime (OrfWare Polipo). Un algoritmo compone questa sequenza di punti in una curva che viene tracciata usando migliaia di sagome di goccioline di vernice.

A.Monteverdi: Oggi sempre più le mostre sono proposti come “emotional experience” da Van Gogh a Modigliani.L’interattività o l’immersività sbandierata da queste società che propongono modalità di visioni con occhiali 3d o immersività addirittura 8k davvero porteranno il pubblico a conoscere meglio l’arte e la pittura?

Orf Quarenghi: Di fronte a grandi proiezioni e ambienti immersivi tendo a diventare analitico e a valutare soprattutto la realizzazione tecnica, purtroppo tendo a perdermi il contenuto e la narrazione. O forse la verità è che c’è poco contenuto e poca narrazione, non lo so. Grandi formati, colori vibranti, molto movimento. Sinceramente mi emoziona di più trovarmi davanti a una coppia di Rothko ben illuminati.

La sensazione è che si tratti più di spettacolarizzazioni che di un approccio culturale e divulgativo.

A.Monteverdi. Nelle Accademie oggi si insegna Multimedialità per i beni culturali, cosa ne pensi e come pensi si possa immaginare una nuova professione di curatore museale  con i new media?

Orf. Quarenghi: In ambito espositivo il video e l’interazione vengono visti come “il cartellone 2.0”. Il che un po’ uccide la ricerca creativa. Oggi esistono player video off-shelf da poche centinaia di euro che contengono tutta la tecnologia necessaria per realizzare ciò che vent’anni fa costruivo per lo Studio Azzurro con sudore, lacrime e sangue (e budget colossali e tempi biblici). Colleghi quattro pulsanti – o sensori di cento tipi diversi – e hai una videoinstallazione interattiva pronta. Il fatto è che a molti committenti questa interattività basta e avanza. Soprattutto se il focus sta nel video – che sia video d’arte o di documentazione.Se il mezzo è il messaggio, allora anche il modello d’interazione è parte dell’opera, e dispiace un po’ vedere che su questo fronte la voglia di esplorare non è poi troppa.

A.Monteverdi. Quali sono le tue installazioni più recenti?

Orf Quarenghi Oltre a quella dedicata a Jackson Pollock. https://www.orfware.com/portfolio/pollock/) ce n’è una che ho dedicato un paio di anni fa al mio pittore preferito di sempre, Paul Klee:

https://www.orfware.com/portfolio/prototree/.

Poi ci sono lavori commerciali, come LightHenge disegnata da Stefano Boeri e realizzata per Edison Energia (https://www.orfware.com/portfolio/lighthenge/), installata in questi giorni a Milano in Piazza 25 Aprile.

A.Monteverdi A proposito del dibattito su A.I. applicata all’arte e Creative robotics, quale è il tuo punto di vista?Questi sistemi aiuteranno a progettare nuove forma d’arte o sarà solo una nuova arte addomesticata al mercato?

Orf Quarenghi Il mercato comanda e segue il gradiente del miglior rapporto di profitto, e quello di arte+tecnologia è un mercato, questo è certo. Altrettanto certo è che continuano ad esserci personaggi dal forte pensiero laterale che cercano e trovano modi di usare strumenti tecnologici per realizzare cose inconsuete e raccontare le loro storie. C’è un mainstream distopico e dispotico (!) che mi spaventa un po’. Conto che ci saranno sempre dei Resistenti ironici, sarcastici e capaci. Spero che il dispotismo del mainstream non li releghi metodicamente nella marginalità. O peggio (sto pensando alla Cina, che mi sembra il modello di futuro più probabile e che non mi piace per nulla).

ORF QUARENGHI

Born 1967 without a definite purpose.
He takes his time until 1982 when he meets a Sinclair ZX 80.
Dazzled, he decides he will grow up as a coder.
Even if a straight path appears in front of him, proceeding in straight lines appears unnatural – as unnatural as coding database applications for banks.
Then he adopts the pinball strategy: bump violently against everything and then bounce away.
He tries to combine computer programming with everything. Study. Music. Graphics. Comics. Creative writing.
On the verge of a TILT in 1996 a collision occurs with a bumper labelled “video-art” and then he bounces at full speed in the tunnel of interactivity.
He finds himself thrown in an unexplored area of the pinball table where he bounces furiously among museums, theaters, academies and workshops, digital video, videogames, CAD-CAM, industrial electronics.
In all this mess, one only solid idea: you must maintain your kinetic energy.

Immaginare il Museo del 2027: Dialoghi sui patrimoni culturali nell’era del digitale 1 dicembre 2017- Università Cattolica di Milano
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Almed (Alta Scuola in media, Comunicazione e spettacolo) – Università Cattolica del Sacro Cuore organizza, in collaborazione con l’Osservatorio innovazione digitale nei beni e le attività culturali – MIP Politecnico di Milano, organizzano all’interno del Convegno in rete “La via digitale. Comunicare il patrimonio” (novembre 2017-febbraio 2018) https://www.diculther.it/blog/category/convegno/  promosso dalla Scuola a Rete in Digital Cultural Heritage, Arts and Humanities (www.diculther.it/) il workshop Immaginare il Museo del 2027: Dialoghi sui patrimoni culturali nell’era del digitale.

Il rapporto fra digitale e patrimonio culturale rappresenta un nodo centrale del futuro del sistema-Paese. Tuttavia, ci troviamo ancora in una fase aurorale di questa relazione, in cui l’approccio risulta fortemente sperimentale (o imitativo), disegnando uno scenario caratterizzato da grande creatività, ma anche sostanziale incertezza e difficoltà nel tracciare linee prospettiche chiare e condivise.

Il workshop intende delineare alcune possibili linee di sviluppo attraverso una serie di dialoghi fra accademici e practicioners che mettano in relazione macro-direttrici di riflessione, implementazioni attive sul territorio e questioni di mercato e sostenibilità economica. L’evento si articola intorno a una domanda centrale, cui faranno riferimento tutti gli interventi: come saranno i musei fra dieci anni? Attraverso questo esercizio di immaginazione, gli ospiti aiuteranno a focalizzare problemi, risorse e opportunità caratterizzanti questo scenario complesso e stimolante.

Il workshop è aperto al pubblico e sarà trasmesso in streaming online.

Programma

14:00 Apertura. Saluti e introduzione del Seminario:

Prof. Angelo Bianchi Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia

Dott. Carmine Marinucci Segretario Generale Scuola DiCultHer

14:15 Perché immaginare il Museo del 2027. Ruggero Eugeni (Università Cattolica del Sacro Cuore.)

14:30 Digitale e Cultural Heritage: Una Mappa. Michela Arnaboldi (Politecnico di Milano.)

15:00 Innovazione Museale: Dove si Muove il Mercato Internazionale?

Paolo Giulini (Musement) in dialogo con Federica Olivares (Olivares Edizioni, Università Cattolica del Sacro Cuore). Modera Michela Arnaboldi

16:00 Coffee Break.

16:15 Musei della Scienza, Tecnologia e del Lavoro: quale Futuro?

Maria Xanthoudaki (Museo della Scienza e della tecnica) in dialogo con Giulia Polizzotti (Assolombarda, Musei di impresa). Modera Pietro Silanos (Università Cattolica del Sacro Cuore).

17:15 Esporre l’Invisible: Patrimoni Culturali Materiali e Immateriali

Stefania Vecchio (Università Cattolica) in dialogo con Marco Amato (Museo Mondo Milan) modera: Letizia Bindi (Università del Molise – Rete Diculther).

17:45: Conclusione dei lavori.