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Intervista a GIOELE GALLO regista del film doc- GVNE Giacomo Verde Non Esiste
1766

foto Andrea Vignali

Giacomo Verde Non Esiste di Gioele GALLO è un film-documentario originale e emozionante, che entra e esce continuamente dalla dimensione (e dalla finalità) archivista per esplorare un territorio esistenziale, che si interroga – tramite un inquieto alter ego dell’artista Giacomo Verde (o dello stesso Gallo) di nome L.- sulle responsabilità etiche e sul ruolo dell’artista nella società.

Locandina Matteo Spinapolice

Una mela traccia l’unione tra il prima e il dopo, tra ieri e oggi: simbolo della vita, della rigenerazione e dell’immortalità, era al centro dell’ultimo toccante spettacolo di Verde, Il Piccolo diario dei malanni. Si può cambiare, la trasformazione del mondo e di noi stessi è alla portata di tutti: basta provare a tagliare la mela in modo diverso, per traverso non seguendo il modo comune. Il regista Gioele Gallo segue la traccia della mela di Verde, che porta dal visibile all’invisibile, spingendo gli spettatori a interrogarsi sui significati celati dietro le apparenze esteriori.

PH Claudio Di Paolo

Oggetti tecnologici obsoleti usciti da vecchi magazzini, tubi catodici, cimiteri di computer abbandonati fanno da sfondo al film: Gioele Gallo senza saperlo ha riproposto la situazione di un lavoro audiovisivo della fine degli anni Novanta di Verde, dal titolo Residenze temporanee (1998). Là un esploratore in una dimensione desolata e solitaria, si trovava catapultato in una vecchia fabbrica dismessa in cui dover decodificare i segni di vecchie presenze, tracce di vita lontane. E ricostruisce un alfabeto, una grammatica, scuote e provoca relazioni tra oggetti dismessi, che hanno perso funzioni. Qua nel film di Gallo una figura si aggira tra i segni del lavoro di Verde, tracce che parlano di mobilitazione, di connessioni creative, oggetti desueti che appartengono a un vecchio mondo di mediattivismo che deve essere rianimato.

Un’originale sceneggiatura a più mani, un copione che introduce poesia, musica e tracce audio che unite alla performance, rendono l’archivio “inarchiviabile” di Verde, una memoria attiva, “sempreverde”…

Anna Monteverdi: Come nasce l’idea del film documentario su GIACOMO VERDE?

GIOELE GALLO: Il documentario nasce da una mia esigenza personale di raccontare la vita di Verde, così ispirante, trascinante e illuminante; l’ho conosciuto tramite le lezioni di Sandra Lischi all’Università di Pisa e il suo spirito artivista e creativo mi ha ispirato profondamente; fino a quel momento facevo il videomaker pubblicitario, lavoravo in un mondo commerciale e grazie a questa conoscenza dell’artista, dei suoi lavori, mi ero reso conto che avrei potuto fare qualcosa di diverso. Ero in un momento di smarrimento professionale e esistenziale. Così ho iniziato a pensare a un documentario su di lui affinché potesse ispirarare i giovani, portarli a interrogarsi su chi e per cosa stanno mettendo a disposizione le proprie capacità creative, le proprie energie, nel lavoro e nella vita quotidiana. Da un’idea che avevo in testa alla sua concreta realizzazione in totale autoproduzione: avevo visto che c’era una mostra al CAMeC della Spezia e questa cosa mi ha convinto a cominciare il film.

AMM. Come definiresti il tuo film? Un documentario? Una docu-fiction?.…

G:G. La natura di questo film è un docu-film, ha una doppia valenza: un aspetto più ufficiale, istituzionale, e uno più intimo, personale. L’obiettivo che ci siamo proposti con Giovanni Vecchio che è il coautore è stato quello di cercare a tutti i costi un confronto con il pubblico, sollecitando riflessioni sul proprio vivere e agire quotidiano: abbiamo pensato di introdurre e caratterizzare un personaggio (L. interpretato da Leonardo NENNA, nda) che attraversasse una vicenda personale, psicologica e esistenziale connessa all’etica che emerge dai lavori di Verde e dal suo pensiero. Non è quindi un biopic istituzionale su Verde ma un lavoro con un taglio fortemente emotivo: vuole fornire una prospettiva per così dire, “filosofica”, “critica” sul suo lavoro artistico connessa con la nostra quotidianità. Per farlo ci siamo espressi con una performance attoriale non didascalica, volevamo che il film contenesse elementi ermetici, quindi con più strati di significato e che avesse anche una valenza anche poetica. Una performance che arrivasse non con un messaggio diretto perché doveva suggerire la necessità di un’interpretazione personale da parte del pubblico, l’attivazione del proprio immaginario e della propria immaginazione, che incanalasse insomma, il vissuto dello spettatore con quello del personaggio L..

PH. ANDREA VIGNALI

AMM Qual è il pubblico per il tuo film?

G.G. Il film si adatta a pubblici diversi, che possono fare esperienza dell’opera al cinema o in circoli culturali o in mostre; il pubblico che non conosce l’artista viene accompagnato per mano, e invitato a immergersi completamente in questo universo dell’artista; ma il film si rivolge anche allo spettatore più colto e consapevole. Posso senz’altro dire che il film si propone come una specie di ” percorso catartico” personale, alla scoperta delle proprie capacità.

AMM Quale è stato il percorso creativo?

G.G. Per quando riguarda il processo creativo, posso dire che si tratta di un film autoprodotto con molto lavoro di studio dietro; abbiamo inserito numerose interviste, frammenti video d’archivio, e poi c’è stata la decisione su cosa tenere e cosa no: è stato difficile mettere in luce i diversi linguaggi, e mostrare i così diversi modi di espressione di Verde. Poi abbiamo rielavorato i contenuti, la qual cosa ha portato alla stesura di una parte più sperimentale del film: l’attore ha realizzato una performance singolare che richiamasse gli stati emotivi di un “percorso liberatorio”; infatti all’attore è stato chiesto di “suscitare emozioni”. Tutto si è poi cristalizzato in una sceneggaitura che è nata successiovamente e che accompagna il film con caratteristiche poetiche. SI propone di entrare nella vita quotidiana di ognuno di noi, di farci riflettere sul nostro ruolo nel mondo; è certamente anche un prodotto culturale di divulgazione per portare avanti le idee di Verde, le sue idee liberatorie, ma è anche un discorso sui linguaggi e sulla comunciazione. L’obiettivo è farci riflettere su come possiamo attivarci per essere protagonisti della nostra quotidianità connessa a una dimensione sociale, al nostro ruolo nel mondo, alla nostra responsabilità come cittadini attivi, alla necessità di metterci a servizio di tutto e di tutti.

SCHEDA DEL FILM

GIACOMO VERDE NON ESISTE

Regia di Gioele Gallo

Con Leonardo Nenna

Prodotto da Gioele Gallo, Giovanni Vecchio Nicholas Micheletti

Da un’idea di Gioele Gallo

Soggetto e sceneggiatura di Gioele Gallo e Giovanni Vecchio

Fotografia Giacomo Tieghi

Musica Andrea Giorgelli

Riprese di Nicholas Micheletti e Giacomo Tieghi

Montaggio Gioele Gallo

Ass. Montaggio Nicholas Micheletti e Agnese Nannipieri

Color correction Andrea Vignali Gioele Gallo

Grafica e Lettering Agnese Nannipieri

Locandina Matteo Spinapolice

14/05/2025 annamaria monteverdi

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