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Le installazioni fluttuanti e liquide di Giuseppe La Spada al Castello di Milazzo 2-5 agosto
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FLUCTUS | 2018

 

Fluctus é una esibizione interdisciplinare il cui nucleo principale é costituito da una grande installazione che simboleggia la visione di
un mare che sta diventando sempre più inquinato a causa del nostro comportamento. Una grande onda che nelle fattezze e nella cromia rappresenta l’incombenza e la decadenza che stiamo vivendo, aleggia sulle nostre teste come un monito.
L’artista dopo anni di riflessione sull’argomento, giunge alla conclusione che il vero inquinamento risieda dentro di noi. Soltanto con un cambiamento collettivo, possiamo tentare di ricucire questa netta separazione dalla Natura, dalla nostra vera Natura.

“Avere intrapreso questo percorso significa avere anche un ruolo sociale, cercare di sintetizzare una traccia, fare dell’arte un’architettura sociale. Il termine Fluctus porta con sé nella sua fonetica due momenti, uno leggero quasi di sospensione, il fluire sussurrato di quello che arriva, di quello che ci lascia. Un momento pesante come l’impatto di un colpo assestato nello stomaco, così forte da farci fermare, frastornati dal riverbero.
Se alzo gli occhi, sento il peso di una massa nera sopra il mio capo, come se ci fosse improvvisamente qualcosa con cui fare i conti e paradossalmente lo sento dentro con empatia. Forse per noi umani é iniziata l’era delle conseguenze, l’era del comprendere le responsabilità dei nostri gesti passati.” Giuseppe La Spada

Beauty has always moved my research. An ancient Japanese saying declaims
“Beauty is the outcome of the right”, I’ve asked myself it it was still current, especially
by analysing one of the most “beautiful” and “functional” creations of man.
As a child, its form, its transparency, bewitched me through its usefulness, its colours. Nowadays I don’t know if this beauty, this element, Plastic, can also be right, at least about its management, as it is nearly always neglected after its use.
It feels like a paradox that it was born to hold water and today we find ourselves exactly
in front of the precise opposite.

EDOARDO ROMAGNOLI + GIUSEPPE LA SPADA: LA LUNA E IL MARE, LUISA CATUCCI GALLERY, Berlin
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14th July – 31st August

Opening Reception
Thursday 13th
7-10pm

The Moon is distant from the Sea –

And yet, with Amber Hands –
She leads Him – docile as a Boy –
Along appointed Sands –
He never misses a Degree –
Obedient to Her eye –
He comes just so far – toward the Town –
Just so far – goes away –
Oh, Signor, Thine, the Amber Hand –
And mine – the distant Sea –
Obedient to the least command
Thine eye impose on me –
Emily Dickinson
The very first encounter between Edoardo Romagnoli and the moon has to be be traced back to 1990 and since then, the love story between the Italian artist and the elusive satellite has never come to an end.Almost indulging the moon’s changing nature, Romagnoli always seeks her under her own terms: “I have to go to places where the moonlight doesn’t have to compete with unnatural light such as glare or reflections from street lamps. These are usually peaceful and remote places that are also conducive to thought and would be inspiring even without the moon”.While most photographers try to capture as much light as possible, Romagnoli does just the opposite, allowing his favourite subject to glow with her own special light without adding any artificial enhancement that would deprive her of her mystery.By pointing the camera toward the sky, Romagnoli engraves the darkness with cryptic messages, creating nocturnal visions which become as silent, mysterious and metaphysical as the moon.
The photos are realised moving the camera and they have been in any way modified in post production.
Giuseppe La Spada
In the attempt to explore the place beneath superficial tension, hiding underneath the subtle transparent membrane which keeps us separated from the real world, Giuseppe La Spada’s work focuses on water as an element of suspension and balance between several ancestral dualisms: life and death, light and darkness, visible and invisible.Water is a dimension where all the sensorial perceptions change, affecting the relationship between reality and fiction but also representing a space of possibility for the individual to get in touch with the deepest part of the self, in a kind of vertical journey where body and water share the same fluid materiality. Like mythical creatures, halfway between human and animal, La Spadas’ subjects are never fully underwater, floating quietly over the transient place in-between the surface and the sea bottom.Focusing only on natural elements, La Spada’s work also share certain sensitivity toward environmental issues. Aside from taking part to several ecological projects, in 2007 the artist won the prestigious Webby Award, thanks to the web project “Mono No Aware” made in collaboration with the Oscar winner artist Ryuichi Sakamoto.

Underwater: i paesaggi digitali ai margini del mondo sensibile di Giuseppe La Spada
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Le fotografie digitali di Giuseppe La Spada fissano paesaggi ancestrali e amniotici che riportano a luoghi di passaggio estremo –l’inizio della vita, la fine della vita- e le creature che li abitano sono divinità ctonie, avvolte da un impenetrabile mistero: spinte nelle profondità marine danzano, come direbbe Nietzsche, con “il massimo appagamento estatico dell’unità originaria”. In questo inoltrarsi al di là dei confini destinati all’uomo, la figura femminile, non più prigioniera di un corpo stretto nelle anchilosate posture del quotidiano, divenuta metamorficamente e sensuosamente parte armonica di un elemento naturale primario come l’acqua, si fa leggera. Come una menade volteggiante, o creatura marina mitologica, crea nella sua danza priva di gravità fissata nell’obiettivo dell’artista, figure e forme, e apre agli iniziati-spettatori, la visione del ritorno a “prima del tempo” come liberazione dalla catena fatalmente ricorrente, della miseria umana condannata a nascere e morire.

La materia fotografica si fa impalpabile, e insieme con la sua sorella gemella, il video digitale, non si limita a fissare la natura ma vi aderisce, la occupa, vi è ingoiata, la divora. Nella raffinatezza di una fotografia che si fa pittura barocca e di un video che ha rubato le sue atmosfere oniriche e surreali ai film di Maja Deren e di Jean Vigo, siamo immersi nell’elemento a noi più familiare: l’acqua, e ne entriamo magicamente in simbiosi. Le rocce laviche e la spuma che si genera dal mare immortalate in condizioni rarissime, riportano all’origine del mondo e sono quel magma indistinto prima del respiro generatore dove ogni forma sconfina nell’altra, diventa impasto di incessanti mutazioni e attrae per il mistero che annoda.

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La videoinstallazione monocanale Afleur (musiche di con_cetta, Giuseppe Cordaro) ritrae una donna con una veste bianca e un fiore (un tulipano, simbolo orientale di perfezione); il ritmo lentissimo delle immagini accompagna questa danza sotto il mare dove l’attenzione è tutta rivolta alle piccole cose, alla pietra bianca levigata, al respiro, al silenzio. Atmosfere alla Bill Viola fanno di questo progetto video digitale di La Spada un prezioso compagno per la musica live. Insieme al video e alle fotografie La Spada ha creato per Afleur un particolarissimo libro da collezione creato con speciali materiali ecologici.

I progetti da cui abbiamo attinto per la galleria fotografica sono tratte da A VISION -Tjutčev hommage 2012; SILENTIUM 2011; BLACK WAVE (2015).giuseppelaspada_heartdive_slow

Tutti i progetti artistici di La Spada hanno a che fare con l’acqua e la sua espressione visiva si lega anche a un generoso impegno ecologico che va dalla ricerca del materiale alla comunicazione di progetti sostenibili, di consumo consapevole e di valorizzazione dell’ambiente marino. Parte del ricavato dalle vendite delle fotografie (ordinabili on line) viene devoluto a Worldrise associazione che si occupa della tutela del mondo marino e dei paesaggi naturalistici, scenario principale delle sue opere.

Biografia:

Laspada Sakamoto

 Giuseppe La Spada. Artista digitale, fotografo e videomaker è nato a Palermo nel 1974, vive e lavora a Milano. E’ membro dell’International Academy of Digital Arts and Sciences (New York); nel 2006 l’Istituto Europeo Di Design Roma gli conferisce il premio come miglior carriera nelle Arti Visive, nello stesso anno incontra Ryuichi Sakamoto con cui realizza il progetto ecologico per il web Mono no aware, che vince il Webby (L’Oscar della Rete) e nel 2008 consolida la collaborazione con Sakamoto e Fennesz, realizzando i visual live per la tournèe Cendre terminata con un grandioso concerto a Ground zero a New York.  Nella sua attività di consulente di comunicazione visiva ha lavorato per Autogrill, Pirelli, Telecom Italia, Volkswagen, H3G, Ca’ del Bosco, Luca Carboni, Marco Mengoni, Philips, Telecom Italia, Grandi Stazioni, Graniti Fiandre, Ca’ del Bosco, Bulgari,Versace, Rai. Il suo impegno in progetti di salvaguardia dell’ecologia e dell’ambiente, con riferimento soprattutto all’acqua, lo collocano tra gli artisti italiani più sensibili alle tematiche ambientali. Una delle sue caratteristiche è l’abilità a usare diversi media nei progetti artistici (dalla fotografia al video alla rete). glsdesign.it

images Giuseppe La Spada, digital artist was born in Palermo in 1974, he live and works in Milan. In 2006 Istituto Europeo di Design, Rome conferred him the prize for best carrier in Visual Arts. Member of The International Academy of Digital Arts and Sciences (New York), he won the prestigious Webby Award, thanks to an ecological web project:  the website “Mono No Aware” in support of the project “Stop Rokkasho” founded  by Oscar winner Ryuichi Sakamoto. In 2008 he worked with Sakamoto and Fennesz creating visual live for the tournèe “Cendre”, which ended with the unforgettable show at Ground Zero in New York. The exclusive use of natural elements (water in the first place) positions him as one of the italian artists most sensitive to environmental issues. One of his peculiar characteristics is the ability to translate communication needs and raw ideas into 360° creative projects, making skillful use of all the different media available today. glsdesign.it

MOSTRE/ EXHIBITION:

Tate Loud Collective, 8.11.2014, Tate Britain, London
Between VISUAL and SPATIAL | 10.2 to 11.2.2012 | Tokyo Japan
Underwater | 3.12.2011 to 31.3.2012 | 7.24×0.26 Gallery – Milano Italy
Digital Life 2 | 26.10 to 11.12 2011 | Ex Gil – Roma Italy
Sicily goes by | 1.10 to 31.10 2007 | Trump Taj Mahal – Atlantic City USA

Quando il live media diventa acquatico: Giuseppe La Spada
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Pubblicato su www.digitalperformance.it

Il popolo della rete lo conosce già molto bene  ma anche il pubblico dei live media e dello spettacolo musicale:

Giuseppe La Spada ha infatti, firmato i visual di alcuni concerti storici che portano la firma di nomi illustri della scena musicale contemporanea: SAKAMOTO e FENNESZ; ma La Spada, classe 1974, siciliano, bellissimo, è anche fotografo, direttore creativo per marchi internazionali, illustratore, videomaker. Ha firmato un progetto di net art originalissimo MONO NO AWARE inserito in STOP ROKKASHO voluto da Sakamoto per opporsi all’impianto nucleare della città di Rokkasho. Sempre per Sakamoto ha firmato la copertina di un CD. Direttore creativo di molti brand internazionali, ha realizzato videomusicali per Luca Carboni e Marco Mengoni

Ha vinto il Webby AWARD (l’Oscar della rete) ed è attualmente l’unico italiano ad avere ottenuto questo riconoscimento internazionale. Il live video è il genere a cui si sta dedicando con straordinari risultati: il progetto di La Spada + Con_cetta A Fleur è stato presentato alla Fondazione Pomodoro di Milano; lo stesso video è diventato parte di un progetto di testo+libro+immagine+ video raccolto in un delicato volume dal packaging di gusto orientale: dalla carta ricavata da particolari alghe giapponesi ai brevissimi testi in stile aiku che accompagnano le fotografie incorniciate. Una donna velata di una veste bianca con un fiore, appare come una creatura marina mitologica; il ritmo lentissimo delle immagini accompagna questa danza sotto il mare dove l’attenzione è tutta rivolta alle piccole cose, alla pietra bianca levigata, al respiro, al silenzio. Atmosfere alla Bill Viola  fanno di questo progetto video digitale di La Spada un prezioso compagno per la musica live. Il progetto Underwater riunisce un gruppo di straordinarie fotografie sott’acqua, nel mare della sua Sicilia, che ti trasportano in una dimensione senza tempo oltre la realtà. Le figure femminili che lo abitano sono eteree, antiche, sirene e come tali sono rappresentate, come in un quadro Preraffaellita: donne dalla pelle d’alabastro in un contesto di sogno fatto di colori saturi.

mono-aware

Intervista:

1. Puoi raccontare il tuo percorso artistico e come sei approdato dalla fotografia all’arte video digitale?

 Tutto nasce con la pittura con la ricerca di nuove forme segniche, sin da bambino il computer ha fatto parte della mia quotidianità e come forma non solo di intrattenimento ma di espressione. Nel tempo le due cose di sono incontrate fino a formare un percorso indissolubile. Gli strumenti digitali sono un “dono” che ci è offerto ma rischiano di prendere spazio alle idee e alle emozioni vere, paradossalmente in un momento di grande accessibilità per me stanno diventando solo “strumenti” da usare con le pinze. Nel mio percorso vedo sempre un approccio circolare, non c’è un media propedeudico all’altro tutti si contaminano. La fotografia intesa cinematograficamente, oggi è un’approccio alla cura del minimo dettaglio compositivo ed estetico, di conseguenza è in qualunque mia espressione.

2. Come si lavora per creare il quadro visivo dei concerti: in particolare, come hai organizzato i visuals per Sakamoto e Fennesz?

Sicuramente i miei studi di comunicazione visiva e immagine coordinata mi hanno sempre aiutato nell’art direction di un’intero spettacolo. Il fatto che ci sia una continuità stilistica non è sempre una cosa scontata in questo tipo di operazioni. Io seguo molto quello che la musica “dice” cerco di decodificarla, la ascolto per ore fino a “vedere” le soluzioni nel vero senso della parola. Sakamoto mi ha sempre incitato a trovare nella musica tutte le risposte. Una volta trovato l’elemento chiave parto con una ricerca estetica e valoriale. Capire tutto di quell’argomento. Poi e un lavoro di affinare e smussare tutto, anche se spesso è il computer l’unico strumento.

3. I tuoi video sono onirici e di grande impatto, minimali ed evocativi, dove l’essere umano è tutt’uno con l’ambiente marino, con la natura: come si rapportano con una scena live e con la musica? Quali programmi usi per la modificazione in tempo reale e quale pensi sia il pubblico ideale e lo spazio ideale per eventi di questa natura?

I miei video non potrebbero vivere senza musica e di conseguenza nell’esecuzione dal vivo trovano “vita” uscendo da un computer che li ha generati per incontrare la gente. L’emozione più grande e vedere i miei lavori riflessi negli occhi delle persone. Uso modul8 e un controller. Lo spazio ideale per me sarebbe in mezzo alla natura stessa, il mio sogno un live in acqua.

4. I tuoi lavori si traducono in formati diversi e approdano anche in rete o su carta in firma di libro ma con la stessa filosofia dell’immagine protetta all’interno di un mondo che deve essere sempre più ecosistenibile. C’e un messaggio anche ambientale oltre che estetico dietro i tuoi lavori?

Ho sempre pensato che la ricerca non possa essere svincolata dal fare i conti col mondo in cui si vive. Bisogna essere vigili e difendere certi valori, osservarli e tramandarli. Per me l’impegno ecologico è una prerogativa ma anche uno stimolo. La ricerca del materiale e del processo sostenibile da più soddisfazione dei limiti che si potrebbero ipotizzare. I tempi dello spreco sono finiti, bisogna pensare che tutto si esaurisce a lungo andare, usare con parsimonia le materie è fondamentale.

5.Ci sono artisti o registi che consideri dei modelli per il tuo lavoro artistico?

Ho sempre trovato ispiratori artisti nel settore della musica, poeti scrittori forse più che artisti visuali. Amo molto Jean Luc Godard, Tarkovsky, Antonioni e il cinema orientale. Mi piace cibarmi di cose di natura diversa anche se i miei riferimenti restano abbastanza immutati.

6.quale contributo pensi posso dare il video live al teatro?

Credo che possa essere una soluzione scenografica molto semplice da un punto di vista strutturale ed economico. Se usata con un grado di interazione e nn semplicemente come quinta passiva credo possa dare profondità e completezza come elemento di un “opera totale”, amplificando e prolungando il sistema drammaturgico. Mi emoziona purtuttavia la rappresentazione analogica, spero sia sempre un contributo dosato.