L’Accademia Alma Artis di Pisa partecipa alla seconda edizione del Pomezia Light Festival (20-23 settembre).
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Alma Artis inizia da quest’anno la collaborazione con uno dei più dinamici Festival di tecnologie, il Pomezia Light Festival che si terrà dal 20 al 23 settembre, organizzato da Opificio in collaborazione con il Comune di Pomezia.

Si tratta di un Festival fortemente legato al suo territorio che punta sulla necessità di riappropriarsi della relazione con lo spazio cittadino.

Tema di questa edizione è la Smart City, ovvero la città intelligente e ideale che già gli intellettuali e architetti del Rinascimento immaginavano.

27 artisti di cui 8 internazionali, oltre 15 interventi artistici, 1 chilometro e mezzo di percorso per oltre 1000 metri quadrati di luce, una sezione dedicata agli artisti under 35.

La collaborazione con questo giovane Festival ricco di eventi è stata definita sia nella presenza di alcuni docenti (Anna Monteverdi, Tommaso Rinaldi), che di artisti che collaborano con l’Accademia (Angela di Tomaso) ed ex studenti (Fabio Mignogna), sia nel suggerire tematiche della manifestazione che daranno vita a eventi video live.

Le nuove forme di visualitàscrive il direttore della Alma Artis Dott. Dario Matteonistanno progressivamente trasformando il paesaggio della città contemporanea in sistemi di reti e di informazioni dove tutto è connesso e dove, almeno nel prossimo futuro, ciascuno degli abitanti potrà condividere qualsiasi oggetto/messaggio.

Nella città del futuro progettare un oggetto visivo, definito nella diversità di linguaggi che oggi mette a disposizione la tecnologia digitale, significa creare un veicolo di interazione, di scambio e di condivisione esteso nella sua effettualità a molteplici contesti della smart city, concetto di città ormai condiviso da un’ampia fascia di soggetti intellettuali , progettisti, politici e non ultimi artisti. Occorre dire che da tempo è emersa la necessità di sottoporre a verifica tale concetto nella prospettiva della“partecipazione intelligente e consapevole” piuttosto che nella mera assunzione di universo tecnologico totalizzante e portatore di nuove economie.

D’altra parte dobbiamo considerare che, nella smart city,alla materialità dei luoghi storicamente sedimentati si sovrappone o meglio si intreccia la immaterialità di nuovi spazi che definiscono nuovi protocolli di comportamento ma anche di visione e di percezione da parte dei cittadini. Da tali premesse e dalla convinzione delle necessità di formare figure professionali non più riconducibili alla categoria tradizionale dell’artista ma specialisti chiamati a interagire con un nuovo universo tecnologico e scientifico, consapevoli delle conseguenze culturali e sociali del loro agire in quanto progettisti multimediali nasce la collaborazione tra il Pomezia Light Festival e l’Accademia di Belle Arti, Alma Artis, di Pisa.

Programma

Pomezia Light Festival feat. Alma Artis

Dal 20 settembre ore 17 si inaugura la mostra di Fabio Mignogna 7 million alla libreria Odradek via Roma 49, Pomezia

21 settembre ore 11 Biblioteca Anna Monteverdi (Alma Artis), incontro su Alfabeti urbani. Per-formare la città

Da agorà a “networked public place”. Partecipazione, gioco, spettacolo, interattività: uno sguardo alle connecting cities e alle pratiche di Urban Media Art

22 settembre live media set con Gabriele Marangoni (sound) e Angela di Tomaso (video) Red noise

In collaborazione con Alma Artis Academy il musicista Gabriele Marangoni, docente al Conservatorio di Cagliari, partecipa con il progetto selezionato e presentato al BIG CONCERT NIGHT di Ars electronica di Linz 2018. Il suono acustico si fonde con quello elettronico, suoni lineari e onde di noise, mai uguale; un live-set ogni volta unico e ogni volta ispirato ed influenzato dal contesto, dalla realtà, dalle immaginazioni. I video saranno creati live da Angela di Tomaso aka A Di Ti, artista italiana “emigrata a Londra”, che nei suoi lavori ama mixare vari elementi tecnologici in una continua ricerca dell’abbattimento dei limiti estetici nell’opera d’arte digitale. La vedremo anche sul palco di Fun At The Beach con varie performance techno live.

Tommaso Rinaldi aka HIGH FILES presente al Pomezia light Festival dalla prima edizione e da quest’anno docente di Drammaturgia multimediale e Applicazioni digitali per l’arte alla Alma Artis propone FLANEUR – INSECTS ARE SMARTER THAN US Tommaso Rinaldi, aka High Files, lavora come visual artist e stage designer con le più importanti organizzazioni di eventi musicali a Torino ed Alessandria, legato alla scena Techno i suoi lavori si ampliano a collaborazioni di ogni genere.

Stay tuned!

#Pomezialightfestival18

#Pomezialightartists

#AlmaArtishttps://www.almaartis.it/

Al via la seconda edizione del Pomezia light Festival: il programma dei seminari.
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Il Pomezia Light Festival torna in città dopo il grande successo della prima edizione. Tre nuove date 21 – 22 – 23 settembre.

Il tema di questa edizione è la smart city, un’idea per il futuro che viene da lontano, un viaggio dal rinascimento alla postmodernità. La città è intelligente quando riesce a elaborare delle forme di comunicazione urbanistica e linguistica che migliorino la vita degli abitanti: un intreccio di linguaggi, la città come habitat comunicativo dove diverse forme di linguaggio si intrecciano integrandosi e migliorandosi. Il PLF, portando un aumento senso attraverso le installazioni degli artisti sul tessuto urbano, vuole essere un primo passo verso la consapevolezza, la sperimentazione, la progettazione di una Pomezia che sia almeno un seme di smart city.

Le installazioni si estenderanno su tutto il territorio pometino divise in tre sezioni, illuminando i palazzi, i giardini e svariati altri luoghi della città. Pomezia LIght Festival: un progetto per Pomezia, giovane ma che guarda lontano.

Ecco i SEMINARI tenuti da studiosi di cinema, video e media arts.

21 settembre Ore 11

Incontro in biblioteca civica: Anna Maria Monteverdi

Alfabeti urbani: Per-formare la città

Da agorà a “networked public place”. Partecipazione, gioco, spettacolo, interattività: uno sguardo alle connecting cities e alle pratiche di Urban Media Art

Ore 16 Incontro in biblioteca civica: Stefano Lentini

La colonna sonora della città

Possiamo immaginare la Città come un Film che necessiti di una Colonna Sonora? E quale potrebbe essere la sua musica ideale? La musica è un elemento indispensabile nella narrazione cinematografica. La musica non sostituisce: aggiunge, crea, inventa e forgia luoghi narrativi sempre nuovi.

Ore 18

Incontro in biblioteca civica: Carlo Infante

Performing Media: dal Videoteatro alla Light Experience urbana per la Smart City

La ricognizione teorica si svilupperà dalle esperienze del videoteatro, attraversando le prime performance interattive per arrivare alle diverse forme del videomapping (come Urban Screen) e della light experience fino a quel performing media storytelling urbano che utilizza anche videoproiezioni nomadi.

A seguire WALKABOUT con i partecipanti al talk.

Sabato 22 ore 11,

Prof. Roberto Renna,“Li diversi linguaggi. La città della Tv italiana delle origini”

Sabato 22. Prof. Daniela De Angelis

La scena dell’arte: l’affresco scomparso di Pomezia

Alma Artis Academy al Pomezia Light Festival (20-23 settembre). Il direttore dott. Dario Matteoni presenta la collaborazione e le tematiche.
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Pomezia Light festival, la manifestazione di light art organizzata da Opificio in collaborazione con il Comune di Pomezia, che torna per la sua seconda edizione dal 20 al 23 settembre. Un festival fortemente legato al suo territorio che punta sulla necessità di riappropriarsi della relazione con lo spazio cittadino.

27 artisti di cui 8 internazionali, oltre 15 interventi artistici, 1 chilometro e mezzo di percorso per oltre 1000 metri quadrati di luce, una sezione dedicata agli artisti under 35 finanziata dal bando Siae SILLUMINA, più di 50 universitari e liceali al lavoro: tre giorni in cui Pomezia sarà invasa da opere artistiche multimediali, digitali, luminose, selezionate tra una rosa di artisti che hanno risposto alla Call for Artist indetta lo scorso novembre.

Tema di questa edizione è la Smart City, ovvero la città intelligente e ideale che già gli intellettuali e architetti del Rinascimento immaginavano,

Una delle novità è anche la collaborazione con la Alma Artis Academy di Pisa, Istituto di formazione dedicato alle nuove tecnologie, che porterà a Pomezia alcuni artisti docenti e allestirà una mostra fotografica di un ex allievo Fabio Mignogna. dal titolo 7 MILLION

Queste le parole del direttore Dott. Dario Matteoni che spiega come l’Accademia ha inteso il tema del Festival, la “smart city”:

Le nuove forme di visualità stanno progressivamente trasformando il paesaggio della città contemporanea  in sistemi di reti e di informazioni dove tutto è connesso e dove, almeno nel prossimo futuro, ciascuno degli abitanti potrà condividere qualsiasi oggetto/messaggio.  

Nella città del futuro  progettare un oggetto visivo, definito nella diversità di  linguaggi che oggi mette a disposizione la tecnologia digitale, significa  creare un veicolo di interazione, di scambio e di condivisione  esteso nella sua effettualità a molteplici contesti della smart city, concetto di città ormai condiviso da un’ampia fascia di soggetti:  intellettuali , progettisti, politici e non ultimi artisti. Occorre dire che da tempo è emersa la necessità di sottoporre a verifica tale concetto nella prospettiva della   “partecipazione intelligente e consapevole” piuttosto che nella  mera assunzione di universo tecnologico totalizzante  e portatore di nuove economie.

D’altra parte dobbiamo considerare che, nella smart city, alla materialità dei luoghi storicamente sedimentati si sovrappone o meglio si intreccia la immaterialità di nuovi spazi che definiscono nuovi protocolli di comportamento ma anche di visione e di percezione da parte dei cittadini. Da tali premesse e dalla convinzione delle necessità di formare  figure professionali non più riconducibili alla categoria tradizionale dell’artista ma specialisti chiamati a interagire con un nuovo universo tecnologico e scientifico, consapevoli delle conseguenze culturali e sociali del loro agire in quanto progettisti multimediali nasce la collaborazione tra il Pomezia Light Festival  e l’Accademia di Belle Arti, Alma Artis, di Pisa.

Scopri l’Accademia >>

Dario Matteoni, storico dell’arte, dal 2010 al 2015 ha ricoperto la carica di direttore dei Musei Nazionali di Pisa. Dal 1992 al 1995 è stato professore a contratto di storia dell’architettura presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino.  Dal 1992 al 1995 è stato professore a contratto di storia dell’architettura presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. Ha collaborato con istituzioni museali italiane ed europee alla preparazione di mostre dedicate a temi dell’arte e dell’architettura moderna e contemporanea; tra queste: L’aventure Le Corbusier, Centre Pompidou, Parigi 1987; Il viaggio in Italia, Triennale di Milano, 1987; L.H.De Koninck architecte des années modernes, Archives d’Architectures Moderne di Bruxelles,1990 Toulouse Lautrec. Luci e ombre di Montmartre, Pisa, Fondazione di Palazzo Blu, 2015. Per la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Ha curato  le mostre:  La Belle Epoque. Arte in Italia 1880 1914, Rovigo, Palazzo Roverella, 2008, Déco. Arte in Italia 1919 1939, Rovigo, Palazzo Roverella, 2009,  L’Ottocento elegante, Rovigo, Palazzo Roverella, 2011, Il Divisiosmo. La Luce del Moderno, Rovigo, Palazzo Roverella, 2012. Nel 2012 ha curato la mostra per la Regione Lombardia la mostra Gio Ponti e il fascino della ceramica; e nel 2015 la Poesia della tavola nel ridotto del Teatro Petruzzellli di Bari.Tra le sue pubblicazioni segnaliamo La città Mondiale. Andersen, Hébrard, Otlet, Le Corbusier,1982, il volume monografico dedicato a Livorno nella collana “Le città nella storia d’Italia”1985 edita da Laterza, Pasquale Poccianti e la ‘gran cisterna’ di Livorno, 2001, Livorno, la costruzione di un’immagine. Tradizione e modernità del Novecento, 2003. Ha curato l’edizione critica di Llewelyn Lloyd Tempi Andati, 2006 per l’editore Olskhi. Ha pubblicato il catalogo ragionato dell’opera del pittore futurista Osvaldo Peruzzi per le edizioni di Electa Mondadori. Dal 1settembre 2016 ricopre la carica di Direttore dell’Accademia di Belle Arti – Alma Artis Accademy – Pisa

MUTA IMAGO – COMBATTIMENTO PRIMA ASSOLUTA : SHORT THEATRE FESTIVAL 13-14 settembre ROMA
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MUTA IMAGO – COMBATTIMENTO
13 e 14 settembre | 22:00
La Pelanda – Studio 1

regia Claudia Sorace
con Annamaria Ajmone, Sara Leghissa
drammaturgia e suono Riccardo Fazi
direzione tecnica Maria Elena Fusacchia
costumi Fiamma Benvignati
organizzazione Martina Merico
produzione Muta Imago
con il sostegno di Angelo Mai
Compagnia finanziata dal Mibact

Combattimento indaga il concetto di amore come guerra, della seduzione come conquista, del desiderio come abbandono di uno stato di tranquillità per entrare in una dimensione di mistero e perdita di sé. Tutto ruota intorno ai corpi delle due performer in scena e alla relazione che queste instaurano nel tempo della performance: l’obiettivo è quello di condividere con il pubblico l’esperienza di due persone che cercano di uscire da loro stesse, di trasformarsi per arrivare a incontrare l’altra, attraverso il gesto della danza. Combattimento è una performance che ha la forma di un contest selvaggio e animale, che parte dallo studio del concetto di “mating” (l’insieme dei movimenti rituali che gli uccelli eseguono per attivare il desiderio e convincere il partner della propria forza e sensualità), attraversa l’ Après-midi d’un faune di Nijinski e arriva fino a Sergio Leone. Un movimento circolare e ipnotico che cerca di investigare l’amore come spinta del desiderio, il desiderio come esibizione di sé, e l’amplesso come scambio e annullamento di identità.

Muta Imago è una compagnia teatrale e un progetto di ricerca artistica nato a Roma nel 2006. Vive tra Roma e Bruxelles. È guidata da Claudia Sorace, regista, e Riccardo Fazi, drammaturgo e sound designer. È composta da tutte le persone che sono state, sono e saranno coinvolte nella realizzazione dei lavori. È alla continua ricerca di forme e storie che mettano in relazione la sfera dell’immaginazione con quella della realtà presente, umana, politica e sociale. Per questo realizza spettacoli, performance, installazioni, dove lo spazio è quello del rapporto e del conflitto tra l’essere umano e il suo tempo.

www.mutaimago.com
www.shorttheatre.org

STAGE con Tomi Janežič- Torino 22-28 ottobre Atelier Magnolia
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STAGE con Tomi Janežič- Atelier Magnolia iscrizioni entro 30/09

  PAGINA DI EVENTO

SNODI 2018

Un progetto di Piccola Compagnia della Magnolia

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22 – 28 OTTOBRE
Stage con Tomi Janežič
PRINCIPLES IN ACTING

TERMINE DI ISCRIZIONE 30 SETTEMBRE

Per il suo lavoro a metà tra pedagogia e terapia, con riferimento ai principi dello psicodramma, Janežič è stato definito «uno dei pochissimi ricercatori nel campo della recitazione nell’Europa odierna» (prof. Ognjenka Miličević), ed «un interprete eccezionale del sistema Stanislavskij»(Jana Pavlič); qualcuno è arrivato a parlare già di un “sistema Janežič “(Branka Krilović). Il lavoro teatrale e pedagogico di Janežič è conosciuto soprattutto per la combinazione di diversi approcci e per l’applicazione di tecniche di psicodramma e analisi di gruppo al processo creativo, così come ai training formativi. Questo è stato l’obiettivo principale della sua ricerca nell’ultimo decennio, in cui ha sviluppato strumenti per facilitare i processi creativi artistici e pedagogici attraverso la conoscenza psicoterapeutica.

NOTE 6 ore di lavoro quotidiano (11-14 / 15-18) con 1 ora di pausa

TOMI JANEZIC
regista sloveno, insegna regia teatrale presso l’Università di Lubiana – Accademia di Teatro, Radio, Film e Televisione (AGRFT) e direttore artistico dello Studio for Research on the Art of Acting di Lubiana, istituto dedicato ad attività artistiche, di ricerca, formazione e residenza nel campo della recitazione e dello psicodramma. Vincitore di oltre trenta premi internazionali, Janežič è stato riconosciuto dalla critica come uno dei più interessanti registi europei della sua generazione, nonché come massimo esperto nel campo delle tecniche creative attoriali.

COSTO: 220 EURO — TERMINE DI ISCRIZIONE 30 SETTEMBRE

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SNODI 18: qui il programma completo di tutti gli STAGES
https://facebook.com/piccolacompagniadellamagnolia/posts/2074420299299598

INFORMAZIONI GENERALI
Gli stages sono rivolti ad attori professionisti. Non vi sono limiti di età. La quota di iscrizione per ogni singolo stage è di 220 euro. Viaggio e vitto a carico dei partecipanti. Per l’alloggio, per chi avesse bisogno ripeteremo a Torino l’esperienza dell’ospitalità cittadina avviata negli anni passati ad Avigliana (Ospita l’artista).
Per iscriversi mandare CV e lettera di presentazione alla mail info@piccolamagnolia.it.
I candidati selezionati saranno contattati entro 7 giorni dalla scadenza prevista per le candidature.
Per confermare la propria iscrizione i candidati dovranno provvedere al pagamento della quota (tramite bonifico bancario) entro 5 giorni dalla comunicazione.
Gli stages avranno luogo presso la nuova sede operativa della Piccola Compagnia della Magnolia — Atelier Magnolia — ubicata nel complesso del Bunker, a Torino nel cuore di Barriera di Milano.

INFO: info@piccolamagnolia.it / cell. 3450968658
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COMUNICAZIONI

SNODI 18
Un progetto di Piccola Compagnia della Magnolia
Con il sostegno di TAP – Torino Arti Performative e
Fondazione Cariplo — Selezionato Funder 35 2016
piccolamagnolia.it
fb Piccola Compagnia della Magnolia

PICCOLA COMPAGNIA DELLA MAGNOLIA
Direzione Giorgia Cerruti
Sede legale: Via Cenischia 50 / 7 — 10139 Torino — IT
Sede operativa: Atelier Magnolia c/o Bunker,
Via Niccolò Paganini 0/200 Torino

Pomezia Light Festival in collaborazione con Alma Artis Accademy – Accademia di belle arti di Pisa: Workshop audiovisual performance 21-22 settembre
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Pomezia Light Festival in collaborazione con Alma Artis Accademy – Accademia di belle arti di Pisa propone un wokshop su videomapping e audiovisual performance! Durante il corso si apprendereanno le nozioni base per la creazione di una performance audiovisiva tramite l’impego di software quali Resolume Arena, Adobe After Effect, Adobe Premiere Pro.
L’anima del Pomezia Light Festival incentra sullo studio costante di ciò che accade attorno a noi ma anche e sopratutto sulla condivisione

Al workshop partecieranno High Files, Anna Maria Monteverdi e tante altre special guest!

Giorni e Durata
Il workshop sarà dal 21 al 22 settembre 2018, ogni giorno 4 ore di incontro. Alla fine del workshop, il 23 settembre è prevista la performance nella sezione dedicata del Pomezia Light Festival.

▶︎ Posti disponibili: 5

▶︎ Scadenza Presentazione Cadidature: 10 Settembre 2018 ore 12

info: workshop@pomezialightfestival.it

Il workshop è aperto a tutti, ma abbiamo pochi posti disponibili, quindi vi chiediamo di rispondere a poche semplici domande!

Apri il link al sito

http://www.pomezialightfestival.it/plf18-workshop/

Le partiture-scultura 3D di Lino Strangis: conversazione con l’artista
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Il computer artist Lino Strangis ci ha abituato alla sua fascinazione per i nuovi strumenti offerti dalle tecnologie digitali che nelle sue mani diventano alchemicamente qualcosa di incredibilmente affascinante. Forse non tutti sanno per esempio, che si può usare la realtà virtuale per modellare letteralmente la materia di cui sono fatti se non i sogni almeno le sculture; artisti come Strangis e Quaiola sono già attivi da tempo sperimentando modalità creative molto originali, il primo seguendo una linea più astratta e artigianale, il secondo più vicino alla “robot live-sculpture”.

Con i nuovi software di modellazione sculpting in Virtual Reality a mano libera come  Medium di Oculus  per esempio, si lavora sul volume e non sulla superficie e si riesce a gestire geometrie in maniera fluida dopo un preventivo esercizio di adattamento all’ambiente virtuale, un insolito laboratorio di scultura completamente immersivo.

Si chiama Partitura spaziale la serie di sculture firmate da Strangis generate da una progettazione grafica, seguita da una modellazione “performativa” in Realtà virtuale tramite Oculus rifts (e relativi software) e create materialmente tramite stampante 3D con ritocco di penna 3D. Un procedimento che lascia davvero a bocca aperta per un risultato che fa intravedere nuove strade persino per una delle più tradizionali delle “beaux-arts”.

La partitura in scultura 3D assume la forma di un “totem di crome”, un prezioso e raffinato oggetto di  arte incisoria del XXI secolo dove le note fuori dal pentagramma sono state la base per una improvvisazione creativa, con gli strumenti grafici messi a disposizione dalla Realtà Virtuale.

Lino Strangis, artista sui generis, autodidatta e forse persino amanuense digitale, spiega la ragione di questa sua propensione per un “ecclettismo digitale” che nasconde una ricerca di libertà artistica assoluta, totale; dice l’artista:

Il senso sociale e politico sta nel fatto che l’arte deve essere libera, una scultura si genera dalla realtà virtuale, anziché su qualcosa scritto su un foglio. E’ anche un contenuto politico, perché abitui le persone a vedere e  a comporre e interpretare in modo diverso.

Sull’inedito procedimento l’artista di Lamezia spiega:

Modello una forma con un software Medium già in dotazione di Oculus Rift, e lo creo in un luogo virtuale, con il casco Oculus, attraverso simulazioni di tecniche virtuali o altre più classiche; il primo passaggio è individuare e modellare una forma base, la principale, nel caso di Partitura è la croma e poi successivamente, espando la forma nello spazio, Io ho disegnato un modulo che era una semplice croma, poi il sofware mi ha permesso di distribuire nello spazio questo modulo grazie alla gestualità che simula in tutto e per tutto una modellazione classica; poi questa forma viene articolata e sovrapposta, ma senza un progetto predeterminato, tutto viene trovato sul momento.

Sarà la fine della scultura propriamente detta?

Lino Strangis, Partitura spaziale n.7

E’ sicuramente una nuova frontiera, un nuovo modo di fare scultura,  ma non sono tra quelli che dicono: “C’è una Tecnica nuova smettiamo  con le altre”.

La curiosità dell’opera sta anche nella performance pre-produttiva che ricorda i movimenti coreografici del corpo e della mano di Jackson Pollock mentre sgocciola il colore nelle sue enormi tele,  impressi nei ritratti fotografici e filmici di Hans Namuth (1950)

La performance dunque, come matrice del segno artistico:

E’ una improvvisazione che genera la scultura ed è a sua volta una improvvisazione musicale, per partiture, una specie di danza pollockiana effettivamente, un movimento nello spazio per segnare queste forme.

Se riprendessi me stesso mentre faccio questa cosa potrebbe essere una performance. Una specie di Action 3D sculture.

Significa ritornare al segno tradizionale dunque?

Mi interessa superare la differenza, andare oltre la separazione tra ciò che fai nel mondo reale e ciò che fai in quello virtuale, non è importante una separazione ma una congiunzione degli opposti, Mi interessava dimostrare chele  arti grafiche e la computer art si uniscono.  In effetti oggi con questo software è possibile lavorare col corpo e con le mani, Non c’è più una vera distinzione tra arte che si fa al computer e arte che genera una scultura vera.

Dopo la modellazione?

Il procedimento continua, prendo il file esportato in estensione STL o OBJ e poi  stampo questa scultura  in 3D in stereolitografia (SLA); sulla base della grandezza della stampante che ho a disposizione  posso decidere come farla grande.  

Quanto tempo occorre?

7 ore per stampare queste sculture, poi c’è il ritocco

Quanto incide il procedimento della macchina su quello artigianale?

All’inizio avevo la percezione che appena fatto il file sarebbe stata la macchina a fare tutto, invece devo stare lì, fare la calibratura, devi assistere la macchina.

Articolo di ANNA MONTEVERDI

Lino Strangis è un artista mediale (videoarte, realtà virtuali interattive, sound art e musica sperimentale). Nato a Lamezia Terme il 19/01/1981, vive e lavora a Roma, Pisa e Torino. Dal 2006 partecipa a numerosi festival, mostre e rassegne storiche internazionali in Italia e all’estero e tiene diverse esposizioni personali in gallerie private e prestigiosi musei tra cui MACRO (Roma), MAXXI (Roma), MUSEO PECCI (Prato), Fabbrica del Vapore (Milano), Museo Riso (Palermo), MAUTO (Torino), PAN (Napoli), GAMC (Viareggio), Medienwerkstatt Bethanien (Berlino), White Box Museum of Art (Pechino), muBA (S.Paulo). Attivo anche come sound e multimedia performer, autore di musiche e sonorizzazioni per se stesso ed altri artisti è impegnato anche come curatore, critico indipendente e organizzatore di eventi: ha fondato il gruppo curatoriale Le Momo Electronique e dal 2011 è direttore artistico del C.A.R.M.A. (Centro d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate). Importanti sono anche i suoi impegni nel campo delle installazioni ambientali e delle scenografie multimediali e interattive: dal 2011 collabora agli spettacoli teatrali di Carlo Quartucci e Carla Tatò, ha realizzato le video-scenografie per spettacoli musicali quali SHAMANS OF DIGITAL ERA (che ha anche ideato e curato) e il 70° GALA CONCERT del conservatorio nazionale del Kazakistan.

Al via ARS ELECTRONICA FESTIVAL 2018
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Vienna/Linz, August 30, 2018)

The 2018 Ars Electronica Festival will envelop downtown Linz in a creative maelstrom September 6-10. The lineup encompasses more than 500 individual events at an array of venues extending from the main train station up to the base of Pöstlingberg. 12 locations will serve as the formal settings or be transformed into temporary spaces for ideas and visions of the future to emerge in free and playful ways. The main venue is once again POSTCITY.

 

Interviste ai protagonisti (artisti e teorici) del Teatro multimediale: nuove frontiere (della tecnologia) e vecchi problemi (di budget). #2 Giacomo Verde
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 1. Anna Monteverdi. Quando cominci un progetto artistico di teatro multimediale ti garantisci prima di avere il budget necessario tramite “call”, bandi, residenze o finanziamenti esterni di Teatri o lavorate in autoproduzione? E quali sono i costi di una tua produzione tecnologica?

GIACOMO VERDE: Di solito lavoro in auto produzione. Oppure sulla proposta di “qualcuno” di fare una nuova produzione. Non ho mai fatto bandi perché solitamente chiedono di vedere dei risultati che io posso raggiungere solo alla fine del lavoro. Dato che lavoro con tecnologia “povera” quando sono in autopruduzione i costi possono andare da alcune centinaia di euro ad un massimo tre o quattromila euro. Se invece c’è una commissione o una proposta di lavoro il budget può arrivare anche 20.000 euro. Parliamo comunque di produzioni medio/piccole.

2.Anna Monteverdi  Se ci fosse una “call” per teatro multimediale per incentivare il lavoro di nuovi autori o per una creazione di una nuova opera quale credi che sia una cifra adeguata che un Teatro, un Festival dovrebbe stanziare?

GIACOMO VERDE: Bisognerebbe dividere il costo del lavoro di ideazione, allestimento e prove da quello per le tecnologie. Quindi almeno 15 o 20 giorni di ideazione e prove tecnologiche per gli autori teatrali e tecnologici. Poi  dai 15 a 30 giorni di allestimento finale (con il numero di performer necessari) comprese la realizzazione di immagini, musiche o programmazione. E poi l’acquisto o i noleggi delle tecnologie necessarie. E parliamo comunque di produzioni medio/piccole. Quindi circa 7.000 € minimo per le persone + altrettanti per le tecnologie. Arrotondando servirebbero almeno 15.000 euro per fare una nuova piccola produzione che possa permettersi di sperimentare nuove soluzioni tecno-drammaturgiche.

3. ANNA MONTEVERDI Il sistema delle residenze può essere utile alla creazione del teatro multimediale? Cosa implica una residenza per questo teatro e nel caso, cosa dovrebbe offrire un teatro/Festival che propone una residenza a una intera troupe o compagnia? 

GIACOMO VERDE Si la residenza può essere certamente utile. La residenza deve offrire almeno l’ospitalità completa, lo spazio prove e se necessario assistenza tecnica. Se poi chi offre la residenza è anche il produttore o co-produttore dell’opera deve aggiungere quello che serve appunto alla sua realizzazione in termini economici.

4.ANNA MONTEVERDI Il fatto che vengano attribuiti finanziamenti così bassi come abbiamo osservato in questo periodo, a vostro avviso non obbliga forse l’artista a “spezzettare” il lavoro in troppi segmenti di lavoro che rischiano di far perdere continuità e novità al lavoro stesso? Come possiamo indirizzare una certa politica culturale teatrale a un maggior investimento facendo capire ai teatri la complessità (e i costi) di questo teatro?

GIACOMO VERDE In effetti lo spezzetamento delle produzioni in diverse residenze non aiuta la realizzazione. L’unica soluzione è che una realtà decida veramente di investire in questo campo dimostrando cosa si può davvero fare. Altrimenti vedo molto difficile che i “teatranti” italiani possano provare a fare qualcosa di nuovo rischiando cifre che considerano troppo impegnative. Per loro è meglio restare sul convenzionale o rischiare pochi soldi. Così in teatro non riescono ad entrare immaginari e argomenti che appartengono alla moderna cultura digitale se non in forma superficiale e banalmente “spettacolare”.

5.ANNA MONTEVERDI Esiste una formula ideale per la creazione di questo tipo di spettacolo? Quale situazione hai conosciuto che corrisponderebbe a una specie di “buona pratica” (residenziale o di produzione) legata al teatro tecnologico? 

GIACOMO VERDE La formula ideale è quella necessaria alla produzione di qualsiasi spettacolo innovativo: tempo, spazio, materiali e persone giuste con finanziamenti adeguati. Le situazioni buone che ho incontrate sono state  EX Machina di Lepage come modello massimo e ultimamente (in piccolo) la Compagnia ALDES di Roberto Castello nella quale mi trovo ad operare per le mie produzioni.

6.ANNA MONTEVERDI A tuo avviso c’è qualche nuova tecnologia che non è ancora stata esplorata e che si presterebbe a un “nuovo formato” di teatro tecnologico? Per esempio la Robotica o la AI? 

GIACOMO VERDE Secondo me la Realtà Aumentata è una tecnologia che può essere ancora molto esplorata per “nuovi formati” teatrali. La Robotica e la AI aprono delle questioni che al momento trovo meno interessanti dal punto di vista scenico. Bisognerebbe comunque avere tempo e tecnologie e disposizione per poterle sperimentare. Immagino che in teatro entreranno a farne parte davvero solo quando gli autori teatrali faranno esperienza di queste tecnologie nella loro vita quotidiana.

7.ANNA MONTEVERDI La considerazione che ci sono poche produzioni  o pochi gruppi che propongono modalità innovative sul piano della narrazione teatrale (ritornando al vecchio “videoteatro mai tramontato)  mette a vostro avviso in stallo anche l’aspetto di un’analisi teorica del fenomeno della cosiddetta “intermediality?” 

GIACOMO VERDE Si certo. Anche se sul “vecchio video teatro” in realtà non è mai stata fatta un’analisi approfondita e condivisa tale da permetterne una sua evoluzione. Anche per questo ci sono poche nuove produzioni o gruppi che lavorano in questa direzione. Ancora c’è molta ignoranza sull’uso e sul significato delle tecnologie video o digitali in teatro. Attualmente il teatro italiano è l’ultimo anello della catena di mutazioni antropologiche in atto provocate dall’avvento del digitale. E questo perché in Italia siamo troppo legati a schemi mentali che tengono separati cultura umanistica e cultura scientifica. Anche se siamo la patria di Leonardo!!

Doppio appuntamento ad ARS ELECTRONICA di Linz per Gabriele Marangoni insieme alSecret Theater Ensemble e Tempo Reale: il progetto SILENT in apertura del Festival ed il live set RED NOISE al grande concerto finale.
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SILENT – 6 settembre 2018 dalle ore 20.00 Ars Electronica Festival, POSTCITY Linz

Il progetto italiano SILENT scelto per l’opening dell’importante Festival di Linz, un’apertura dove la ricerca artistica abbraccia la ricerca tecnologica e diviene momento immersivo ed inclusivo.

Una versione inedita che anticipa l’importante appuntamento del 29 gennaio 2019 al LAC di Lugano.

RED NOISE – 9 settembre 2018 Ars Electronica Festival, POSTCITY Linz

Si tratta di un live-set elettroacustico, un flusso continuo di suono.

Una sequenza di respiri, di aria, di vibrazioni acustiche generate dal più contemporaneo tra gli strumenti acustici: la fisarmonica.  RED NOISE è ricerca, sperimentazione ed improvvisazione.

SECRET THEATER ENSEMBLE

secrettheaterensemble@gmail.com

https://www.facebook.com/secrettheaterensemble

FOTO DARIO GAREGNANI

 SILENT – 6 settembre 2018 opening di Ars Electronica Festival

SECRET THEATER ENSEMBLE e TEMPO REALE presenteranno all’Ars Electronica Festival 2018 di Linz  SILENT –  visioni dal limite della percezione di Gabriele Marangoni.

Dopo il successo della prima assoluta di Silent, alla scorsa edizione del Festival Aperto di Reggio Emilia, si propone una nuova versione site – specific del progetto.

Una versione inedita che anticipa l’importante appuntamento del 29 gennaio 2019 al LAC di Lugano.

SILENT non è solo un’opera sperimentale, SILENT è un evento di inclusione sociale, pensato per una fruizione totale che unisce udenti e non udenti in un’unica esperienza. La tecnologia: un dispositivo meraviglioso di inclusione sociale.

FOTO DARIO GAREGNANI

SILENT – visioni dal limite della percezione

Composizione e direzione artistica: Gabriele Marangoni

Live Electronics: Damiano Meacci

Voce solista con tecniche estese: David W. Benini

Performer sordo: Giuseppe Gallizzi

Producer: Giulia Soravia

Produzione: Secret Theater Ensemble + Tempo Reale

FOTO DARIO GAREGNANI

RED NOISE – 9 settembre 2018 grande concerto finale di Ars Electronica Festival

RED NOISE è un live-set elettroacustico, un flusso continuo di suono.

Una sequenza di respiri, di aria, di vibrazioni acustiche generate dal più contemporaneo tra gli strumenti acustici, la fisarmonica. In Red Noise la fisarmonica è preparata, lamine di ferro vengono poste tra le ance e si crea un errore nel suono, una variazione a tratti non controllabile, libera, umana.

In occasione del debutto austriaco di RED NOISE il live-set sarà accompagnato da video in real time dell’artista slovena Maja Smrekar

Ideazione e live-set: Gabriele Marangoni

Video: Maja Smrekar

VISUALIA FESTIVAL OF LIGHT] (Pula sept 13-15)
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Visualia Festival is a free-of-charge event organized and presented by Sonitus Association and Tourism Office Pula.

In 2013, the Festival proudly started the tradition of sustainable presentation of innovative works in the field of audiovisual, visual and performative art with the aim of enhancing, with the help of modern technology and high-quality equipment, the city’s cultural and artistic capacity by showing its qualities and its beauty in the best possible way.
Thanks to huge public interest and community support, we keep fighting prejudices towards everything that is new and we continue bravely forward with public promotion of light art while celebrating our sixth year of work.

Visualia festival è il primo festival delle luci in Croazia che presenta tutta la magia e la bellezza di tecnologie nuove e arti audiovisive, e fa di Pola uno specifico brand.

Il festival si è tenuto per la prima volta nel 2013 con un 3D mapping e ogni anno il suo programma diventa sempre più ricco. Già l’anno seguente sono stati presentati i Giganti luminosi, le gru del cantiere navale Uljanik, che hanno dato una nuova personalità alla città. Nel 2015, presso l’Arena, è stato battuto il record del Guinness dei primati nella categoria per la fotografia con il maggior numero di persone disposte a forma di un segno luminoso, chiamato Light Postcard. Nel 2016 il Visualia festival è stato incluso nel calendario dei festival mondiali delle luci.

Durante i tre giorni del suo svolgimento, il festival polese delle luci ospita all’incirca diecimila visitatori che si godono esperienze ed emozioni indimenticabili e nuove.

Di più su:
https://www.facebook.com/VisualiaFestival/

[SEPTEMBER 13 – 15]

You know that feeling you get towards the end of summer when days are getting shorter and you think that everything is over? Right then we will awake new sensations in you and offer you an unforgettable experience because this year, also, we are kicking off our programme in autumn – a perfect season for enjoying evening strolls and magic of light.

[PULA – CITY OF LIGHT]

We love Pula and venues located in the old town, but we also like to approach them with innovative ideas. Therefore, during three days we will revive all major city venues and transform historical and cultural buildings. Which venues and how many of them? Don’t worry, we are preparing a detailed Visualia map, which will help you organize your own lighting itinerary. 😉

_ VISUALIA Best Off_

_ Visualia is interactive _
_ Visualia is innovative _
_ Visualia offers unforgettable experience _

This year’s Festival concept will offer the best from all previous four years plus all fifth year’s novelties of which we have to mention the night lighting race “Pula X” organized by the Association of Kinesiologists of Pula.
Shortly, we created a programme that ensures_
the largest number of venues, the best artists, the best 2D&3D Video Mappings and of interactive and lighting installations. Moreover, you must not miss the spectacular lighting performances and shows!

Sounds interesting and you want to be informed on time?

That is what this event is for – to help you find all Festival information! So be active, follow us, invite your friends because we have many surprises prepared and we can’t wait to see you all!
🙂 🙂

#visualiafestival
#pulapluslight

SIX CHARACTERS IN SEARCH OF AN AUTHOR by director Oliver Frljić at BITEF FESTIVAL 2018 Belgrade
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Six Characters in Search of an Author is yet another performance by director Oliver Frljić at BITEF 17SEP Atelje 212 Theatre – Mira Trailović Stage) in which he mercilessly attacks the Croatian right wing in his own unique way. Although at first seemingly unusual, since it is not based on documentary material but on the famous work by Luigi Pirandello – the topic of which is not political but philosophical – Frljić strikes a blow right from the start.

 

The actors are not preparing another Pirandello’s play but an imaginary, improvised, satirical play, typical of Kerempuh Satirical Theatre, whose characters are true protagonists of Croatian right wing – Hasanbegović, Željka Markić, Tompson, etc. After this fierce, hilarious, and comically full-blooded introduction, Frljić makes a stronger link to Pirandello’s story. From the first appearance of these characters, the audience follows the original narration, though occasionally more or less dramaturgically altered. In that main part of the performance, however, the director does make an intelligent link to the expansion of the right wing, which is the main concept of the performance. While imploring the actors to play their drama, the characters keep referring to “family values”, since all of them belong to a somewhat bizarre family. It is exactly this bizarre aspect of those relationships – violence, incest, soliciting of children for prostitution – that represents the inside of the conservative outcry “in the name of family values”. It This exclamation thus represents in theatre what it often is in reality: an expression of hypocrisy and moral double standards.

Il musicista Gabriele Marangoni e il suo Secret Theater Ensemble sbarca a Linz-Ars Electronica con due progetti di musica e elettronica.
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Anticipando il grande appuntamento del 29 gennaio 2019 al LAC di Lugano e dopo la presenza al Festival di Reggio Emilia, il progetto musicale SILENT di GABRIELE MARANGONI sbarca  niente meno che all’Ars Electronica Festival di Linz IL 6 SETTEMBRE.

IL 9 SETTEMBRE SEMPRE ALL’INTERNO DI ARS ELECTRONICA PROPORRA’ RED NOISE : Gabriele Marangoni, prepared accordion and live electronics

Il debutto austriaco di SILENT selezionato per la serata dell’OPENING vedrà la realizzazione di una versione, più compatta, più elettronica e site-specific per il Festival e  in collaborazione con Tempo Reale.

Silent è un viaggio visionario ai limiti della percezione, come recita il sottotitolo, in virtù della presenza di un artista sordo al fianco dei solisti. L’idea centrale è quella di accedere a una regione estrema della percezione, in cui il suono si fonde con la vibrazione e con il gesto. Ciò è reso possibile da dispositivi tecnologici e scenici in grado di mettere in comunicazione i performers fra loro e col pubblico superando la “barriera” del suono. In scena, così come in platea, sordi e udenti potranno condividere la stessa esperienza musicale, artistica, umana.

 

“ La scrittura di Silent è sempre più un viaggio misterioso verso l’ignoto ed il solo immaginato, nessuna rete, nessun riscontro. Un’opera sonora concepita con chi e per chi non può sentire i suoni ma che può viverne l’esperienza fisica” Gabriele Marangoni.

La produzione di SILENT è a cura del SECRET THEATER ENSEMBLE, una realtà nuova, formata da artisti di comprovata esperienza e che da sempre lavorano sull’innovazione, ensemble fondato nel 2017 da Gabriele Marangoni (compositore, musicista e docente presso il Conservatorio di Musica G.P. Palestrina di Cagliari) e Dario Garegnani (direttore d’orchestra attivo sulla scena contemporanea italiana ed europea) che con SILENT avrà il suo debutto.
Silent è tecnologia, dispositivi ed interazione generata e controllata in coproduzione con il centro di ricerca musicale TEMPO REALE di Firenze.

Live Electronics : Damiano Meacci. Voce solista con tecniche estese : David W. Benini. Performer sordo :Giuseppe Gallizzi. Composizione e direzione artistica : Gabriele Marangoni. Produzione : Secret Theater Ensemble + Tempo Reale

 

BIO

“Il mio pensiero è sonoro e con il suono posso creare. Il suono per me è un elemento puro, che permette di giungere ad una comunicazione di livello sensoriale, dove una volta negata  la comprensione, asettica e superficiale, l’ascoltatore può esplorare i propri paradigmi d’interpretazione. Concedersi al suono, significa anche  scoprire la propria fragilità, prendere contatto con la propria intimità.  L’atto sonoro, il momento dell’esecuzione, deve essere per chi ne prende parte (interpreti o pubblico) un rituale, dove confluiscono tutte le loro energie, bisogna spingersi ai limiti ed utilizzare il massimo del proprio potenziale.”

Le sue composizioni sono eseguite in tutto il modo, dalle rassegne di musica contemporanea ai festival di teatro. Ottiene con la valutazione di Eccellenza il Master of Advanced Studies in Contemporary Music Performance and Interpretation presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, il Master in Fisarmonica Digitale con il massimo dei voti presso il Conservatorio G.Verdi di Milano; in precedenza, sempre col massimo dei voti, ottiene il Diploma in Fisarmonica sotto la guida del M.Sergio Scappini , studia Composizione Sperimentale con il M. Dario Maggi presso il Conservatorio di Musica di Milano. Presso l’Università degli Studi di Torino ottiene la Laurea in Scienze e Tecnologie delle Arti con il professor Ernesto Napolitano. Parallelamente agli studi universitari frequenta i corsi di Composizione musicale con l’ausilio di tecnologie elettroniche al centro di ricerca musicale AGON di Milano. 

Le sue opere si sviluppano dalla musica sperimentale per il teatro alla sonorizzazioni di spazi scenici , dalla musica contemporanea per ensemble, solisti e orchestre, a progetti di alta tecnologia, spettacoli, musica elettronica ed elaborazioni sonore dal vivo. La sua arte si espande anche verso installazioni, video e performance, anche in collaborazione con alcuni dei più grandi artisti, interpreti e direttori d’orchestra della scena contemporanea.

I suoi lavori sono stati presentati in festival come Euro Scene Festival, Lipsia (Germania), Festival Zoom, Rijeka (Croazia), Shangai Festival internazionale del teatro sperimentale (Cina), World Performing and Visual Arts Festival, Lahore (Pakistan), Off Frame Intenational Festival , Belgrado (Serbia), Festival LongLake, Lugano (Svizzera), Festival Vie, Modena (Italia), Festival Iberoamericano, Bogotà (Colombia), Festival Intercity, Firenze (Italia), Sound Thought Festival, University of Music Glasgow (UK), Festival Aperto, Reggio Emilia (Italia), Ars Electronica Festival, Linz (Austria), Festival Akousma, Montreal (Canada), Festival Musica Contemporanea, Cagliari (Italia).

Lavora a stretto contatto con ensemble di musica contemporanea e sperimentale stabili o che vengono formati appositamente per l’esecuzione dei suoi lavori in Italia ed all’estero, tra le sue ultime opere per ensemble con tour internazionale:

Birth (re) BoundBe, perr fisarmonica, 2 tromboni, 2 percussionisti, violino, viola, violoncello, contrabbasso, direttore; Round, per pianoforte, percussioni, 2 fisarmoniche e 4 soprani;
Diffraction# 1 per fisarmonica, viola, percussioni, soprano, clarinetto ed elettronica;
Human per ensemble variabile, elettronica e video.

Da sempre appassionato dall’evoluzione della scrittura musicale ha realizzato ed eseguito l’opera omnia indeterminata di John Cage (in particolare ha realizzato più versioni del capolavoro Variation I),Plus-Minus e Spiral di Karlheinz Stockhausen, Volumina di Ligeti, attualmente si dedica allo studio e all’esecuzione delle opere del Laboratoire New Music di New York.

Ha composto ed eseguio 15 opere di Teatro Musicale, collaborando stabilmente con la Markus Zhoner Arts Company di Zurigo, Qendra Multimedia di Prishtina, la compagnia Mood Machine di Parigi e la compagnia Teatro di X di Lugano

Le sue opere sono state trasmesse da: RSI (Radio Svizzera Italiana), Radio Rai (Radio Nazionale Italiana), Rai5 (televisione nazionale italiana), TSI (Svizzera televisione nazionale), Radio France. Lavori recenti  Alcune collaborazioni: Salvatore Sciarrino, Sylvano Bussotti, Volkstheater (Wien), Mood Machine (Parigi), Edgar Barroso (Harvard Music University), Zohner Arts Company (Zurigo), National Theater (Pristina), KZD, Belgrado (Serbia), Agon ars magnetica (Milano), Tempo Reale (Firenze).Galleria arte moderna GAM (MIlano), Museo del 900 (MIlano), Museo della moda e del design (Milano), Museo d’arte contemporanea (Bogòta), Facoltà di Teatro sperimentale di Bogòta, Museo d’Arte Moderna (Lugano), Atelier Foelmi (Zurigo). Glaskow University (Glaskow), Conservatorio della Svizzera italiana (Lugano), Conservatorio G.Verdi Milano.

E’ docente di fisarmonica presso il Conservatorio di Musica Giovanni Pierluigi da Palestrina di Cagliari. Le sue partiture sono edite dalla DaVinci Editions di OSAKA.

Interviste ai protagonisti (artisti e teorici) del Teatro multimediale: nuove frontiere (della tecnologia) e vecchi problemi (di budget). #1 Antonio Pizzo
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Recentemente un bando apparso in rete che offriva residenza e cachet decisamente basso per progetti e spettacoli multimediali, ha riportato in luce la questione dei costi (per i teatri ma soprattutto per i creatori) di questi progetti  Sono veramente consapevoli coloro che ospitano questo tipo di spettacolo o chi propone residenze, di cosa implica allestire un lavoro tecnoteatrale? E’ corretto metterlo sullo stesso piano di una normale produzione?  Quali sono i budget che gli artisti o i promotori di questo teatro spendono realmente per le produzioni? Esistono “buone pratiche” di creazione collettiva o esempi di residenze specificatamente dedicate al teatro multimediale che possano essere considerati dei modelli? E in epoca di “software culture” e di “convergence culture” dove sta andando il teatro che usa nuovi, nuovissimi o vecchi media?

Ne parliamo con alcuni artisti autori e teorici: le domande sono comuni (Anna Monteverdi)

Cominciamo con uno degli studiosi di riferimento, Antonio PIzzo (autore tra gli altri, di Neodrammatico digitale: scena multimediale e racconto interattivo), che si è anche fatto promotore di nuove produzioni con Marcel.lì Antunez Roca all’interno dell’Università di Torino dove è docente associato al Dipartimento di Studi umanistici,  E’ direttore del CIRMA Centro interdipartimentale per la ricerca sul multimedia e audiviosivo. E’ Co-fondatore di Officine sintetiche. ed è membro del comitato di redazione di MImesis Journal.Scritture della performance.


1. Quando cominciate un progetto artistico di teatro multimediale vi garantite prima di avere il budget necessario tramite “call”, bandi europei, residenze o finanziamenti esterni di Teatri o lavorate in autoproduzione? 

Antonio Pizzo Le volte in cui nel mio lavoro universitario ho partecipato ad attività produttive (spettacoli, istallazioni, ecc.) ho sempre verificato prima l’esistenza di un budget necessario (sia che provenisse da una linee finanziamento sia che fosse un incarico diretto)

2. Se ci fosse una “call” di teatro multimediale per incentivare il lavoro di nuovi autori o per una creazione di una nuova opera quale credete che sia una cifra adeguata che un Teatro, un Festival dovrebbe stanziare?

Antonio Pizzo: Non credo che si possano fare produzioni al di sotto dei 50.000 euro. Nella mia esperienza ho partecipato a progetti che sono costati di meno ma solo perché una buona parte del lavoro era fornita in co-finanziamento dall’Università.

3. Il sistema delle residenze può essere utile alla creazione del teatro multimediale? Cosa implica una residenza per questo teatro e nel caso, cosa dovrebbe offrire un teatro/Festival che propone una residenza a una intera troupe o compagnia?

Antonio Pizzo: Il cosiddetto teatro multimediale condivide con il teatro “normale” una forte artigianalità. Solo raramente le soluzioni tecnologiche sono frutto di ricerca e innovazione specifiche (strumenti o applicazioni sviluppate ad hoc da laboratori specializzati, e in quel caso il budget sale esponenzialmente). La condizione più consueta è utilizzare in modo originale le tecnologie disponibili. Questo richiede un tempo di conoscenza con i sistemi, le macchine, le soluzioni. Le residenze sarebbero le occasioni principali per sviluppare questo tipo di competenze.

4.Il fatto che vengano attribuiti finanziamenti così bassi come abbiamo osservato in questo periodo, a vostro avviso non obbliga forse l’artista a “spezzettare” il lavoro in troppi segmenti di lavoro che rischiano di far perdere continuità e novità al lavoro stesso? Come possiamo indirizzare una certa politica culturale teatrale a un maggior investimento facendo capire ai teatri la complessità (e i costi) di questo teatro?

Antonio Pizzo : Nelle statistiche SIAE sullo spettacolo di alcuni anni fa emerge che lo spettacolo teatrale incassa ben di meno di altre forme di intrattenimento. Ma soprattutto si vede che quei pur minori incassi, sono sviluppati da produzioni eminentemente commerciali (musical, artisti famosi in TV). Vale a dire che sul piano della produzione Italiana di spettacolo, il teatro che noi esperti vediamo non ha quasi nulla a che fare con quello che vede il grande pubblico; tenendo conto di questa situazione, il sostegno dovrebbe scaturire da una visione programmatica della politica (nazionale e locale). Mi sembra difficile che in questo frangente si prenda una tale strada. Il modello “spacchettamento” è pericoloso perché impone all’artista di sviluppare sempre progetti di piccola portata. Lo stesso vale per il teatro di prosa in cui ormai i registi devono dirigere solo monologhi (per questioni di budget) e la nuova generazione perderà le competenze di direzione di un gruppo di attori. La direzione di una grossa compagnia, la messa in scena di un testo con più personaggi, saranno appannaggio di pochi. Gli altri sapranno solo dirigere due attori che parlano al pubblico. Senza grandi budget, non svilupperemo le competenze per far evolvere il teatro multimediale. lo faranno altrove probabilmente. Noi ritorneremo il paese famoso per gli attori geniacci della scena, simpatici e gigioni. Ma i grandi spettacoli li faranno altri. 



> 5.Esiste una formula ideale per la creazione di questo tipo di spettacolo? Quale situazione avete conosciuto che corrisponderebbe a una specie di “buona pratica” (residenziale o di produzione) legata al teatro tecnologico?

Antonio Pizzo premetto che sono di parte, ma credo che le residenze (vista la scarsità di budget) potrebbero essere più produttive se messe in rete con i centri di ricerca universitari e non, che sviluppano attività nel campo della creatività digitale. In questo modo gli artisti potrebbero contare su un bagaglio di competenze (tecniche e progettuali) senza costi aggiuntivi.

> 6. A vostro avviso c’è qualche nuova tecnologia che non è ancora stata esplorata e che si presterebbe a un “nuovo formato” di teatro? Per esempio la Robotica o la AI?

Antonio Pizzo Il teatro intermediale si è prevalentemente concentrato sulla medializzazione del corpo. In altre parole sul rapporto tra scena reale e media digitali. Esiste una linea di ricerca scientifica e artistica che lavora sull’utilizzo della intelligenza artificiale per creare/supportare/aumentare eventi performativi. Credo che questa sia una delle sfide più interessanti del prossimo decennio.

>
7.La considerazione che ci sono poche produzioni  o pochi gruppi che propongono modalità innovative sul piano della narrazione teatrale (ritornando al vecchio “videoteatro mai tramontato)  mette a vostro avviso, in stallo anche l’aspetto di un’analisi teorica del fenomeno della cosiddetta “intermediality?”

Antonio Pizzo Il teatro ha ampiamente assorbito l’utilizzo del video. Ormai sono numerose anche le opere liriche che fanno uso di videoscenografie. Ma è vero che la maggior parte degli eventi è di tipo tradizionale. Questo dipende sempre dai budget a disposizione che non permettono alcun tipo di investimento economico su innovazione linguistica. D’altra parte è pur vero che i modelli intermediali trovano applicazione in ambiti non specificamente teatrali. Se allarghiamo il nostro sguardo alla musica, all’arte contemporanea, agli eventi di intrattenimento ludico, allora forse vedremo che l’intermedialità è diventata un linguaggio più diffuso di quello che appare dal punto di vista teatrale. L’analisi teorica sulla intermedialità potrebbe mettere in luce gli elementi tradizionalmente frutto di un sapere “teatrale” (la drammaturgia, l’attore, il personaggio, la relazione in tempo reale con il pubblico) in eventi che si svolgono in ambiti spuri e differenziati. Invece di inserire oggetti diversissimi in ambito performativo solo per la loro natura intermediale (la tecnologia, la comunicazione, ecc.) si potrebbe riconoscere che questi oggetti non costituiscono performance teatrali e verificare puntualmente quali siano i contributi del sapere teatrale nella loro progettazione.

 

A Miniere sonore 2018 Oristano Berta Delgado Fernandez- LRM Performance – Locus
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Kowloon

http://minieresonore.com/event/lrm-performance-locus-in-concerto-26-agosto-2018/

“Performance interdisciplinare astratta di 50 minuti eseguita da tre artisti, liberamente ispirato alla cultura visiva di Hong Kong, con pezzi di Gordon Matta-Clark ed estratti dei films di Tsai Ming-Liang e molte altre influenze. Una proiezione continua di movimento e suono con 22 scene di performance, installazioni, proiezioni analogiche e arte sonora live e registrata. Non sono presenti testi e voci. Il titolo è una chiara allusione alla città murata di Kowloon di Hong Kong, che fu abbattuta nel 1996 ed ora al suo posto ha sede il Kowloon Walled City park. LRM Locus non si focalizza sull’arte concettuale o narrativa, non è quindi presente nessuna parte descrittiva della storia della Walled City.

Kowloon. LRM Locus. Foto: Berta Delgado

“Il nostro lavoro cerca emozioni non mediate, evita espressamente la narrazione evitando qualsiasi concetto.

Qualsiasi città murata delle immagini di Kowloon è intrisa di una varietà di note musicali tradizionali e  contemporanee, visual, danza e movimento, architettura, scienza.

Poiché il nostro processo creativo ed i suoi risultati sono intenzionalmente non concettuali, le influenze, il titolo o le sue associazioni sono riferimenti da non prendere alla lettera.

Sottolineiamo il diritto dello spettatore ad una libera interpretazione, un qualcosa secondo noi che alcune arti concettuali e narrative impediscono. Per questo motivo, se lo spettatore avrà una personale interpretazione del nostro lavoro, sarà un piacere per noi conoscere il suo punto di vista e gli eventuali riferimenti o citazioni trovate. Maggiori interpretazioni riceveremo da parte del nostro pubblico, maggiore sarà la nostra soddisfazione.” – LRM Locus, 2015″

Sai a quanto ammonta il tuo diritto di seguito depositato in SIAE? Se sei un autore “non reperito” o un erede potresti avere una bella sorpresa
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Non lo sapevo neanche io che frugo in rete ovunque. Esiste il diritto di seguito. Per le opere di arte visiva. Il “diritto di seguito” (droit de suite), è il diritto dell’autore di opere delle arti figurative e dei manoscritti a percepire una percentuale sul prezzo di vendita degli originali delle proprie opere in occasione delle vendite successive alla prima.

Ce lo insegna la SIAE che incassa per noi e se non l’autore non viene reperito, i soldi finiscono per rimanere in una lunga attesa silente, molto lunga! diciamo anche 10 anni! 

Quindi se qualche tua opera è stata venduta e non sei ancora stato contattato perché non conosciuto dagli uffici SIAE, beh, forse ti conviene controllare!

Ecco cosa dice SIAE e legge n- 39 del 2002; di seguito anche le modalità che la SIAE indica per avere le proprie spettanze.

Con la Legge 1 marzo 2002, n. 39 “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alla Comunità Europea-Legge comunitaria 2001 ”, il Governo era stato delegato ad emanare il decreto di attuazione della Direttiva 2001/84/CE sul “diritto di seguito”.

Ciò è avvenuto con il Dlgs n.118 del 13/2/2006 “Attuazione della direttiva 2001/84/CE, relativa al diritto dell’autore di un’opera d’arte sulle successive vendite dell’originale” pubblicato nella G.U. serie generale n. 71 del 25/3/2006 e in vigore dal 9/4/2006.

Il compenso è a carico del venditore ed è dovuto per tutte le vendite successive alla prima cui partecipi, come venditore, acquirente o intermediario, un professionista del mercato dell’arte. Saranno quindi soggette ad esso le transazioni di gallerie, case d’asta o mercanti d’arte, mentre saranno escluse le vendite dirette tra privati. L’importo del compenso sarà in percentuale, individuato per scaglioni, su quanto ottenuto per ogni vendita.

In base alla norma, per opere d’arte si intendono le creazioni originali dell’artista, come quadri, collages, dipinti, disegni, incisioni, stampe, litografie, sculture, arazzi, ceramiche, opere in vetro, fotografie ed esemplari considerati come opere d’arte e originali, nonché i manoscritti.

SIAE è incaricata di incassare il diritto di seguito per conto di tutti gli artisti anche se non associati all’Ente.

SIAE già riceve i diritti dei propri aderenti da parte delle società d’autori consorelle nei cui paesi il diritto di seguito è stato introdotto.

Accedi al Portale Online per la Dichiarazione del Diritto di Seguito

Guida al Diritto di Seguito per l’artista e la sua opera

Guida al Diritto di Seguito per i professionisti del mercato dell’arte

SIAE: diritti in cerca d’autore. Migliaia di scrittori in un elenco che nessuno conosce per i diritti di autori non reperiti: c’è anche il tuo nome?
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UN elenco silente, conti “dormienti” in attesa dell’autore perché non reperito da SIAE. SI chiamano “diritti di reprografica” e molti non ne conoscono l’esistenza.

Forse siete a credito della Siae e non lo sapete. Controllate il vostro nome, se c’è, inviate i dati e richiedete di essere pagati come da modulistica.

Grande o piccola entità sono pur sempre soldi che derivano dal vostro lavoro d’ingegno.

Ecco cosa dice SIAE nel sito:

SIAE corrisponde agli autori ed editori i diritti incassati per la fotocopiatura dei volumi o fascicoli di periodici effettuata presso copisterie, biblioteche pubbliche ed universitarie, ecc.

La legge n. 633 del 1941, così come modificata dalla legge 248 del 2000, consente la fotocopiatura dei volumi e fascicoli di periodici senza la preventiva autorizzazione degli aventi diritto, purché effettuata per uso personale ed entro il limite massimo del 15%, prevedendo che da parte di biblioteche e centri copia sia corrisposto un compenso. SIAE, per legge, ha il compito di incassare e ripartire agli autori ed editori i compensi, in base agli accordi stipulati ad hoc con le associazioni rappresentative delle parti interessate (autori, editori ed utilizzatori).

La ripartizione dei diritti d’autore relativi all’attività di reprografia effettuata nel corso dell’anno avviene entro il mese di dicembre dell’anno successivo in base ad un sistema di campionamento le cui operazioni di rilevazione e di elaborazione dati sono state affidate, dietro compenso, alle associazioni rappresentative degli autori ed editori.

A conclusione delle attività di rilevazione e campionamento, le associazioni rappresentative degli autori ed editori forniscono le liste dei nominativi degli aventi diritto a SIAE che provvede a contattare gli aventi diritto individuati per liquidare loro quanto di propria spettanza.

Al fine di individuare gli esatti recapiti di tutti gli autori o dei loro eredi viene messo a disposizione in questo sito l’elenco degli autori i cui recapiti non sono stati reperiti, quelli su cui esistono dubbi di omonimia, quelli i cui eredi non sono stati individuati e quelli che non hanno fornito riscontro alle comunicazioni di SIAE. Detto elenco viene aggiornato periodicamente.

I titolari di diritti che si riconosceranno in detto elenco potranno contattare direttamente gli uffici di SIAE secondo le istruzioni fornite nell’elenco stesso.

 

EASTAP FIRST CONFERENCE IN PARIS OCTOBER 25 – 27, 2018
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Nous avons le plaisir d’annoncer la tenue du premier Congrès de l’ EASTAP- European Association for the Study of Theatre and Performance

PARIS, 25 – 26 – 27 OCTOBRE

Fondée en octobre 2017 à Paris, l’EASTAP se propose de rassembler chercheurs et artistes européens afin de favoriser et promouvoir les multiples méthodes et approches pratiquées en matière de recherche dans les disciplines du théâtre et de la performance en incluant les différents arts de la scène, notamment la danse, la marionnette et le cirque, l’opéra et toute autre forme d’art vivant.

Milo Rau sera l’artiste associé à ce premier grand événement

KRYSTIAN LUPALe Procès d’après Franz Kafka- FESTIVAL D’AUTOMN-PARIS
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En Pologne, où le pouvoir conservateur en place entraîne le pays dans des voies de plus en plus kafkaïennes, le metteur en scène Krystian Lupa, familier des auteurs de langue allemande, aborde pour la première fois l’œuvre de Franz Kafka. Avec sa patte inimitable, il adapte Le Procès.

 

Familier des auteurs de langue allemande, dramaturges ou romanciers, et en particulier de Thomas Bernhard – comme on a pu en juger au Festival d’Automne il y a deux ans avec trois productions –, Krystian Lupa n’avait jamais abordé Franz Kafka. C’est désormais chose faite. Il avait adapté Le Procès pour la troupe du Théâtre Polski de Wroclaw, et commencé les répétitions au printemps 2015. Tout s’était brutalement arrêté à la suite de la nomination d’un nouveau directeur plus docile avec le pouvoir ultra-conservateur de Varsovie, tenu par le parti « Droit et justice » prônant une vision nationaliste du théâtre. Protestation, grève, émoi international. Avec l’aide et le soutien de plusieurs théâtres de Varsovie et de l’étranger, Krystian Lupa a pu remettre son spectacle en chantier. Sa version du Procès porte les stigmates de cette histoire. Le Procès est une œuvre inachevée. Krystian Lupa s’en accommode et y invite Félicia, la fiancée de Franz Kafka, ainsi que son ami Max Brod, celui à qui Kafka avait demandé de brûler ses écrits après sa mort. Son ami décédé, Max Brod, ne brûla rien. C’est ainsi que l’on peut lire Le Procès et voir aujourd’hui Krystian Lupa s’en emparer dans son pays devenu kafkaïen.
––––––
Durée : 4h30 (entractes inclus)
Spectacle en polonais surtitré en français

Générique

Mise en scène, adaptation, décors, lumières, Krystian Lupa
Avec Bożena Baranowska, Maciej Charyton / Bartosz Bielenia, Małgorzata Gorol, Anna Ilczuk, Mikołaj Jodliński, Andrzej Kłak, Dariusz Maj, Michał Opaliński, Marcin Pempuś, Halina Rasiakówna, Piotr Skiba, Ewa Skibińska, Adam Szczyszczaj, Andrzej Szeremeta, Wojciech Ziemiański, Marta Zięba, Ewelina Żak
Gloses, Krystian Lupa, Andrzej Kłak, Marta Zięba, Marcin Pempuś, Adam Szczyszczaj, Małgorzata Gorol, Radosław Stępień
Traduction, Jakub Ekier
Costumes, Piotr Skiba
Musique, Bogumił Misala
Vidéo, Bartosz Nalazek

Production principale Nowy Teatr (Varsovie)
Production STUDIO teatrgaleria (Varsovie) ; Teatr Powszechny (Varsovie) ; TR Warszawa ; Le Quai – CDN Angers Pays de la Loire
Coproduction Kunstenfestivaldesarts (Bruxelles) ; Printemps des Comédiens (Montpellier) ; La Filature, Scène nationale (Mulhouse) ; Théâtre du Nord – Centre Dramatique National Lille / Tourcoing / Hauts-de-France ; La rose des vents – Scène nationale Lille Métropole Villeneuve-d’Ascq ; HELLERAU – Europäisches Zentrum der Künste Dresden ; Onassis Cultural Centre-Athens ; Odéon-Théâtre de l’Europe (Paris) ; Festival d’Automne à Paris
Coréalisation Odéon-Théâtre de l’Europe (Paris) ; Festival d’Automne à Paris
Avec le soutien de l’Adami
Avec le soutien du Adam Mickiewicz Institut dans le cadre du centenaire du retour à l’indépendance de la Pologne
Spectacle créé le 15 novembre 2017 au Nowy Teatr (Varsovie)

Odéon-Théâtre de l’Europe

20 au 30 Septembre

Jeu. 20 au dim. 30 septembre
Mer. au sam. 19h, dim. 15h, relâche lun. et mar.
9€ à 40€ / Abonnement 9€ à 28€
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Durée : 4h30 (entractes inclus)
Spectacle en polonais surtitré en français

VIDEO INSTALLATIONS AND PERFORMANCES WITHOUT ACTORS AT THE 52ND BITEF Festival BELGRADE
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Performance: Pa'am, photo: Maya Iltus

Performance: Pa’am, photo: Maya Iltus

Fifty-second edition of Bitef will be held in Belgrade from the 13th till  the 22nd September under the slogan The World Without Us. One of the segments of this year’s festival, whose two of three productions directly deal with the phenomenon of death, reveals one more significance of the slogan. These are theater installations, performances without live actors on the stage.

Eternal Russia opens block performances consisting of video installations. It will be on the program, on the 19th , 20th  and 21th , in several terms. A well-known Russian and European theater critic, Marina Davidova, created with a visual artist Vera Martinova and composer Vladimir Rarev, a spatial installation that, through a spacious maze of several scattered rooms, leads us to the maze of Russian political and cultural history, from the centenary struggle for social freedom that culminated in the October Revolution, until our time. This performance produced by the theatre HAU Hebbel am Ufer from Berlin contains a double political provocation aimed at both leftists and right-wingers.

Israeli artist Nadav Barnea, the author of the performance Pa’am, which will be on the repertoire on the 20th and the 21th September, is the discovery of this year’s Bitef. This comprehensive artist has taken part in a series of projects that include numerous disciplines. Some know him as a rock singer, a guitarist, others as a light designer, and he is also the author of music for a wide range of theater and dance productions. In his specific style, Pa’am is a play that contains elements of lighting design, sound and video. It is a unique installation, which, according to the art director Ivan Medenica, combines the most contemporary stage expression with an ancient sense of a death. The word Pa’am in Hebrew means time or once, with connotations once upon a time.

Nachlass, piece sans personnes round off a whole of three installations on the 52nd Bitef. This is the work of the famous director Stefan Kegi, one of the three members of the world-renowned Rimini Protokoll collective, and the production is one of the leading Swiss theaters, Theatre Vidy from Lausanne. The performance is completely self-supporting in a thematic, atmospheric and emotional way. It is not a maze of history that always returns us to the same point, but a museum of memories of individual, ordinary people who no longer exist, or who will soon leave us. This installation will provide the Bitef audience with both material and physical frames for a very powerful atmospheric, emotional and metaphysical experience.

Bearing in mind these three works, it may seem unusual for the theater festival to provide a large space for installations, however, according to the Bitef’s dramaturge Filip Vujošević, this is not a coincidence.

 In the context of traditional prejudices in experiencing of theater forms and genres, and experiencing what is the theater and what is not, is the fact that all three installations are made for playing in the theater, not for galleries or other places, says Filip Vujošević.

In other words, if the producers treated these projects as a theater performances, it creates the impression that every debate about whether these projects should take a place at the theater festival is superfluous.

Moving Windows Forward by IOCOSE ROMAEUROPA
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5 – 6 ottobre 2018

Mattatoio + online
h 23 performance
online dal 4 al 7 ottobre

IOCOSE è un collettivo formato da quattro artisti: Matteo Cremonesi (Brescia), Davide Prati (Berlino), Filippo Cuttica e Paolo Ruffino (Londra). Lavorano come gruppo dal 2006 attraverso una varietà di media come siti web, video, social network, ritratti ma anche semi di girasole e cani.

Il loro obiettivo è quello di indagare il fallimento di tutte le narrazioni, sia utopiche che distopiche, riguardanti lo sviluppo tecnologico e culturale. Come si narra il futuro? L’immaginario attraverso il quale lo narriamo non è sempre fallimentare?

Per Digitalive presentano nuove produzioni mixed media della serie ironica e provocatoria Moving Windows Forward, originariamente composta da clip video in cui gli artisti spostano in avanti con un dito una serie di cose e di persone. Il motivo di questo gesto apparentemente banale? Cercare di spostare in avanti l’intero mondo ma ponendosi in contrasto con la retorica dell’innovazione.

 

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ROMAEUROPA Marco Donnarumma in collaboration with Margherita Pevere Eingeweide
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«Cosa significa creare una macchina completamente autonoma, indipendente dal controllo umano? E cosa succede quando una macchina del genere diventa parte di un corpo umano? Potrebbe questo aiutarci a capire che il potere del corpo umano è la sua capacità di essere diverso e di prendere forme e identità inaspettate?».

Sono queste le domande a partire dalle quali i due artisti e studiosi italiani (ma con base a Berlino) Marco Donnarumma – performer e sound artist premiato nei più importanti festival del mondo, tra cui il celebre Ars Electronica nel 2017 – e Margherita Pevere – artista visiva e bioartist riconosciuta internazionalmente – costruiscono EingeweideNello spazio performativo i corpi dei performer si confrontano con una protesi robotica chiamata Amygdala, guidata da algoritmi di intelligenza artificiale che le permettono di apprendere in tempo reale, attraverso prove ed errori, come muoversi ed esistere sulla scena.

I suoni dei movimenti dei performer sono ri-sintetizzati e trasformati in un’esperienza auditiva potente e viscerale capace di sommergere letteralmente lo spettatore. Uomo e macchina lottano per accedere a una nuova forma d’identità ibrida e s’influenzano reciprocamente in una connessione di corpo e psiche capace di ridefinire il concetto d’intimità e il nostro immaginario del corpo e del suo rapporto con le nuove tecnologie.

Marco Donnarumma in collaboration with Margherita Pevere
Eingeweide

4 – 5 ottobre 2018
Mattatoio

Ars Electronica Opening, September 6, 2018, at 8 PM
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Den ersten Tag des Ars Electronica Festival 2018 “Error – the Art of Imperfection” rundet das Festival-Opening in der POSTCITY mit jeder Menge an Musik, Performances und Visuals ab. Start am 6.9.2018, 20:00

The first day of the 2018 Ars Electronica Festival “Error – the Art of Imperfection” culminates in POSTCITY with the Festival Opening and a jam-packed lineup of music, performances and visuals. The show kicks off on September 6, 2018, at 8 PM

RomaEuropa Festival: KINGDOM by Agrupación Señor Serrano
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25 – 26 settembre 2018

Auditorium Parco della Musica
Sala Petrassi 
h 21

Già con Birdie, presentato durante REf17, i catalani Agrupación Señor Serrano hanno dimostrato come cinema, immaginario collettivo e media siano strumenti utili a interpretare la realtà e manipolare le sue narrazioni.

Con Kingdom la compagnia composta da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal porta in scena il mito di King Kong, mescola in un cocktail irriverente banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, confusione, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood. L’obiettivo è quello di esporre i meccanismi che agiscono all’interno del modello economico e sociale del mondo occidentale e che ci inducono a crisi cicliche.

Se la costruzione di questa scena, sospesa tra reale e virtuale, avviene attraverso immagini filmate e manipolate digitalmente, musiche e testi, la compagnia raddoppia le carte in tavola e sviluppa la propria ricerca drammaturgica ed estetica presentando un dispositivo più complesso capace di raccogliere oggetti, performer, musicisti e danzatori. In poche parole una moltitudine di sguardi sulla complessità e le criticità del presente.

RUHR FESTIVAL: “THE HEAD & THE LOAD”, WILLIAM KENTRIDGE, PHILIP MILLER, THUTHUKA SIBISI, GREGORY MAQOMA, THE KNIGHTS
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MUSIC THEATRE / DANCE / VISUAL ARTS

THE HEAD & THE LOAD

WILLIAM KENTRIDGE, PHILIP MILLER, THUTHUKA SIBISI, GREGORY MAQOMA, THE KNIGHTS
9 AUG 12 AUG

“The head and the load are a trouble for the neck”, is a traditional Ghanaian proverb that William Kentridge has borrowed for the title of his latest work: a visual, musical and choreographic examination of Africa’s role in the First World War.

Over 2 million people from the African continent – most of them forced to work as bearers of weapons and materials for the colonial powers – went away to this European war. William Kentridge investigates this neglected and barely researched chapter in European and African history in a work of music theatre that is both installation and performance. The artist brings together a new composition by Philip Miller, the New York orchestral collective The Knights, an international company of performers, dancers and singers, a chorus of mechanical gramophones, overlapping film projections and shadow puppetry in a gigantic procession that defies all generic classification and could not be shown in a traditional theatre space.

From the date of his earliest animated films and drawings the Johannesburg-born artist William Kentridge has confronted unjust social and ethnic conflicts in both South Africa and Europe. Apartheid and the consequences of apartheid, together with more general colonialism, racism and totalitarianism have been and still are his themes, both in the visual arts and in his theatre and opera work. The upset caused by underlying social and ethnic injustice is a painful driver behind the personal lyrical visualization that Kentridge achieves in drawings, sculptures, films, installations, theatre and opera.

Kentridge’s works have been exhibited in museums and exhibitions on every continent. He has taken part in the Venice Biennale and documenta in Kassel on numerous occasions. The Head and the Load in the Kraftzentrale in Duisburg is the first time that this world-famous artist has been represented in the programme of the Ruhrtriennale.

BIOGRAPHIES

Stella Olivier

Stella Olivier
Sculpture, song, shadow play; William Kentridge’s performance work about Africans in the First World War is an electrifying collage of imagery and ideas.

The Independent, Zoë Anderson

CAST

Concept and Direction William Kentridge
Composer Philip Miller
Musical direction Thuthuka Sibisi
Co-Komposition Thuthuka Sibisi
Projection Design Catherine Meyburgh
Choreography Gregory Maqoma
Costume Design Greta Goiris
Stage design Sabine Theunissen
Light Urs Schönebaum
Sound design Mark Grey
Video Editing and Compositing Janus Fouché, Žana Marović, Catherine Meyburgh
Associate Director Luc De Wit
Chris Waldo de Wet
Video Orchestration Kim Gunning
Cinematography Duško Marović
Orchestration Michael P. Atkinson, Philip Miller
Created with and performed by
Actor Mncedisi Shabangu, Hamilton Dhlamini, Nhlanhla Mahlangu, Luc De Wit
Featured Vocalist & Performers Joanna Dudley, Nhlanhla Mahlangu, Ann Masina, Bham Ntabeni, Sipho Seroto, N’faly Kouyate, Tlale Makhene, Vincenzo Pasquariello
Dancer Gregory Maqoma, Julia Zenzie Burnham, Thulani Chauke, Xolani Dlamini, Nhlanhla Mahlangu
Ensemble Vocalists Mhlaba Buthelezi, Ayanda Eleki, Grace Magubane, Blaise Malaba, Ncokwane Lydia Manyama, Caroline Modiba, Tshegofatso Moeng, Mapule Moloi, Lindokuhle Thabede
The Knights Michael P. Atkinson, Sam Budish (Percussion), Logan Coale (Bass), Christina Courtin (Violin), Samuel Ewens (Trumpet), Mario Gotoh (Viola), Nicolas Jones (Trombone), Andy Kershaw (Tuba), Nathan Koci (Accordion), Alex Sopp (Flute), Jon Stokes (Trombone), Caitlin Sullivan (Cello)

INTRODUCTION AND FURTHER INFORMATION

Introduction 45 minutes prior to show

 

Artist talk 10th of August after the performance

 

Commissioned by Ruhrtriennale, Park Avenue Armory and 14—18 NOW, the UK’s arts program for the First World War Centenary. With additional support from the Holland Festival and with kind assistance of Marian Goodman Gallery, Goodman Gallery and Lia Rumma. Produced by THE OFFICE performing arts + film in association with Quaternaire. Developed at MASS MoCA, North Adams, 2018, and Kentridge Studios, Johannesburg 2017-2018.

 

Language information: English, French, Italian, Shangaan, Shona, Zulu, Pedi, Xhosa, Wolof, Madinga and Swahili with German Translations

EXHIBITION at ARS ELECTRONICA, LINZ
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As Museum of the Future and School of the Future, the Ars Electronica Center is dedicated to the fusion of art, science and technology. Biotechnology and genetic engineering, neurosciences, robotics, prosthetics and media art form interactive experimental arrangements that convey an idea of what our world and our daily life could soon be like. All our exhibitions and presentations are geared to this question, open up different perspectives on our nature and our self-image and make their possible future manifestations tangible to a wide audience.

New Views of Humankind

NEW VIEWS OF HUMANKIND

VRLab

VRLAB

Radical Atoms

RADICAL ATOMS

Kid's Research Laboratory

KID’S RESEARCH LABORATORY

Deep Space 8K

DEEP SPACE 8K

Spaceship Earth

SPACESHIP EARTH

Out of Control

OUT OF CONTROL

GeoPulse

GEOPULSE

TIME OUT

TIME OUT

Prix Workshop

PRIX WORKSHOP

Artists, Creators, Engineers

Ars electronica Festival- Error The art of imperfection, Linz (September 6-10)
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At what point does an error become a mistake, a fail, and what makes it the celebrated source of unprecedented ideas and inventions? When is an error an oversight and when is it intentional deception, a fake?

An error is a discrepancy from what we expect, a deviation from the norm … but what is the norm and who establishes it? An error doesn’t have to be a mistake; it can be an opportunity!

But how much tolerance can we summon up for such deviations, and is it enough for the leeway and latitude that are necessary to unleash their inherent productive power which can be harnessed for social and economic innovation? Or will we allow ourselves to be misled by the populist rhetoric of fear and social scoring? Observing the current situation, one very quickly gets the impression that something has gone terribly wrong with the Digital Revolution and the 21st century. Millions of people feel that they have been defrauded of their sovereignty over their data and their privacy. Deception and fakery have become realities of everyday life, and influence public sentiment and the public opinion formation process. And hovering above it all is a diffuse anxiety of being left behind by the swift dynamics of development. Was the dream of a beautiful digital world an error, and how can we rescue this dream?

This day and age is characterized by a compulsion to achieve perfection and a seemingly unwavering faith in technology. And amidst this drive to optimize, to increase efficiency and raise productivity, and, in even more instances, merely to enjoy the possibilities that digital technologies and social media place at our fingertips, we put ourselves at the mercy of machinery that does its utmost to make lemmings of digital consumption out of us.

Big Data surveillance takes preventative action upon detecting any deviation from our habitual ways. And it is said that in the future, social scoring will do an even better job of optimizing our behavior and attuning it to social norms and standards. The more the technologies deployed for this purpose are perfected and made more efficient, the tighter our situation becomes. Whoever doesn’t fit in sticks out and gets cut.

But it is precisely this imperfection that offers the greatest potential for new solutions. Our objective should not be optimization, since this is merely a best-possible approach and adaptation to what we can now think and deem correct. Optimization leaves no leeway for the unanticipated, and thus no latitude to recognize and rectify what actually are undesirable developments or to come up with better ideas with which to set forth on alternate courses.

Effectively dealing with errors, risk tolerance and creativity are perhaps the skills that are most important for our future.

How many errors in the genetic sequences of living creatures did evolution have to make until LUCA (last universal common ancestor) became Homo sapiens 3.5 million years ago? And how many errors did Homo sapiens need to learn from in order to achieve our current state of development? And how much poorer in terms of experiences and insights would humankind now be if there had always only been “normal” people and the statistical mean … no other kinds, deviant thinkers, people of different colors, or those with alternative beliefs?

To err is human, it’s said. Could that be why we’re incessantly striving for perfection and steadfastly believe we can attain it with technology and science, and in spite of the fact that there is nothing that we fear more than being eliminated by a world of machinery that functions perfectly well without us?

How can we rethink our very ambivalent relationship to technology as the driving force for configuring our future, and what errors should we perhaps not repeat in the process?

The call for social intelligence is now being juxtaposed to our enthusiasm for the digital world and artificial intelligence. We are propagating the courage to welcome imperfection, since isn’t that quite possibly what will always set us apart from the machines!


Gerfried StockerGerfried Stocker (AT) is a media artist and an electronic engineer. Since 1995 he has been a managing and an artistic director of Ars Electronica. 1995/1996 he developed the groundbreaking exhibition strategies of Ars Electronica Center with a small team of artists and technicians and was responsible for the set-up and establishment of Ars Electronica’s own R&D facility, Ars Electronica Futurelab. Since 2004 he has been in charge of developing Ars Electronica’s program of international exhibition tours. From 2005 on he planned the expansion of Ars Electronica Center and implemented the total substantive makeover of its exhibits. Stocker is a guest speaker at many international conferences and a Visiting Professor at Osaka University of Arts as well as guest lecturer at Deusto University Bilbao. He is also a consultant for many international companies on creativity and innovation management.

Christine SchöpfSince 1979, Christine Schöpf (AT) has been a driving force behind Ars Electronica’s development. Between 1987 and 2003, she played a key role in conceiving and organizing the Prix Ars Electronica. Since 1996, she and Gerfried Stocker have shared responsibility for the artistic direction of the Ars Electronica Festival. Christine Schöpf studied German & Romance languages and literature and then worked as a radio and TV journalist. From 1981 to 2008, she was in charge of cultural and scientific reporting at the ORF – Austrian Broadcasting Company’s Upper Austria Regional Studio. In 2009, Linz Art University bestowed the title of honorary professor on Christine Schöpf.

Deep Space LIVE: Kepler’s Life and Work in Linz-Ars Electronica Festival
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Ars Electronica Center
Deep Space LIVE: Kepler’s Life and Work in Linz
Thursday, June 21, 2018 / 7-8 PM

(Linz, June 18, 2018) Johannes Kepler’s life centered on Linz from 1612 to 1627. On Thursday evening, June 21st, astrophotographer and amateur astronomer Erich Meyer will offer fascinating insights into Kepler’s Linz years—his enormous productivity in the field of astronomy, Kepler’s happy second marriage, his mother’s trial on witchcraft charges and his constant money worries. This presentation will also feature Engelbert Leitner’s readings of Kepler’s touching letters.

Erich Meyer
A long-standing member of the Linz Astronomical Society, Erich Meyer is an enthusiastic amateur astronomer and astrophotographer. He and his colleagues have operated a private observatory in Davidschlag since 1979. Meyer has discovered numerous asteroids; his astronomical activities have also enabled him to authoritatively identify Kepler’s Linz address, Hofgasse 7, and thus end 400 years of speculation!

Deep Space LIVE
The Ars Electronica Center hosts a Deep Space LIVE event every Thursday (except holidays) at 7 PM. Each presentation features ultra-high-definition imagery in 16×9-meter format and is accompanied by expert commentary, entertaining stand-up repartee, or musical improvisation. Whether great works from the history of art, space travel, journeys of discovery in the nano-world or a live concert is what you’ve come to behold, Deep Space LIVE stands for enlightening entertainment amidst breathtaking worlds of imagery. Holders of a valid Museum ticket are admitted free of charge.

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Keplers Leben und Wirken in Linz / Fotocredit: Ars Electronica – Robert Bauernhansl / Printversion / Album

MEDITATIONS curated by Maurizio Marco Tozzi Areté Venue and Gallery  67 West St #103, Brooklyn, NY, 
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MEDITATIONS
curated by Maurizio Marco Tozzi
August 11th 12pm – 4pm
August 12 th  6:30pm – 9:00pm
Areté Venue and Gallery 
67 West St #103, Brooklyn, NY,
11222 929-397-0025
 
The works of Alessandro Amaducci, Angelica Bergamini, Manuel Diaz, Eleonora Manca, Isabel Pérez De Pulgar and Lino Strangis invite us into a dreamlike journey in order to face the intellectual challenges of this age while trying to re-establish its balance, accepting the necessity to reinvent the world. Something profound seems to be happening in the weakness and darkness of the human condition… sometimes a small breath can change things.
In a world full of solitude, violence, and unbalanced economics, the artists call on their audience to search inside themselves for a new consciousness and equilibrium and to overcome the thresholds of perception and space-time dimensions. These works encourage us to use meditation to negotiate our contemporary spiritual ambivalence: because we live everyday between existing and non-existing, between living and non-living, between being seen and being invisible.
1. Angelica Bergamini, Will you fight or will you dance, 2012
2. Angelica Bergamini, Meditation, 2016
3. Angelica Bergamini, Untitled, 2016
4. Lino Strangis, Running in sub-atomic meditation, 2017
5. Alessandro Amaducci, Post Rebis,  2016
6. Isabel Pérez Del Pulgar, Acciones Nómadas, 2016
7. Eleonora Manca, Vedersi visti (da qui, sottrai), 2018
8. Eleonora Manca, Data in luce, 2018
9. Manuel Diaz, I Am (The ship goes), 2016
TICKETS: FREE
 Later in the day at 7pm is an improv set featuring Markus Reuter (Berlin), Mark Wingfield (London), Tim Motzer (Philadelphia), and Doug Hirlinger (NYC/Philadelphia) in a guitar trio plus drums. The late set starting at 9pm is a talent-packed quadruple bill: 2018 SUMMA SLAM featuring Ikue Mori solo, Peter Evans’ new ensemble “Being & Becoming”, vocalists/noise artists Andrea Pensado (on tour) / Charmaine Lee, and percussionist Chris Strunk (on tour).

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