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MAMA-L’origine di tutte le cose, spettacolo multimediale di e con Cinzia Pietribiasi a San Sepolcro il 3 novembre
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Un fitto programma di residenze creative al Teatro alla Misericordia di Sansepolcro, dove l’Associazione CapoTrave/Kilowatt accoglie compagnie di teatro e di danza che soggiorneranno sul territorio per periodi differenti e apriranno il loro percorso di creazione con una prova aperta al pubblico.

Segnaliamo il lavoro di Cinzia PIETRIBASI, MAMA L’origine di tutte le cose, spin off di Padre d’amore Padre di fango (2020) e secondo capitolo del dittico sui rapporti familiari disfunzionali.

Gesto d’amore della regista verso quella figura creatrice di vita che è la madre. Attraverso varie fonti mediali e digitali, la performance ripercorre i viaggi nella ex Jugoslavia con una madre algida e assente, straniera in terra italiana.
Se il lavoro precedente esplorava gli anni 70-80, MAMA si sofferma sugli anni 90 e si spinge oltre nella scala temporale: il viaggio diventa siderale e ci si interroga: quando e come ha avuto origine il tutto? Qual è l’origine dell’amore della figlia per una madre?

Note di regia
MAMA. L’origine di tutte le cose è la mia seconda indagine sul tema dei rapporti familiari disfunzionali e sulla necessità di un gesto d’amore a riparare il disastro.
Se Padre d’amore Padre di fango (che ha debuttato a luglio 2020 a Kilowatt Festival), il primo del dittico, tenta di rispondere alla domanda “Cosa vuol dire amare un padre nonostante tutto” e racconta il dispiegarsi del rapporto difficile di una bambina con un padre eroinomane negli anni
ottanta, il secondo prova a far luce su una madre appena diciannovenne, straniera in terra italiana, assente a causa dell’eroina e della malattia.
La madre è un brontosauro di 20 cm di altezza, un giocattolo di plastica ingigantito dalla videoproiezione. “Madre di sasso, madre diversa” è l’incipit della canzone di Nada e inizio dello spettacolo. La madre è “ridotta” ad una traccia sottile, non appare mai. Ad essere mostrati sono solo i segni del suo passaggio nella mia vita: una voce che ho registrato, immagini video di un viaggio in auto verso la Slovenia immortalato dal parabrezza, alcune foto, pochi ricordi sbiaditi e parecchi disegni a matita. Il gesto grafico è un filo che lega tutta la performance transmediale, caratterizzata dalla presenza simultanea di media e strumenti digitali diversi. Il segno è presente negli scarabocchi che ho realizzato nel tentativo di esplorare il tempo prenatale, un periodo interstiziale tra il non essere e l’essere. Il segno è traiettoria densa di colore a tempera su una mappa geografica pre 1989, data emblematica che segna un prima e un dopo – una data in cui i dinosauri muoiono.

Il segno è anche digitale e tridimensionale, un disegno che produco nello spazio virtuale e immersivo di Tilt Brush: un viaggio interstellare condiviso con il pubblico grazie al mirroring del visore per VR.
E poi c’è la presenza artificiale e al tempo stesso incarnata di Alexa, che dialoga con i miei ricordi, confonde le mie certezze, risponde alle mie domande. La madre è origine: interrogarsi sulla propria madre è mettersi in relazione con l’archetipo dell’inizio e della fine, della nascita e della morte. Voglio spingermi con totale imprudenza in quel territorio rischioso che è il provare a capire qual è l’origine della vita, e perfino dell’universo. Nascita e morte, scale temporali umane e geologiche, addirittura siderali.
Se si parla di nascita e di creazione, non si può tralasciare la dimensione spirituaale: la religione è un’altro filo rosso che lega le madri della mia famiglia. Una linea matrilineare fatta di donne slave algide, dure e severe. “Se non esiste Dio, non esiste neanche il paradiso: se non c’è il paradiso
non ha senso tutta questa sofferenza” dice la madre interrogata sul valore che ha la religione nella sua vita.
Anche lo spettacolo deve finire e lo fa con l’abbraccio di una ninna nanna istriana. Con compassionevole sorriso per gli errori miei e tuoi, madre mia, auguriamoci buona notte.


Breve bio
Artista digitale, regista e performer.
Fonda nel 2012 Compagnia Pietribiasi/Tedeschi ed è parte del collettivo Jan Voxel. Junior Scientist presso l’Accademia di Belle Arti di Roma dove si occupa di una ricerca artistica che vede l’arte in dialogo con la scienza (e con i ricercatori dell’INFN Roma 3), docente di Sistemi Interattivi presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, docente di Drammaturgia multimediale presso Alma Artis, Accademia di Belle Arti di Pisa.