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Conferenza GARR 2022 a PALERMO 18-20 maggio. La rete come strumento per costruire il futuro.
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Conferenza GARR 2022
CondiVisioni. La rete come strumento per costruire il futuroUniversità di Palermo, 18-20 maggio 2022
Si avvicina l’appuntamento con la conferenza GARR che dal 18 al 20 maggio presso l’Università di Palermo ospiterà le migliori esperienze di innovazione in rete nel settore dell’istruzione, della ricerca e della cultura.
Da oggi è possibile iscriversi all’edizione 2022 dal titolo CondiVisioni che sarà l’occasione per porre l’attenzione sulle nuove sfide che impegnano il mondo della ricerca e che possono essere vinte solo con un approccio collaborativo, aperto e di confronto con la società.
Si parlerà del futuro della rete e del cloud, di infrastrutture di ricerca, di intelligenza artificiale, di condivisione di dati, di cybersecurity, di realtà virtuale e di innovazione digitale nella didattica e tanto altro.

✍️ Iscriviti ora

🗣️ Tra i keynote speaker: Roberto Baldoni (direttore generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), Massimo Midiri (Rettore Università di Palermo), Valeria Rossi (presidente Open Hub Med), Stefano Vaccari (direttore generale CREA), Matteo Dell’Acqua (ECMWF), Marco Aldinucci (Università di Torino), Michela Milano (Università di Bologna), Sofia Pescarin (CNR), Roberto di Giulio (Università di Ferrara), Sauro Longhi e Massimo Carboni (GARR), Dianora Bardi (ImparaDigitale).

Scopri di più sul sito dell’evento: www.garr.it/conf22 e sui canali social: #confgarr22

Opportunità di formazione
Nei giorni precedenti, il 16 e il 17 maggio, sarà dato spazio alla formazione con tre corsi su come raccontare i dati, sull’applicazione dei principi del GDPR nel settore della ricerca e sulla sicurezza informatica
🎓 Scopri i corsi di formazione in programma

Segui Rete GARR anche sul canale Telegram: https://t.me/retegarr

Lunedì 11 Aprile h.14:30, Dipartimento Beni Culturali, Milano: incontro su “Auto rappresentazione, identità e genere: raccontare con le immagini” con Eleonora Sabet e Marzio Villa del collettivo usthey Narrative. Anche in streaming.
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Link Per live Streaming su Youtube

ELEONORA SABET

Eleonora Sabet è un’autrice di origini Siriane-Palestinesi, nata a Milano nel 1995. È autodidatta e si avvicina alla fotografia attraverso gli autoritratti. Nel 2018 parte per il Medio Oriente per scoprire le origini della sua famiglia e sviluppare progetti personali. Nel 2019 vince una borsa di studio con VII Academy per “Photojournalism Survival Kit” workshop tenuto da Ron Haviv, dopo quell’esperienza la nomina per il 6×6 Global Talent Program World Press Photo. Nel 2020 ha Maggie Steber come insegnante e la guida nella ricerca fotografica sulla sua famiglia. Nel 2021 il suo progetto “Confined Youth” è selezionato per عــمـان – الـــصـورة مـهــرجــان Image Festival

Amman. È resident artist su OEG — Open Edition Gallery di Perimetro e il suo lavoro è selezionato dai curatori Claudio Composti, Hester Keijser and Enrico Stefanelli. Nel 2021, pubblica il suo primo libro fotografico “The Memory Of You Still Hurts”, viene rappresentata da Heillandi Gallery, JERGON, e co-fonda usthey NARRATIVE, collettivo nato con lo scopo di diffondere le esperienze di fotografi che rappresentano minoranze sociali. Nel 2022 viene pubblicato da Milano Urban Center e Triennale “Dimenticare La Notte”, progetto che fa focus sulla relazione fra il genere femminile e la notte raccontata in quanto spazio e tempo. I suoi lavori sono esposti al festival Sexy Period, Through Sexuality ideato da Mulieris. È una dei fotografi selezionati per il Camera Club Milano, iniziativa nata da Self Publish, Be Happy. Collabora attivamente con BASE Milano tenendo il corso di formazione “FIRST OF ALL, rappresentazioni fotografiche inclusive”.

MARZIO EMILIO VILLA

Marzio Emilio Villa è un artista Black-indigenous nato in Brasile nel 1987, vive e lavora a Milano. La sua ricerca visiva si focalizza sulle disparità sociali, indagando le realtà discriminatorie e le strutture sociali europee e internazionali. Attraverso i suoi lavori, si dedica a un’introspezione sociologica su temi che partono dal colonialismo, dalle reminiscenze presenti nella celebrazione architettonica dei monumenti, dall’urbanistica in rapporto alle disparità sociali, dall’etica nel processo fotografico, ponendo attenzione agli effetti della civilizzazione e alle sue complessità strutturali, con empatia verso le identità collettive e individuali.

Dal 2012 espone in maniera ricorrente presso la galleria parigina Myriam Bouagal Galerie. Nel 2016 diventa autore all’interno della galleria Heillandi Gallery. Nel 2017 entra a far parte del collettivo internazionale Hans Lucas. Nel 2019, suo progetto “La marée de la mémoire” viene esposto a Voies off – Rencontres D’arles e da Leica Galerie di Parigi. Nel 2020 collabora attivamente con il quotidiano Wall Street Journal. Nel 2021, dona la sua opera “Kahnawá:ke, native sacred land occupied” al Museo Lia di La Spezia, esposta affianco ad un capriccio di Canaletto. A fine 2021 co-fonda usthey NARRATIVE, collettivo nato per rappresentare fotografi che fanno parte di minoranze. Sempre nello stesso anno, il suo lavoro “Privileges” entra a far parte della collezione permanente del MUDEC di Milano ed esporre da Marsèll nel contesto Photo Vogue festival. Fa parte dei fotografi selezionati per il Camera Club Milano, iniziativa nata da Self Publish, Be Happy e Collabora attivamente con BASE Milano tenendo il workshop “FIRST OF ALL, rappresentazioni fotografiche inclusive”.


Marzio Emilio Villa
pronouns: he/him
@you_is_photographustheynarrative.comhanslucas.com

Presentazione del volume “Massimo Vitali. Una storia italiana” di Noemi Pittaluga. Roma, 7 aprile, Officine Fotografiche
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Presso @OfficineFotograficheRoma (V. Giuseppe Libetta 1) verrà presentato il volume di Noemi Pittaluga MASSIMO VITALI. UNA STORIA ITALIANA (Ledizioni).

Saranno presenti:

Noemi Pittaluga, Massimo Vitali, fotografo (diretta online) Nicola Cavalli, editore (diretta online)

modera:Anna Maria Monteverdi, Docente di Discipline dello Spettacolo presso l’Università Statale di Milano

Il volume “Massimo Vitali. Una storia italiana” di Noemi Pittaluga, pubblicato dalla casa editrice Ledizioni di Milano, intende analizzare per la prima volta l’intero excursus artistico dell’autore, riconoscibile e famoso a livello internazionale soprattutto grazie alla sua Beach series.

Le spiagge di Massimo Vitali: “è la normalità delle nostre vite”

Il libro ripercorre gli anni di formazione di Massimo Vitali e individua le fonti testuali e iconografiche (in particolare il legame con la tradizione della fotografia oggettiva, con l’arte rinascimentale e la storia del teatro) in connessione con la produzione delle ultime tre decadi. Il testo, che presenta una cinquantina di scatti significativi dal 1994 ad oggi e rare immagini del primo periodo di attività del fotografo, mette in evidenza come la poetica dell’autore abbia una salda relazione anche con la grande tradizione della pittura di paesaggio e quella fiamminga del Cinquecento e Seicento e sottolinea come l’opera dell’artista sia orientata ad indagare le dinamiche relazionali che si instaurano tra le persone.

L’interesse di Massimo Vitali per i cambiamenti sociali e politici emerge nell’intervista esclusiva che, insieme con il testo critico, individua un chiaro fil rouge con gli scatti giovanili in bianco e nero del fotografo. Lontano dall’evento spettacolare e traumatico, l’artista oggi osserva dalla sua alta pedana i cambiamenti degli usi e dei costumi prediligendo come set fotografico la spiaggia, ma non disprezzando altri luoghi come la montagna, la discoteca e la piazza. Con una visione mediterranea che si coniuga con uno sguardo sottile e imparziale, il lavoro di Massimo Vitali, maturato negli anni ’90, mette al centro della sua ricerca l’uomo, presentato sempre come protagonista e mai come un segno grafico.

Una storia italiana per Massimo Vitali | FPmag NEWS

The Lift-Un’opera site-specific di Fabio Giampietro mercoledì 13 aprile MEET Digital Culture Center
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Mercoledì 13 aprile alle ore 18.30 MEET inaugura The Lift, l’opera immersiva site-specific di Fabio Giampietro (Milano, 1974). È un progetto nel quale Giampietro coinvolge il pubblico rendendolo complice del racconto. L’esperienza inizia all’interno di una galleria d’arte: ai muri, sette grandi tele riproducono i paesaggi di Fabio Giampietro avvolgendo lo spettatore.

Le persone vengono accompagnate lungo il percorso espositivo dalla voce di una misteriosa guida. Improvvisamente, le pareti della galleria cadranno come carte, svelando un unico panorama circolare estratto dai quadri, anch’essi crollati insieme ai muri. È qui che comincia il viaggio: il panorama inizia a muoversi, trasformando la stanza in un enorme ascensore che sale nel mezzo di una metropoli, accelerando fino a catapultarlo fuori dal grattacielo stesso, oltre la città, e a fluttuare nello spazio.

Dopo un momento di pausa l’ascensore precipiterà velocemente verso il basso, accompagnato da un grande frastuono; il polverone sollevato dallo schianto si diraderà rivelando un’inaspettata conclusione.

 

Informazioni per il pubblico

Per partecipare all’opening è necessario confermare la propria presenza, rispondendo a questa mail.

The Lift

Dal 14 aprile, l’installazione sarà fruibile a pagamento: dal martedì alla domenica, dalle ore 15.00 alle ore 19.00

  • Intero: 10 euro
  • Ridotto (under 25): 7 euro
  • Famiglia (due adulti e fino a tre bambini): 15 euro
  • Gratuito: bambini under 6; visitatori con disabilità e loro accompagnatori

Pisa, 3 maggio Cinema Arsenale. Proiezione di S’era tutti sovversivi ,in ricordo di Giacomo Verde e Franco Serantini. A cura della Biblioteca F. Serantini
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Biblioteca F. Serantini * Arsenale cinema

In ricordo di Giacomo Verde …e di Franco Serantini

martedì 3 maggio (ore 17,30) presso il Cinema Arsenale (vicolo Scaramucci, 2 Pisa)

Introducono Sandra Lischi, Franco Bertolucci e Alessandro Giannetti, partecipano anche amiche e amici di Giacomo con testimonianze e ricordi

Il film/documentario «S’era tutti sovversivi» racconta, con interviste e documenti d’epoca, la vita di Franco Serantini (1951-1972) e i tanti modi di essere sovversivi, dalla vita quotidiana (la musica, i consumi, le letture) all’impegno politico, che allora si misurava sulla strada come nelle sedi, in un impegno totale che mescolava pratica pubblica e vita privata. E quei ragazzi invecchiati di trent’anni che raccontano, alla fine, non sono così distanti dai loro omologhi che si sono ritrovati in anni recenti a Seattle e a Genova e credono ancora che un mondo migliore sia possibile.

Giacomo Verde, comparso nel 2020, è nato in provincia di Napoli nel 1956 in una famiglia presto emigrata a Empoli e si è diplomato all’istituto d’arte di Firenze. Cittadino del mondo, ha passato 12 anni a Treviso, ha vissuto a Empoli e a Lucca, lavorando spesso all’estero.

Negli anni Settanta ha fatto animazione teatrale, concerti di musica popolare, teatro di strada e comico. Negli anni Ottanta ha iniziato come pioniere ad allestire progetti di teatro di ricerca, techno-performances e videoarte dedicandosi a mille “attività”, dal suonatore di zampogna agli spettacoli teatrali per ragazzi. Dai primi anni Novanta si è occupato anche di televisione e arte interattiva, realtà virtuale, didattica video, telematica, teoria della comunicazione, accorgendosi di essere anche un “cyberpunk”.

Tra i pionieri nel campo della sperimentazione con le arti elettroniche in Italia, ha operato in un territorio di confine, all’incrocio tra diversi linguaggi e generi. Con coerenza, ironia e un’attitudine hacker, da tempo ha perseguito una ricerca estetica e tecnologica mai disgiunta dall’impegno sociale e politico. Si è occupato dell’utilizzo creativo di tecnologia “povera” per realizzare opere di videoarte, tecno-performances, spettacoli teatrali, installazioni artistiche e laboratori didattici. Ha realizzato più di 300 opere che vanno dalla video-poesia al documentario, dai video matrimoniali alle sigle per la TV, dalle installazioni interattive alle performance. È stato l’inventore del “tele-racconto” – performance teatrale che coniuga narrazione, micro-teatro e macro ripresa in diretta – tecnica utilizzata anche per video-fondali-live in concerti, recital di poesia e spettacoli teatrali. È stato tra i primi italiani a realizzare opere di arte interattiva e net-art. Le sue riflessione e sperimentazioni sulle mutazioni tecno-antropologiche in atto e sulle connessioni tra i diversi generi artistici sono state la sua costante. 

È stato docente di Regia all’Accademia Albertina di Torino, del Laboratorio di arti digitali alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Roma Tre e del corso di Spettacolo multimediale alla Alma Artis di Pisa oltre che docente a contratto alla Accademia di belle arti di Carrara e per “Cinema, Musica. Teatro” all’Università di Pisa

La collaborazione di Giacomo con la Biblioteca Franco Serantini iniziò oltre vent’anni fa con un progetto didattico realizzato all’interno di un tirocinio formativo – il primo nel suo genere, con un gruppo di studentesse coordinato dalla professoressa Sandra Lischi della Facoltà di Lettere, corso di laurea in Cinema, musica e teatro dell’Università di Pisa – poi concretizzatosi nel video documentario “S’era tutti sovversivi”. Da allora questa collaborazione insieme a una vera amicizia, di cui la biblioteca va orgogliosa, si sono mantenute e rafforzate negli anni. Nel 2007 ha pubblicato con la casa editrice della biblioteca il volume Artivismo tecnologico. Scritti e interviste su arte, politica, teatro e tecnologia.

Blast Theory at 30 | Kidnap
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“In 1998 we kidnapped two strangers and held them in a safehouse for 48 hours. We live-streamed it all online. And got sponsored by a clothes company. And appeared on BBC 1 and ITV and Channel 4 and Channel 5. As part of our 30th birthday celebrations, we’ve made this little documentary about what happened and why we did it. We talk about lottery madness and the person who fantasised about being kidnapped by dolphins. We explain what happened if you paid extra for handsome/pretty kidnappers. And we talk about the impact of the Spanner trial. Four gay men were sent to prison for consensual SM (welcome to Thatcher’s Britain). And our anger about that drove us to do a bit of consensual non-consent of our own. —- About Kidnap: Entrants paid £10 to enter a lottery in the hope of being kidnapped. Ten finalists were chosen at random and put under surveillance. Two winners – Debra Burgess, a 27 year old Australian working as a temp and Russell Ward, a 19-year-old from Southend working in a 24-hour convenience store – were snatched in broad daylight and taken to a secret location for 48 hours. The process was live-streamed online and visitors were able to control a video camera inside the safehouse and communicate live with the kidnappers. During the run-up to Kidnap, a 45-second video Blipvert was shown to 800,000 people at cinemas around the UK.” (sito Blaste theory)

8 marzo (on line) con la drammaturga slovena Simona Semenič. Introduce Martina Alessia Parri.
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Università degli Studi di Milano- Dipartimento Beni culturali e ambientali
All’interno del laboratorio Culture teatrali al femminile a cura di Anna Maria Monteverdi
A lezione con Simona Semenič. Il corpo femminile tra testo e performance.
Incontro con Simona Semenič. Introduce Martina Alessia Parri.
8 marzo 2022, h. 15.00-17:00 –Evento on line

Ph G. Antley (dal sito govorise.metropolitan.si)

Per me, i miei spettacoli non sono quelli che vengono messi in scena. La mia scrittura è già lo spettacolo. Il
mio testo è la performance. […]. La mia scrittura teatrale è completa. È di per sé lo spettacolo. […]. Leggere
un mio testo è come guardarmi mentre lo metto in scena
.


Lo afferma Simona Semenič, drammaturga slovena d’importanza e fama internazionale che ha dato
vita a una drammaturgia originale, che si esprime in testi di grande forza espressiva con cui ridefinisce il
ruolo della donna e del corpo femminile nella società e nella Storia, affronta temi tabù e rivela forme di
violenza e oppressione alla base dei sistemi gerarchici. Nei suoi testi riacquistano voce e identità i membri di
categorie sociali deboli, gli emarginati che, nel corso della storia, sono stati vittime di repressione.
Semenič ha elaborato un nuovo tipo di scrittura teatrale, che lei stessa definisce e concepisce come
scrittura o dramma performativo. Si tratta di un approccio assolutamente inedito alla testualità, che si
costruisce integrando concezioni, approcci, pratiche, strategie discorsive e possibilità d’espressione tipiche
delle arti della scena e di altri campi artistico-culturali, per elaborare una scrittura dinamica, stilisticamente
differenziata in termini di genere e strettamente legata al lavoro teatrale pratico. Una scrittura che trasforma
il testo in un corpo fluido, vivo, capace di esprimersi e, col suo discorso, agire un atto performativo.


Introduce l’Autrice la dott.ssa MARTINA ALESSIA PARRI, esperta di spettacolo contemporaneo e
drammaturgia femminile. Laureata in Scienze della Musica e dello Spettacolo (UniMi) con una tesi di ricerca
sulla Letteratura di Genere Slovena ed Europea e gli sviluppi performativi della nuova drammaturgia
femminile. La tesi è stata finanziata dalla borsa di studio Thesis Abroad (UniMi) ed è confluita in un
articolo-intervista per Doppio Zero.

ON LINE SU https://youtu.be/Dug8GUOJpQk

ON line il nuovo numero di Connessioni Remote dedicata alla Liveness a cura di Laura Gemini e Stefano Brilli. Con un omaggio a Giacomo Verde di Mariano Equizzi.
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Questo terzo numero di Connessioni Remote dedicato alla Liveness in tutte le sue accezioni, in tutti i suoi formati, compresi quelli introdotti o re-inventati dalla pandemia globale che ridefiniscono i tratti della on line performance estesa anche alle piattaforme social, sancisce una sempre più stretta collaborazione con l’Università di Urbino “Carlo Bo”. Infatti, curatori di questo numero sono Laura Gemini, professoressa Associata di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi e Stefano Brilli, ricercatore e assegnista di ricerca presso la stessa Università. La Gemini, che si è occupata del tema della digital liveness in numerosi saggi, insieme a Stefano Brilli, e con Vincenzo Sansone editor in chief della rivista e docente a contratto dell’Università Statale di Milano, ha lavorato a selezionare i più significativi contributi arrivati tramite call, sui gradienti della liveness teatrale. Grazie anche ai peer internazionali ne è nato un corposo numero che dà la dimensione di un fenomeno di vasta portata, non certo nato in questo momento storico ma sicuramente fortemente influenzato dalle nuove abitudini digitali e dai nuovi pubblici on line.

Abbiamo stretto un’alleanza significativa, quindi, con ambiti disciplinari non espressamente collegati al settore scientifico disciplinare teatrale (L-ART/05), aprendoci appunto, agli studi sociologici e mediologici, che per la natura delle pratiche artistiche analizzate (che si avvantaggiano dei nuovi media digitali e on line) si prestano a interpretazioni altre rispetto a quelle connesse con gli studi della teatrologia classica e della Nuova Teatrologia (che include i Performance Studies). Già Marco De Marinis nel 2008 nel volume Capire il teatro aveva auspicato un’apertura degli studi teatrali verso le scienze umane e sociali[2] e persino verso le neuroscienze. Riteniamo che la partita messa in campo dalle scienze e dalle tecnologie attuali meriti davvero un diverso punto di osservazione: parliamo della necessità di avviare un processo interpretativo orientato non alla mera lettura di uno specifico fenomeno teatrale, ma alla sua comprensione globale. Tale comprensione non può che arrivare da un approccio critico trasversale, osservando, per esempio, l’impatto sociale ed etico delle innovazioni tecnologiche, come queste influiscano su politica e società, la qualità relazionale delle proposte e la loro inclusività, oltre al ruolo dell’artista in questo cruciale momento di cambiamento culturale e sociale.

Rinviamo all’introduzione di Laura Gemini e Stefano Brilli la spiegazione e il dettaglio della metodologia di ricerca, nonché i temi collegati ai contributi e relativi linguaggi adoperati. Ci piace sottolineare come sotto “l’ombrello” di questo numero di Connessioni Remote e in generale, tra i collaboratori interni (redazione e comitato scientifico) ed esterni (peer e consulenti) della rivista, si radunino alcuni tra i più importanti studiosi di teatro intermediale italiano e internazionale. E che tra gli autori selezionati siano presenti non solo studiosi di chiara fama, con all’attivo monografie e importanti saggi di media theatre, ma anche curatori, artisti e ricercatori indipendenti. A riprova di un metodo di lavoro condiviso dal comitato scientifico e dalla redazione, che contrappone agli studi accademici puri, l’ibridazione con pratiche performative e curatoriali. Sulla base di questa linea di indirizzo la rivista Connessioni Remote sarà, per esempio. un organo di informazione del costituendo gruppo di ricerca e attività ADV Arti Digitali dal Vivo che raduna ad oggi, cinquanta studiosi e creativi italiani, attivi nel settore del teatro tecnologico (o intermedia theatre). La riflessione nasce dall’evidenza che se il teatro è cambiato (anche) grazie alla tecnologia, essere unicamente esperti tecnologici o studiosi teatrali non basterà più per comprendere nella loro complessità, i processi cognitivi messi in campo da scienza e tecnologia in atto.

Copertina a cura di Vincenzo Sansone.

In virtù di questa apertura abbiamo inserito due articoli fuori peer: una recensione quanto mai approfondita della mostra di Davide Quayola a Palazzo Cipolla Roma, inaugurata a settembre 2021 a firma di Neil Harvey, pittore anglosassone ma italiano d’adozione, collaboratore di varie riviste d’arte internazionale; revisionato dalla studiosa di teatro tecnologico Susan Broadhurst, la recensione contenente fotografie realizzate appositamente in occasione del pre-opening, viene pubblicata con l’autorizzazione della rivista Body Space and Technology che ringraziamo. L’allestimento spettacolare di Quayola ripropone in una forma innovativa, la meraviglia barocca di una macchina della visione sinestetica, creata da algoritmi e intelligenze artificiali.

Il secondo contributo extra peer è stato scritto da Viviana Mele, studiosa teatrale campana, appassionata osservatrice del teatro in qualità di attrice, operatrice e organizzatrice. La Mele ha un bagaglio straordinariamente ricco, avendo lavorato per e con il Theâtre du soleil e con Franco Dragone; in questo brillante intervento scritto appositamente per Connessioni Remote, ci illustra come in un diario di memorie, il lungo e complicato processo creativo che sta dietro quegli allestimenti colossali per i quali ha lavorato e che hanno previsto tournée decennali intorno al mondo.

Infine, proprio mentre stavamo impaginando, Mariano Equizzi, filmaker, esperto di media digitali e compagno di Giacomo Verde in tante iniziative internazionali legate agli hackmeeting, ci ha mandato un vero regalo inaspettato che non potevamo non pubblicare: una sua intervista datata aprile 2006 a Giacomo (e una bela fotografia all’hackmeeting del 2000 a Forte Prenestino di Roma) che ci sembra davvero pregnante perché racconta un mondo e un modo di pensare la tecnologia a cui forse, per certi aspetti, si dovrebbe tornare; ci piace ritagliarne qua un momento e vi invitiamo, con le parole del buon Giac, a una buona lettura della rivista:

Francesco Galluzzi e Giacomo Verde all’Hackmeeting di Forte Prenestinno a Roma, Foto di MARIANO EQUIZZI.

Condividere il sapere creativo è “fare opera”. È un’opera immateriale, che non si può mostrare, ma certamente regala più emozioni ed esperienze cognitive della grande maggioranza delle “opere d’arte”, su qualsiasi supporto esse vengano mostrate. Questa visione si scontra apertamente con il “mercato dell’oggetto artistico” perché una lezione, un incontro didattico, non può essere duplicato e rivenduto con il relativo plusvalore. Questo avviene quando si confonde “l’esperienza” con “l’informazione. (Giacomo Verde).


Leggiamo leggiamo, altrimenti siamo perduti. I libri che salvo in un 2021 da buttare (1a parte).
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Danziamo danziamo altrimenti siamo perduti, diceva Pina Bausch. Ma in questo 2021 c’è stato ben poco da danzare, considerata la catastrofe del settore delle performing arts e il tracollo subìto tra aperture, semichiusure, pubblico contingentato, presente con prenotazioni e distanziato, collegato in streaming. Se non posso parlare di teatro, considerati i numerosi biglietti che ho dovuto strappare causa timori di quarantene, contagi della compagnia e lock down imprevisti all’estero (=Austria), parlerò almeno dei libri che sono usciti in questo 2021. Che ho salvato dal rogo di un anno che preferisco dimenticare. Ecco i primi:

Andrea Balzola, Edu-Action. 70 tesi su come e perché cambiare i modelli educativi nell’era digitale, Meltemi.

Come scrive nell’Introduzione l’Autore, lo studioso di media Andrea Balzola, il libro EDU-ACTION, concepito prima della pandemia, si è arricchito delle tematiche e delle problematiche inerenti la mancanza di aggiornamento tecnologico dei formatori e delle assenze strutturali in materia di digitale delle Istituzioni scolastiche e accademiche, evidenziate proprio in epoca di lock down. Andrea Balzola, che non è decisamente nuovo a libri dedicati alle tecnologie (L’arte fuori di sé, Arte e media, Le Arti multimediali digitali, La scena tecnologica), si interroga in questo importante volume che ha anche un bel titolo (Educ’Action, un’educazione che agisce, che è coinvolta) su quelli che sono i punti fondamentali per la nascita di una Nuova Scuola che si avvalga, non solo in tempo di emergenza sanitaria, delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali e della rete, e dai nuovi paradigmi informativi e relazionali che l’adozione di queste implicano. Un libro fondamentale che nasce per riflettere su una formazione che deve essere sempre più votata a un uso consapevole, socializzante ed etico dei media e non a un suo adattamento passivo da parte del soggetto. Un uso assolutamente divergente da quello proposto dall’imperante consumismo tecnologico. Per un approfondimento suggeriamo l’interessante talk delll’Autore per Connecting Cultures

Andrea Balzola è autore multimediale, teorico e docente di New Media. Negli anni Ottanta svolge ricerche per il CNR ed è nominato Cultore della materia in Storia del cinema nelle università di Torino e di Roma. Tiene corsi di formazione per insegnanti per le Regioni Piemonte e Toscana e nelle università di Firenze e di Palermo. All’inizio degli anni Novanta ottiene la cattedra di Teoria e metodo dei mass media all’Accademia di Belle Arti, insegnando a Torino, a Carrara e a Brera-Milano, dove progetta e coordina i nuovi corsi sperimentali di Linguaggi multimediali.
Nell’ambito di media, arte e spettacolo, pubblica articoli per molte riviste e importanti testi monografici, tra i quali: Le arti multimediali digitali (con A.M. Monteverdi, 2004); L’arte fuori di sé (con P. Rosa, 2011); La scena tecnologica (2011). Sui temi del rinnovamento educativo, collabora con le riviste universitarie “Mediascapes Journal”, “HiArt”, “Historia Magistra”, “Connessioni remote” e “Alfabeta2”.

Andrea Pinotti, Alla soglia dell’immagine. Da Narciso alla Realtà Virtuale, Einaudi.

Ad Andrea Pinotti dobbiamo non solo l’ingresso in Italia degli studi estetici sull’immagine e sulla cosidetta “visual culture” grazie al libro seminale scritto con Antonio Somaini (2016) che si apriva al territorio dell’esperienza audiovisiva, ma anche la teorizzazione recente delle immagini an-icon (letteralmente: immagini che negano se stesse) relative al campo della Realtà Virtuale. Attraverso l’esperienza di “scorniciamento, immediatezza e presenza” noi ci adentriamo nel territorio del virtuale, un territorio che “satura” il nostro campo visivo, che ci fa perdere le coordinate spaziali e ci cala “dentro l’immagine” senza la possibilità di un fuori campo al punto da rendere l’immagine non più tale ma “ambiente”, distanziandoci paradossalmente proprio dal nostro corpo. L’Anicologia apre nuove riflessioni filosofiche, partendo dalla tendenza allo scorniciamento di certa arte contemporanea (dalla pittura al cinema alla performance) al senso di presentness/immediatezza indotto dai new media: ci appare solo un po’ strano non vedere dedicato all’interattività neanche un paragrafo e non vedere applicata questa teoria a molte delle performance tecnologiche immersive e virtuali contemporanee (per esempio quelle di Konic e del gruppo belga Crew). An-Icon è un progetto internazionale Erc-Advanced che ha visto la luce all’interno del Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano ad opera di Andrea Pinotti ed è ancora in corso; ha prodotto a oggi convegni, simposi, laboratori ed esposizioni. Qua un estratto del libro.

Andrea Pinotti insegna Estetica all’Università Statale di Milano, dove coordina il progetto ERC «An-Icon». Fra le sue pubblicazioni, Estetica della pittura (2007) ed Empatia. Storia di un’idea da Platone al postumano (2011). Per Einaudi ha pubblicato Cultura visuale (con A. Somaini, 2016) e curato Aura e choc di Walter Benjamin (con A. Somaini, 2012), Costellazioni. Le parole di Walter Benjamin (2018), Stile moderno di Georg Simmel (con B. Carnevali, 2020) e Alla soglia dell’immagine. Da Narciso alla realtà virtuale (2021).

R-ESISTENZE, il numero zero della rivista dell’Accademia Albertina di Torino, a cura di Andrea Balzola
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Sul finire di questo 2021 il prof. ANDREA BALZOLA docente all’Accademia Albertina di Torino, drammaturgo e uno dei massimi studiosi italiani di Arte e Media, ha annunciato in rete l’uscita e la prossima presentazione ufficiale (all’inizio del nuovo anno) del numero 0 del magazine R-ESISTENZE, almanacco di culture artistiche ed etiche differenti, edito da Albertina Press (edizioni dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino), in versione cartacea e digitale.

Qua il sito https://www.albertina.academy/albertinapress/

Il titolo della monografia è LIBERTA’ E MENZOGNA. Sulla copertina e sulla quarta di copertina sono riportati gli autori dei contributi della rivista.

“Grazie ai numerosi e interessanti contributi siamo riusciti a realizzare un prodotto editoriale ricco e originale, di 180 pagine, con un centinaio di collaboratori tra artisti, studiosi, docenti e studenti di diverse generazioni e linguaggi.

Il formato digitale sarà presto a portata di tastiera, con una selezione dei contenuti presenti sul formato cartaceo, già disponibile da Natale presso la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Torino.

È stato un anno difficile e controverso, abbiamo sperimentato in diversi modi ciò che è stato l’oggetto di ricerca che si proponeva il primo numero monografico della rivista: LIBERTA’ e MENZOGNA. Ancora oggi non possiamo dirci immuni alle suggestioni e riflessioni che argomentano il binomio scelto per iniziare e, poiché di inizio si tratta, non possiamo che augurarci che questa nuova rete di connessioni e scambio si rinnovi in vista di future collaborazioni”.

A. Gronchi, La luce della conoscenza, Foto Quattrone, 2021

Le fotografie di Massimo Vitali nel libro di Noemi Pittaluga (Ledizioni, 2021)
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Nel finale questo 2021 ci regala dei libri importanti che vorrei menzionare perché meritevoli di lettura (e acquisto..).

Tra questi il volume Massimo Vitali. Una storia italiana (Ledizioni) di Noemi Pittaluga, storica dell’arte e del teatro, curatrice ed esperta di intrecci tra i linguaggi: non a caso suo è il volume sul Teatro di Studio Azzurro che porta anche l’ultimo contributo del suo fondatore, Paolo Rosa (me lo regalò proprio lui nel 2012).

Massimo Vitali: una storia italiana non è, come si potrebbe credere, il catalogo di un’esposizione (se ne possono trovare molti nel sito dell’artista qua) o un volume di critica fotografica. E’ molto di più: è un’accurata indagine al microscopio dei soggetti e delle tecniche usate dall’artista e di tutto ciò che sta “dietro l’immagine”, come avrebbe detto Federico Zeri; è anche un racconto di come ci si debba avvicinare all’opera di Vitali, ricostruendone storia e cultura.

Massimo Vitali non ha bisogno di presentazioni: se qualcuno non associasse il suo nome a una specifica opera d’arte, basterebbe mostrargli una qualunque fotografia delle Beach series per farglielo ricordare immediatamente; le sue iconiche immagini scattate dall’alto a immortalare gruppi di persone in spiaggia, in discoteca, nelle piazze, nei concerti sono, infatti, parte del nostro immaginario contemporaneo, sono diventate copertine sia di riviste d’arte e moda che di libri. Vitali è anche il nome di punta di varie manifestazioni mondiali (tra tutte: Paris Photo) e le fotografie a sua firma di dimensioni gigantesche, sono sia dentro le case di grandi star di Hollywood che nei maggiori musei mondiali.

Anche se lo sembrano, le fotografie di Vitali sono tutt’altro che istantanee che immortalano l’attimo fuggente: necessitano di una lunghissima preparazione, della costruzione di uno speciale spazio di “visione” (una piattaforma situata a sette metri di altezza) e di lunghe attese; e non sono affatto confortanti cartoline dai luoghi estivi e invernali di svago, tradendo nel sottotraccia, una riflessione talvolta anche caustica, sulla società.

E proprio sul lungo processo creativo, sul sostrato culturale che anima queste fotografie che grondano riferimenti ad altre arti, dal cinema alle performing arts, che si sofferma Noemi Pittaluga, che con il suo occhio esperto identifica la storia di Vitali con una storia tutta italiana, in una lunga traiettoria che va dai capolavori del Rinascimento, alla pittura di paesaggio veneziana, dal cinema del boom economico ai fotoreportage delle stragi fasciste degli anni Settanta. In questa cornice si inquadra anche la storia personale e professionale di Vitali. La Toscana è la culla del Rinascimento e del Barocco, e Lucca, dove Vitali e la famiglia abitano e dove l’artista ha un magnifico studio in una zona ben nascosta dalle rotte turistiche, ospita alcuni tesori come lo scenografico e barocco giardino di Palazzo Pfanner, attribuito a Filippo Juvarra (1678-1736). Non è un caso che se si allarga un po’ la fotografia del suo studio, buttando l’occhio nell’armadio che custodisce i suoi libri, troveremo anche un volume su Gordon Craig, padre dell’estetica teatrale di inizio Novecento. Merito (anche) della moglie berlinese, Annette Klein, storica del teatro, appassionata di design di gioielli, che è stata una grande amica di Peter Zadek (il regista teatrale tedesco che aveva rivitalizzato il teatro della Germania dell’Ovest, scomparso nel 2009).

Qualcuno si domanderà come è possibile trovare queste “tracce” dell’antico nelle fotografie di Vitali, così ricche piuttosto, di vita di oggi, di rituali giovanili, di paesaggi contemporanei. Ebbene, ci sono (io ne avevo parlato nel blog di Vitali qui), sono sotterranee, quasi subliminali, ed è questo il motivo che le rende a noi così familiari, appunto, così “italiane”: da qua parte una ben documentata analisi della Pittaluga che non disdegna confronti tra le fotografie e i disegni teatrali barocchi dello scenografo dei principi, il “mago” Giacomo Torelli, con le sue quinte in scala ridotta per aumentare l’effetto della prospettiva e con l’invenzione che lo rese famoso, la veduta per angolo. In effetti è difficile non “leggere” le fotografie di Vitali come dei palcoscenici effimeri la cui scenografia è composta da natura e figura umana. Dal punto di vista compositivo, le fotografie di Vitali si possono interpretare anche come dei veri e propri quadri, attraverso quella “geometria segreta” dei pittori, quel disegno sotto l’opera raccontato da Charles Bouleau. Come un quadro vedutista, oppure uno scorcio fotorealista le sue fotografie sono anche delle sorprendenti illusioni ottiche, e delle perfette macchine della visione.

Ma come nota giustamente la Pittaluga, l’apparente tranquillità, serenità delle fotografie di Vitali cela un inquietante interrogativo sulla realtà riprodotta attraverso un medium: viene da chiederci cosa ci sia di “vero” e cosa di artificiale in ciò che ci circonda, quando questo viene filtrato dai mille dispositivi tecnici, esattamente come ce l’hanno raccontato Truman Show prima e oggi Don’t look up. Il volume contiene anche un’ampia intervista all’autore.

Da comprare.

Per una drammaturgia multimediale del climate change. Al LAC di Lugano vanno in scena le metamorfosi video-sonore della Terra a firma di Gabriele Marangoni.
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Nella cornice del LAC , il più grande centro culturale della città di Lugano nel Canton Ticino ha debuttato METASTASIS uno spettacolo di teatro musicale con video proiezioni a firma del compositore Gabriele Marangoni in collaborazione con Tempo Reale di Firenze diretto da Francesco Giomi, che vede la partecipazione di Francesca Della Monica, Damiano Meacci e Luigi De Angelis. Il coordinamento tecnico è di Micol Riva.

Dopo una prima versione videoelettronica pensata per LINGUA MADRE, progetto vincitore del Premio Hystrio, lo spettacolo si espande a una versione finale teatrale ancora con la coproduzione del LAC.

Damiano Meacci e Gabriele Marangoni

Metastasis è uno straordinario e coinvolgente concerto multimedia dedicato alla Terra, agli stravolgimenti ecologici del climate change causati dall’uomo e dalla sua incapacità di intervenire sui processi di produzione e consumo; la performance vede come protagonista la musica di Gabriele Marangoni, compositore presente nei massimi Festival di musica sperimentale e tecnologica (da Reggio Emilia a Linz),  la potente voce di Francesca Della Monica, un sofisticato suono elettroacustico ideato e organizzato da Damiano Meacci e un elaborato progetto luci di Luigi De Angelis.

Performance come una “geografia” visionaria che non racconta i disastri ambientali ma incarna il grido stesso della Terra: è il ghiacciaio Muldrow dell’Alaska che si muove rapidamente, è l’urlo muto delle popolazioni sfollate colpite da disastri meteorologici, è l’incontrollabile forza dei cicloni e delle distruttive tempeste tropicali. Sono i capitoli finali di un’avvilente storia dell’uomo. Ma che suono ha quell’habitat naturale desertificato per il quale ogni intervento è ormai irrisolvibile? In scena un corpo luminoso, sonoro e vocale, dà vita a una drammaturgia sinestetica coinvolgente: Metastasis è uno scuotimento, un sovvertimento del ritmo vitale, ed è evidentemente, anche una metafora della condizione umana contemporanea.

La voce della Della Monica è un atto continuo di rigenerazione della parola e dei suoni che prende forma nello spazio teatrale, diventato luogo di un trepidante attraversamento di molteplici stati dell’essere. Sono scalate e discese nel baratro di velenosi miasmi di centrali industriali, di ciminiere, sono immersioni nei convulsi riflussi di acque che corrispondono a sonorità spinte all’estremo che feriscono chi ascolta. Qui, dall’ultima galleria del teatro, scende simbolicamente ai piedi delle profondità geologiche della crosta terrestre rappresentate nel video proiettato sul palcoscenico, una figura dalla voce indistinta che va oltre la soglia dell’umano; affiora dalle fenditure che spalancano il ventre della terra: è una divinità ctonia, un demone, una creatura ambigua, dalla natura inconsueta che si fa corvo, terra, pietra, luce.

Nello spettacolo c’è un presagio di una trasformazione e di una disseminazione del corpo umano sotto una nuova specie, incarnando perfettamente alcuni concetti proposti dalla studiosa femminista Donna Haraway: se c’è una via di uscita dal disastro è proprio quella di allontanarsi dalla struttura binaria delle categorie uomo/donna, naturale/artificiale, corpo/mente, coabitando in modo responsabile, creando kin, alleanze, connessioni, mutandosi in companion species (specie compagne ricorda  la Haraway in Staying With The Trouble – Making Kin in the Chthulucene). Vivere, in sostanza, è con-vivere tra le creature— umane e non — che diventano le une con le altre, che si compongono e decompongono, in ogni scala e in ogni groviglio, come dice la Haraway, “simpoietico”. La scena ospita il volto arido e incandescente della Terra ma anche questo nuovo groviglio di vita che appare all’orizzonte, come la nuova luce. La svolta è l’indeterminatezza, la leggerezza liberatoria della multiformità.

La combinazione video-immersiva di ambienti architettonici astratti e privi di figure umane, le precise macchie di colore, il fumo che rende indistinti confini e immagini, porta a una speciale percezione del paesaggio terrestre (le aree industriali e urbane videoritratte); questo, insieme con i forti bassi sonori usati (talvolta saturando lo spazio udibile) diventa un organismo poetico sotterraneo, di cui la performer innesca le vibrazioni. 

Tecnologia come seconda natura: luce e video, voce e suono sono assolutamente inscindibili in questo progetto che porta la firma visuale ben riconoscibile di Luigi De Angelis: quelle traiettorie di luci vanno a marcare con evidenza geometrica, il centro della Terra o i confini dell’udibile e dell’inudibile. È proprio la luce che permette al suono di manifestarsi con tutta la sua potenza e di prendere forma, come dice il sound designer Damiano Meacci che ha elaborato con Marangoni, le strutture elettroniche e ha adattato i materiali sonori elettronici e acustici allo spazio del teatro, usando sia la spazializzazione che altri strumenti di live electronics. Il risultato finale è una indimenticabile performance totale che permette di percepire, con tutti i sensi, l’invisibile.

Luigi De Angelis

TRA REALTÀ VIRTUALE E PERFORMANCE, PER UN TEATRO TOTALE:DAL 10 DICEMBRE “UNA FUGA IN EGITTO” ALLO STABILE DI CATANIA
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Tre lavoratori della parola, Lina Prosa, Tino Caspanello e Turi Zinna, invadono il campo della realtà virtuale per congegnare un’esperienza immersiva multidimensionale, un’esperienza che confonde i confini tra la stessa realtà virtuale e la performance: con Una fuga in Egitto. Rotta virtuale per l’esilio il Teatro Stabile di Catania punta ancora una volta sulla sperimentazione di nuovi linguaggi, proponendo un progetto teatrale interamente sviluppato per visori Oculus. 

Dieci spettatori alla volta, nello spazio del Ridotto della Sala Verga, dal 10 al 21 dicembre 2021, assisteranno a questo spettacolo in cui Turi Zinna – che ha curato il progetto, il montaggio e la regia -, con in mente l’idea di un teatro totale ha accorpato il mondo della drammaturgia, del cinema immersivo tridimensionale a 360°, delle arti visive digitali, della musica elettronica e della tecnica teatrale: le scene girate dagli attori in video 360° stereocopico – Barbara Giordano, Marcello Montalto, Chiaraluce Fiorito, Giovanni Arezzo, Valentina Ferrante – interagiranno con quelle interpretate dal vivo da Valentina Ferrante e Turi Zinna. 

«Il pubblico, indossato il visore – spiega il regista – percepirà di essere all’interno e di essere parte dello stesso ambiente nel quale agiscono i personaggi. Attraverso una combinazione di tecnologie all’avanguardia e paesaggi sonori immersivi, la piece esplora l’intricata connessione tra memoria, sensi, percezione del mondo, manipolazione e coscienza. Nonché una visione del mondo intrinsecamente femminile inconciliabile con ogni sistema autocratico-patriarcale seppur ultramoderno e tecnologico».

È proprio il progetto sperimentale di una drammaturgia pensata espressamente per la realtà virtuale a caratterizzare questo spettacolo, tra i primissimi in Italia ad essere stato pensato – già nella primavera del 2020, poi bloccato dall’evoluzione pandemia – per la fruizione tramite visori Oculus.

Ispirato al dipinto Una fuga in Egitto di Giambattista Tiepolo, che ritrae la sacra famiglia in un’insolita iconografia, ovvero a bordo di una barca e in compagnia di un asino e due angeli, il testo affronta i temi dell’incertezza e del cambiamento attraverso i suoi protagonisti: «Una Maria che autofeconda in sé un pensiero rivoluzionario, che annuncia la sua Immacolata Concezione a un angelo divenuto ateo. Un Giuseppe pavido e conformista, incapace di comprendere e pronto a divorziare. Un tempio deciso a far strage degli occhi indisponibili a essere programmati. Una Maria che partorirà uno sguardo destinato a liberare il mondo. Una salvezza, non ancora salva, da dover salvare».

«Sin da quando, proprio condizionati dalle chiusure del primo lockdown, abbiamo pensato con Turi Zinna alla sfida di un’opera digitale così sperimentale – spiega la direttrice del Teatro Stabile di Catania Laura Sicignano -, abbiamo creduto molto al suo valore di innovazione sia dal punto di vista tecnologico che strettamente teatrale, legato alla proposta di scrittura che abbiamo fatto agli autori coinvolti e all’esperienza ibrida realizzata dagli attori tra il video e la scena. Ecco che questo spettacolo interseca varie linee del progetto con cui si sta rinnovando l’identità del Teatro Stabile: la valorizzazione della nuova drammaturgia siciliana e l’investimento sui nuovi linguaggi teatrali, che convive costantemente con le altre proposte artistiche, anche quelle più legate all’esplorazione e alla rilettura dei testi della tradizione. Possiamo farlo anche grazie all’opportunità di disporre finalmente di nuovi spazi per nuovi contenuti: il Ridotto della Sala Verga è stato rinnovato proprio per accogliere la sperimentazione e lo dimostra il fatto che in pochi mesi ha già cambiato forma tante volte, prestandosi ad accogliere mostre, incontri, letture ed ora questa performance che coinvolgerà il pubblico in modo del tutto nuovo».

La cura del teatro su Tomi Janezic di Anna Monteverdi e Alessandro Bronzini alla Mostra del cinema di Taranto on line. Puoi votarlo!
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 Il video documentario LA CURA DEL TEATRO sul regista sloveno TOMI JANEZIC è stato selezionato per la mostra del cinema di TARANTO. E’ POSSIBILE VOTARLO QUANDO SARA’ IN PRoIEZIONE DALLE 19 ALLE 22.

http://www.mostracinemataranto.com/sala-di-proiezione/

E’ stato Realizzato seguendo le attività del regista Tomi Janežic nei festival e nei laboratori europei in cui è stato coinvolto dal 2014 al 2018 (Festival FabbricaEuropa a Firenze, Festival Mundi nel Salento, l’Accademia di Cinema e teatro di Lubjana dove Janežic insegna Recitazione e Regia, il Centro di ricerca internazionale e residenza teatrale di Krušce durante due soggiorni in periodi diversi in occasione di workshop sullo psicodramma, il workshop “Principles in Acting” che la stessa Monteverdi ha proposto per due edizioni al Napoli Teatro Festival).
Inoltre in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Lecce, avvalendosi della collaborazione di Alessandro Bronzini e di alcuni studenti del corso di Scenografia e Video, la Monteverdi ha effettuato nuove interviste e riprese nel paese natale di Carmelo Bene, Campi Salentina.
Il regista sloveno ha eccezionalmente concesso alla Monteverdi e a Bronzini in esclusiva per il documentario, le rare immagini delle prove del Gabbiano e le riprese delle tournée in Romania e in Croazia oltre alle preziose interviste.

“Massimo Vitali. Una storia italiana”. In libreria a firma di Noemi Pittaluga il volume su uno dei più grandi fotografi italiani
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Il libro Massimo Vitali. Una storia italiana scritto da NOEMI PITTALUGA e edito da Ledizioni di Milano, edito presenta per la prima volta in modo organico, attraverso lo studio degli articoli, dei cataloghi e percorrendo l’excursus artistico dell’autore, la biografia del fotografo italiano, famoso a livello internazionale soprattutto grazie alla Beach series, inaugurata nel 1994. Analizzando la poetica e gli elementi topici del suo linguaggio fotografico, legati alla storia del teatro, alla tradizione della pittura di paesaggio e a quella fiamminga del Cinquecento e Seicento, il testo propone al lettore un’immersione nel mondo dell’artista del quale sono pubblicati alcuni tra gli scatti più significativi. L’intervista esclusiva e i diversi capitoli mettono in luce come l’estetica dell’autore, capace di coniugare uno sguardo oggettivo con una visione tipicamente mediterranea, intenda indagare i diversi aspetti delle relazioni umane e della società contemporanea.

DATI BIBLIOGRAFICI
Autore: Noemi Pittaluga
Editore: Ledizioni
Pubblicato nel: novembre 2021
Formato: brossura, 152 p.
ISBN: 9788855264983
Prezzo: 39,00 €

La cura del teatro film-doc su Tomi Janezic in programma per la Mostra del cinema di Taranto(online). Il link per votarlo
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Il film-doc a firma mia e di Alessandro Bronzini “La cura del teatro” sul regista #TomiJanezic è stato selezionato per la mostra del cinema di Taranto.

Sarà proiettato a loop on line sulla piattaforma il 4 dicembre dalle 19,05 fino alle 22.05 e potete votarlo come “sesto” giurato ma solo durante le ore di proiezione. Ci piacerebbe vincere…votate in tanti pleaseee!! qua il link

http://www.mostracinemataranto.com/sala-di-proiezione/#programma

TOMI JANEZIC

ROMA POETRY FILM FESTIVAL dal 26 novembre al 9 dicembre 2021
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DIREZIONE ARTISTICA Luigi Cinque A CURA DI Veronica D’Auria

DoctorClip – Roma Poetry Film Festival, realizzato con il contributo della Regione Lazio, è il primo festival italiano di videopoesia, esplorazione di territori inconsueti della parola e delle arti audiovisive.

La videopoesia è la forma più attuale di ibridazione della parola poetica, è il confine esploso tra parola, video e suono, è il luogo figurato in cui prende forma la drammaturgia delle arti.

Il Festival, dal 26 novembre al 9 dicembre 2021, presenterà un fitto programma di proiezioni, incontri con artisti e studiosi, presentazioni e performance multimediali: un’occasione per fare il punto sulla videopoesia, le sue declinazioni, le sue derive.

L’edizione 2021 si terrà in due location romane dedicate al cinema ed al teatro sperimentale, Scena | Spazio Cinema Eventi Nuove Arti ed il Teatro Off/Off, in collaborazione con Incontri Festival.

Venerdì 26 novembre il festival inaugurerà a Scena con le proiezioni: verranno mostrate, attraverso una moltitudine di linguaggi audiovisivi, le relazione e le ricerche formali e concettuali con la verbalità, nella sua trasmissione visiva e sonora. Si partirà con la rassegna di opere, proveniente dalle precedenti edizioni, dello storico poetry film festival berlinese Zebra a cui seguirà la selezione video poetica al femminile del festival Over The Real. Con l’intervento di Bruno Di Marino, docente dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone, ripercorreremo la storia delle sperimentazioni audiovisive del lettering anche grazie alle opere protagoniste attraversate dall’evoluzione significante del segno mobile. A seguire la proiezione del Historical selection DoctorClip, una raccolta di poesie animate selezionate dalle sette edizioni del festival. Chiuderà la serata la presentazione di Roberta Nicolai che attraverso i lavori video-performativi di Teatri di Vetro – festival delle arti sceniche contemporanee, di cui è direttrice, introdurrà la lecture performance multimediale “Il suo spazio è l’intervallo” di DEHORS/AUDELA.

Anche la giornata di sabato 27 novembre si aprirà all’insegna dell’immagine in movimento, in particolare dell’animazione d’artista, con la selezione audiovisiva del festival internazionale Inventa un film e l’intervento di Giacomo Ravesi, ricercatore presso l’Università degli Studi Roma Tre, sulle poesie della figurazione di, e con, l’artista Claudia Muratori. Per poi proseguire con uno sguardo sulla produzione dei pionieri italiani della videopoesia italiana con l’antologia a cura dello scrittore, poeta e regista Marco Palladini a cui seguirà l’omaggio al teknoartista -pioniere dell’arte elettronica e digitale italiana- Giacomo Verde, presentato da Anna Maria Monteverdi (docente associato dell’Università Statale di Milano) e da Dalila D’Amico. Si prosegue con la proiezione delle videopoesie di DoctorClip, che offrirà uno spaccato sulla multiforme produzione di linguaggi e sulla creazioni di nuove sintassi nel territorio liminale tra poesia, video e suono, e del cortometraggio siciliano “A città jè china di luci” di Biagio Guerrera. Si continua con le opere audiovisive sperimentali dell’archivio C.A.R.M.A.-Centro d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate, in cui la parola si fa immagine e voce, diviene segno e suono, punto di partenza per viaggi poetici intermediali in cui significato e significante si compenetrano e creano nuovi immaginari. A conclusione della serata si assisterà (e parteciperà) alle contaminazioni tra le arti con la performance intermediale/installazione interattiva (VR) di Lino Strangis “M’illumino d’immenso” che trova nell’estrema apertura linguistica un punto di partenza verso la ricerca di un fenomeno scenico come opera totale.

Martedì 30 novembre il festival si sposterà al Teatro Off/Off con Historical selection DoctorClip, una raccolta di opere provenienti dall’archivio del festival introdotto dagli interventi di prestigiosi esponenti del mondo della musica, della poesia, della videoarte e del teatro (Luigi Cinque, Marco Palladini, Giovanni Fontana, Gilda Policastro, Valentina Valentini). Si proseguirà con le performance poetiche di Giovanni Fontana, Marco Palladini, Ludovica Manzo per approdare alla performance multimediale, con installazione audio-video interattiva in tempo reale, grazie all’intervento di Valentina Valentini che presenterà la performance intermediale/installazione interattiva di Lino Strangis “La porta del segreto”. La proiezione successiva ci porterà a riscoprire le nostre multiculturali terre come nel viaggio musicale, in un angolo di Africa del sud Italia, del film, premiato al festival di Venezia, “Jululu” di Michele Cinque.

Nel mese di dicembre DoctorClip, come consuetudine, farà tappa in tre luoghi della Regione Lazio: venerdì 3 dicembre alla Biblioteca comunale di Ferentino (FR) con l’incontro che vedrà protagonista Antonio Poce, compositore e visual artist, e le opere di Hermes Intermedia; mercoledì 8 dicembre al Supercinema di Tuscania (VT) e giovedì 9 dicembre al Cosmonauta di Viterbo con le videoproiezioni delle selezioni provenienti dall’ottava edizione ed un focus sulla collaborazione tra il videoartista Igor Imhoff e la poetessa Adeena Karasick.

Un progetto di MRF5

DIREZIONE ARTISTICA Luigi Cinque

A CURA DI Veronica D’Auria


Ingresso libero

INFO e CONTATTI

www.doctorclip.it
info@doctorclip.it

3492304021

FB @DoctorclipRomaPoetryFilmFestival 
Evento FB: 26-27 novembre https://fb.me/e/15UZOt0qc

PROGRAMMA https://sites.google.com/view/doctor-clip/programma2021 

SCENA

Spazio Cinema Eventi Nuove Arti

venerdì 26 novembre 18:00-23:00

sabato 27 novembre 17:30-23:00

Via Degli Orti d’Alibert 1, Roma

https://scenaweb.it

TEATRO OFF/OFF

martedì 30 novembre 17:30-20:30

Via Giulia 20, Roma

Biblioteca comunale

venerdì 3 dicembre 17:00-19.00

Via Palazzo Consolare, Ferentino (FR)

Supercinema

mercoledì 8 dicembre 17.00-22.00

via Garibaldi 1, Tuscania (VT)

Cosmonauta

giovedì 9 dicembre 18.00-20.00

Via dei Giardini 11, Viterbo 

-Veronica D’Auria

Chief Curator of C.A.R.M.A. – Centro d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate  http://asscarma.wix.com/carma

+39 349 2304021

veronica.dauria@gmail.com 

Il talk DUST AND DATA con Marco Cervino (CNR) per “Critters room” di Jan Voxel, progetto vincitore di Residenze Digitali.
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DUST AND DATA: cosa sappiamo delle polveri sottili

Il collettivo JAN VOXEL dialoga con Marco Cervino, ricercatore presso l’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima, CNR-ISAC di Bologna. Il Talk rientra nel progetto “The Critters Room #experience” di Jan Voxel, selezionato nell’ambito del progetto delle Residenze Digitali*. “The Critters Room” è un ambiente reale e virtuale in cui sperimentare la presenza “dei mostri e dei fantasmi dell’Antropocene”, dove convivono molteplicità di connessioni e compresenze tra artisti, dati, attivisti, hardware, scienziati, pollini. Protagonisti del progetto sono le polveri sottili, PM10, misurate da centraline auto-costruite e di libero accesso, e i vetrini da microscopio, esposti all’aria con pratica performativa, catalogati e micro-fotografati. Jan Voxel è un gruppo informale, nato nel 2019 e costituito dal fisico e informatico Lorenzo Belardinelli, dalla performer e regista Cinzia Pietribiasi e dalla danzatrice e scenografa Lidia Zanelli. Il progetto The Critters Room è realizzato in collaborazione con la Compagnia Pietribiasi/Tedeschi e con il sostegno di Ateliersi Bologna e Officina Leo van Moric, Parma.

“L’arte ha un ruolo sociale, oggi più che mai”: intervista a GABRIELE MARANGONI per METASTASIS
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Il compositore e artista digitale Gabriele Marangoni ha abituato il pubblico a sorprendenti progetti dove live electronics, sound scape, videoarte e voci recitanti si amalgamano in modalità immersive straordinarie; ospite di Festival internazionali, da Ars electronica di Linz (è stato l’unico artista italiano a essere invitato nella stessa edizione per opening e closing) a I teatri di Reggio Emilia (dove ha portato nel 2019 Utera, un lavoro raffinato che giocava su aspetti sonori, coreografici e visivi interattivi) quest’anno approda a LUGANO il 15 dicembre. Il LAC di Lugano infatti, insieme con Tempo Reale di Firenze hanno prodotto il suo progetto METASTASIS, sequenza per voce e live electronics contro l’inquinamento umano, con Francesca Della Monica e Damiano Meacci e videoambienti.

Intervista al musicista e artista digitale Gabriele Marangoni

Come è nato il progetto di theatre music che ha un tema legato all’ambiente, al climate change?

MARANGONI: Come idea METASTASIS è nato da un’esigenza di affermare un ruolo sociale dell’arte. Siamo, è vero in un periodo storico senza precedenti come sensibilizzazione nei riguardi del Pianeta. Se ne parla ma non vediamo qualcosa di veramente efficace che ci porti a entrare in empatia con la rovina del Pianeta, dunque la sensibilizzazione va avanti per sfumature, ma l’arte ha il dovere di amplificare un messaggio, deve poter influenzare la coscienza delle persone laddove altri mezzi hanno fallito. L’Arte si fa carico del messaggio, di gettarlo in maniera dirompente tra le persone, e questo si lega all’estetica del progetto che è dar vita all’urlo del Pianeta, urlo che diventa elemento artistico e sonoro. Su questo urlo (interpretato da Francesca della Monica) si costruisce: è un urlo disperato, primordiale attraverso il linguaggio artistico e sonoro si vuole andare a scuotere le coscienze, è questa è una necessità artistica e etica insieme. Metastasis è cancro ma per me lo è prima di tutto gran parte dell’operato umano, non il Pianeta, che è ammalato perché siamo noi la sua malattia. Metastasis è un progetto sonoro incentrato sull’uso della voce e delle sue tecniche estese in dialogo con l’opera visiva.

Quali sono state le fasi di lavoro del progetto?

MARANGONI: C’è stato un arricchimento rispetto a un’idea unicamente acusmatica a cui mi ero dedicato inizialmente, c’è una sorta di polifonia, di linee, di linguaggi che si intrecciano, il principale, più strutturale ed emotivo è quello sonoro che viene elaborato elettronicamente: si parte dai suoni al limite della riproducibilità della voce umana (con Francesca Della Monica), elaborata in live electronics (con Damiano Meacci e Tempo reale). C’è poi, un’operazione che definirei di “ecologia sonora”, un uso limitato degli strumenti ridotti al minimo appunto, in un’ottica di ecologia; minimale è l’apparato scenico e tecnologico: non ci sono oggetti di scena, non vengono portati altri materiali al di fuori della dotazione del teatro stesso: l’apparato scenico è il teatro stesso, la sua struttura, le quinte, i tiri, le luci. Abbiamo aggiuno un dispositivo video con proiezioni zenitali sul palcoscenico, gigantesche: a queste immagini abbiamo attribuito un ruolo onirico. La linea estetica delle luci è stata ideata con grande precisione e cura da Luigi De Angelis. I video sono stati girati in Sardegna e sono la trama, quella pelle in cui vediamo stratificata la bellezza incontaminata in dialogo stridente con l’intervento dell’uomo, che devasta, che inquina. Musica e aspetto visivo sono parti di un elemento strutturale unico, un’unica grande a partitura. Dal punto di vista espressivo c’è un’interiorizzazione continua: l’opera inizia in maniera cruda e violenta , con un urlo amplificato dalle luci e dall’elettronica, ma procede verso un’intimità. La Madre Terra ferita urla disperazione ma conduce a un’intimità preziosa. Preziosità.

Come ti poni rispetto a determinate posizioni degli artisti anche di teatro che cercano soluzioni concrete per limitare nel loro lavoro, materiali inquinanti o energivori?

Marangoni. Senza ipocrisia bisogna accettare il fatto che per determinati aspetti non abbiamo rimedi; dobbiamo ammettere che la tecnologia che usiamo ha un impatto sull’ambiente, che certi materiali non saremo in grado di smaltirli. Possiamo però, limitarne l’uso, e questa cosa non è una riduzione, ma un ampliamento. Si usa quello che c’è già, ne amplifichiamo le possibilità. Certamente con lo spettacolo da questo punto di vista aderiamo a una campagna a impatto zero, e per ogni rappresentazione si calcola l’impatto dei consumi per riconvertirlo in verde.

Metastasis ha avuto una forma “primordiale” per LINGUA MADRE

MARANGONI: METASTASIS è stato concepito come un progetto con grande potere di metamorfosi che arriva dall’esperienza delle problematiche e delle conseguenze del Covid (l’isolamento forzato, l’uso del live streaming) e ha preso diverse forme, una di queste è stata l’installazione inclusa in Lingua madre il cui progetto firmato dal LAC ha vinto il Premio Hystrio. In quel formato era costituito da 6 capitoli, tre audiovisuali e tre solo sonori; il progetto che presentiamo al LAC continuerà in questa metamorfosi e diventerà installazione.

Gli appuntamenti di Residenze digitali day by day (22-28 novembre)
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Recupero dal LUNARIO DI FEDERICA PATTI il promemoria e le date di RESIDENZE DIGITALI

Da lunedì 22 a domenica 28 novembre 2021, torna la settimana di Restituzione delle Residenze Digitali: progetto nato nel 2020 con l’intento è quello di stimolare gli artisti e la comunità di spettatori delle performing arts all’esplorazione dello spazio digitale, come ulteriore e diversa declinazione della ricerca autoriale e della esperienza teatrale.

PROGRAMMA 

Su residenzedigitali.it tutti i dettagli e il link peracquistare i titoli d’accesso. In questo affondo di Simona Maria Frigerio trovate inoltre approfondimenti su progetti, ricerche, sperimentazioni condotte in questi mesi dallə artistə in residenza virtuale.

Dipingere con la luce: per Milano BOOK CITY il 20 novembre h.14, Museo del Design, presentazione del libro di LILIANA IADELUCA “Light Painting” (Dino Audino editore)
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Il significato della parola fotografia – scrittura con la luce – riassume e anticipa, con sintesi efficace, la tecnica del light painting, un procedimento di ripresa fotografica che permette a un artista si catturare il movimento di una o più sorgenti di luce davanti all’obiettivo, producendo immagini che sono ormai considerate a tutti gli effetti delle opere d’arte.

In questo incontro, Liliana Iadeluca e Anna Maria Monteverdi ripercorrono storia e tecniche per “dipingere con la luce”, analizzando le diverse declinazioni che può assumere e illustrando gli strumenti necessari per attuarle. A suggellare l’incontro, una live performance di light painting.


La prenotazione all’evento è obbligatoria PRENOTA

L’accesso agli eventi sarà possibile solo con Certificazione Verde COVID 19 (denominata Green Pass) valida. Sarà necessario indossare correttamente la mascherina per tutta la durata degli eventi.

L’ARTE DEL VIVERE E DEL MORIRE scritto e diretto da Domenico Castaldo, dal 20 novembre al 1 dicembre a Torino, San Pietro in Vincoli
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L’ARTE DEL VIVERE E DEL MORIRE

Uno spettacolo scritto e diretto da Domenico Castaldo,
Con: 
Domenico Castaldo, Ginevra Giachetti, Marta Laneri, Rui Albert Padul, Natalia Sangiorgio, Marta Maltese, Zi Long Ying
Light designer Davide Rigodanza
regia Domenico Castaldo
Canti a cappella originali del LabPerm di Domenico Castaldo

DOVESan Pietro in Vincoli Zona Teatro

Via S. Pietro in Vincoli, 28

Tra mito e creatività, L’arte del vivere e del morire, si offre come uno spazio emotivo insito nella natura umana, e negato, nella quotidianità, dalle nostre paure, dalle speranze, dalle aspettative. 

Attraverso il potere risanante dell’arte mimetica lo spettatore viene accompagnato in un percorso di drammaturgia musicale, teso a manifestare ed accogliere le nostre fragilità e la forza delle metamorfosi: per riconoscersi in un moto infinito, proprio dell’essere umano, delle cose e del cosmo. 

Lo spettatore viene condotto in un viaggio emotivo attraverso una sinfonia di canti a cappella e testi poetici tratti dalle poesie di Rabindranath Tagore e Andrej Tarkovskij, dalle riflessioni di Raimon Panikkar e Natalia Ginzburg. I canti sono originali, frutto di una lunga ricerca vocale in seno al LabPerm e legati a moti danzati ed azioni fisiche tesi a generare un trasporto empatico ed emotivo con lo spettatore: si presentano come il motore scenico della drammaturgia.

Si tratta di un lavoro di gruppo, privo di scene, in cui il coro, attraverso il cantocostruisce e costituisce un’ambientazione viva e vibratile. Essa incarna una polis la quale, senza parole, interroga lo spettatore attraverso suoni, elevazioni poetiche; attraverso l’emotività che cerca di rendersi pura nelle armonie. 

DEDICA

L’ARTE DEL VIVERE E DEL MORIRE è stato costruito, attraverso un’intensa ricerca sul canto e le vibrazioni che esso produce, come un atto che si muove su un campo animico. Può essere, dunque, dedicato a chi non può partecipare. Con un piccolo atto e l’annuncio del nome, i canti verranno indirizzati alle persone che ci vorrete indicare, con la prospettiva di mandargli auspici e gioia.

Tutte le sere alle ore 21, 

Eccetto domenica 21 novembre ore 15, 

Domenica 28 novembre riposo. 

Info e prenotazioni: prenotazioni@labperm.it; +39 338 172 8883 – per chiamate;

+39 338703 5392 – per messaggi via WhatsApp

BIGLIETTI: 

15€ intero 

10€ under 26 

10€ per chi partecipa a percorsi L.U.P.A. 

Debutta al LAC di Lugano METASTASIS del compositore Gabriele Marangoni con Francesca Della Monica e Damiano Meacci
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Metastasis debutta al Lac di Lugano 
mercoledì 15 dicembre 2021 alle ore 20.30

Sul Palco Sala Teatro, in prima assoluta, andrà in scena la performance intermediale ideata dal compositore Gabriele Marangoni, che si sviluppa a partire dal progetto per Lingua Madre – già vincitore del Premio Hystrio Digital Stage 2021.

m e t a s t a s i s è un urlo
m e t a s t a s i s è l
istante prima dellassassinio
m e t a s t a s i s è la disperata speranza

Metastasis nasce come esperimento digitale, sublimazione attraverso l’arte di una vibrante denuncia contro la distruzione che il genere umano sta operando a danno della Terra. 

Il progetto è stato pensato, da subito, in due fasi. Dopo la prima in digitale, il 15 dicembre Metastasis troverà una sua nuova dimensione, dal vivo, sul prestigioso palco del Lac – Lugano Arte e Cultura, in “un allestimento tecnologico e minimale ove si compirà la fusione tra sperimentazione artistica e responsabilità sociale” – come dichiara l’autore, Gabriele Marangoni. Mentre la coproduzione dell’ambizioso progetto sarà firmata da Tempo Reale Firenze.
La trilogia (ancora fruibile gratuitamente online), ideata per Lingua Madre – il progetto del Lac rivolto ad artisti interessati a riflettere sul presente, vincitore del Premio Hystrio – era composta da tre creazioni sonore e altrettante opere video che intrecciavano linguaggi diversi per restituire una cacofonia di suoni, rumori, voci e immagini, simile a quella nella quale siamo costantemente immersi e che, spesso, sfugge alla nostra comprensione e non ci aiuta a conquistare la piena consapevolezza di ciò che sta accadendo. 
Le opere video, in particolare, tessevano connessioni perturbanti tra la denuncia degli attivisti per l’ambiente e spunti di riflessione introspettiva – con la voce recitante di Nello Provenzano, su testi originali di Gabriele Marangoni; tra riprese aeree mozzafiato della magnificenza di una natura incontaminata e la distruzione operata dall’uomo attraverso conflitti e fonti d’inquinamento; con, in sottofondo, un suono primitivo che sembrava sgorgare dalle viscere del pianeta, l’urlo della Terra che chiede rispetto e la preghiera laica per quel silenzio – “bene comune, come l’acqua e l’aria” – che può aprire finalmente le nostre menti, rendendoci consapevoli di come occorra abbandonare il consumismo di massa per tornare ai nostri veri bisogni. 

Il 15 dicembre tutto questo sarà trasformato in un’opera interdisciplinare dal vivo, in grado di fondere linguaggi e media diversi in un connubio che risveglierà i nostri sensi e le nostre coscienze. L’ideatore di MetastasisGabriele Marangoni, ha voluto accanto a sé per sviluppare questo progetto live, quattro artisti altrettanto noti per le loro qualità. 

Alla voce, Francesca Della Monica. Cantante, compositrice e filosofa della musica, è considerata una tra le più importanti pedagoghe della voce nel panorama europeo. Ha messo a punto, negli anni di lavoro con i maggiori registi teatrali, compositori e musicisti, una sua metodologia di studio della voce, legata alla scena. Performer vocale della nuova musica, affronta da sempre un repertorio che spazia dal barocco ai giorni nostri.

Damiano Meacci, musicista e ricercatore si occupa di sound design, informatica musicale, live electronics (anche per il progetto Metastasis) e di produzione e post-produzione musicale. Dal 1996 collabora con il centro Tempo Reale di Firenze. In questi anni è salito sui palchi più rinomati al mondo, da La Scala di Milano al Teatro Châtelet di Parigi, dalla Carnegie Hall di New York alla Kioi Hall di Tokyo, fino alla Konzerthaus di Vienna e la Cité de la Musique di Parigi. 
Light designing e spazio scenico sono stati affidati a Luigi De Angelis. Regista, scenografo, light-designer, compositore musicale elettroacustico, ha fondato – insieme a Chiara Lagani – la Compagnia Fanny & Alexander. Le sue produzioni sono state ospitate nei più prestigiosi teatri e festival – dalla Biennale Teatro di Venezia al KunstenFestivaldesArts di Bruxelles, dalla Mostra Sesc de Artes (di São Paulo, Brazil) all’Aylul Festival di Beirut (in Libano), fino al Festival Internacional de Buenos Aires (in Argentina). Nel 2019 il progetto da lui curato, Se questo è Levi, ha vinto il Premio Speciale Ubu.
Micol Riva è stato affidato l’incarico di project manager ed executive producer. Exhibition designer, specializzata in progetti multimediali e interattivi, dopo una proficua collaborazione con Studio Azzurro, per il quale ha realizzato videoinstallazioni, mostre e musei per istituzioni nazionali e internazionali, ha proseguito l’attività come freelance in Italia e all’estero. Ricordiamo, tra gli altri, il suo contributo al progetto e alla realizzazione del Padiglione Cile, nel 2014 (Leone d’Argento alla XIV Biennale di Architettura di Venezia); mentre, nel 2016, ha collaborato al progetto multimediale e alla produzione del Padiglione Spagna (Leone d’Oro alla XV Biennale di Architettura di Venezia).

E ovviamente, last but not leastGabriele Marangoni, autore e musicista di chiara fama. Il suo lavoro spazia dalla musica per ensemble a quella orchestrale, dalle formazioni sperimentali all’elettronica e alla musica per teatro. La sua ricerca parte da una visione assoluta del suono. Il suono come materia con la quale tutto è possibile. La sua produzione è supportata da fondazioni artistiche e musicali italiane ed europee, tra le quali Fondation Nestlé pour l’Art, Fondazione UBS per la Cultura, Ernst Göhner Stiftung e Fondazione Wintheralter. Unico artista a essere stato invitato a inaugurare e concludere, con due progetti differenti, una stessa edizione del prestigioso ARS Electronica Festival di Linz.

Per approfondire: 
La trilogia Metastasis, ideata per Lingua Madre e composta dalle opere video, ThanatosVanitas ed Eros; e dalle composizioni sonore AérasChaos e Phanes, è tuttora disponibile online:https://www.luganolac.ch/lingua-madre
https://www.luganolac.ch/it/lingua-madre/digital-content~corpus-video-artistici~metastasis-~.html

Lo spettacolo andrà in scena:
Lac – Lugano Arte e Cultura
piazza Bernardino Luini, 6 – Lugano (CH)mercoledì 15 dicembre 2021, ore 20.30

Metastasis
Ideazione e composizione Gabriele MarangoniVocal performer Francesca Della MonicaSound design e regia del suono Damiano Meacci – Tempo RealeLight design e spazio scenico Luigi De AngelisProject manager ed executive producer Micol RivaUna coproduzione LAC Lugano + Tempo Reale FirenzeCon il sostegno di Fondation Nestlé pour l’Art

Durata spettacolo: un’ora e 5 minuti
Biglietti da CHF 12 a CHF 25
Prenotazione e acquisto: https://luganolac.eventim-inhouse.de/webshop/webticket/bestseatselect?eventId=3773
Misure sanitarie Covid-19: https://www.luganolac.ch/lac/Visita/Misure-di-sicurezza.html

Ufficio stampa
simona.m.frigerio@gmail.com

La settimana delle RESIDENZE DIGITALI: 22-28 novembre. I link per acquistare i ticket
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Ci avviciniamo alla data molto attesa da tutti noi che amiamo il teatro tecnologico!!!

RESIDENZE DIGITALI EDIZIONE 2021 è alle porte: 22-28 novembre. Segnatevi le date delle singole “restituzioni“, ossia gli eventi on line programmati in parte in streaming in parte in diretta live streaming. Ma noi saremo tutti live! Ci incontriamo virtualmente sulle diverse piattaforme per incontrare gli artisti e le performance selezionate dalle reti teatrali e seguiti da tutor esperti.

Qua il link generale per acquistare alla cifra simbolica di 3 euro su LIVE TICKET i biglietti. Acquistando il biglietto per il giorno corrispondente sarà possibile visionare lo spettacolo attraverso il link che verrà inviato via mail

ECCO I PROGETTI

Jan Voxel OLGA LEGGE i CRITTERS

OLGA LEGGE I CRITTERS/JAN VOXEL

– S T R E A M I N G –
Visibile il 24 novembre 2021-AMAT VIRTUALE, ore 21.00 | Visibile solo in diretta

Live radiofonico estratto da “The critters room #experience”, ambiente reale e virtuale in cui sperimentare la presenza “dei mostri e dei fantasmi dell’Antropocene”, dove convivono molteplicità di connessioni e compresenze tra artisti, dati, attivisti, hardware, scienziati, pollini. Protagonisti del progetto sono le polveri sottili, PM10, misurate da centraline auto-costruite e di libero accesso, e i vetrini da microscopio, esposti all’aria con pratica performativa, catalogati e micro-fotografati.  Il progetto è di Lorenzo Belardinelli, Cinzia Pietribiasi, Lidia Zanelli, in collaborazione con Compagnia Pietribiasi/Tedeschi e con il sostegno di Ateliersi Bologna e Officina Leo van Moric, Parma.

QUA IL LINK A LIVETICKET PER ACQUISTO “OLGA LEGGE I CRITTERS”


Sal Rite Compagnia FUSE – Studio 0.2Presso: L’ospitale virtuale

25/11/2021 20.30 | Visibile solo in diretta presso L’ospitale virtuale a Rubiera (RE)

fuse* presenta il secondo studio di Sàl | Rite, uno dei piani lungo i quali si articola il progetto Sál (“Anima”in islandese), terzo capitolo della trilogia di live-media performance composta da Dökk e Ljòs. Nella versione stand-alone, Sál | Rite assume la forma di una sessione live di meditazione guidata in cui i tracciati neurofisiologici dei  partecipanti vengono raccolti in tempo reale e generano una scultura di dati, seguendo un parallelo ideale con quella che sarà la struttura della performance dal vivo. Al termine della meditazione che avverrà on line, il partecipante sarà accompagnato in un momento di rielaborazione e consapevolezza rispetto all’esperienza appena vissuta, attraverso alcune domande volte all’analisi delle proprie percezioni ed emozioni. Questa parte dell’esperienza verrà presentata sotto forma di prototipo in occasione di Residenze Digitali, con lo scopo di testare una serie di funzionalità in fase di sviluppo che porteranno alla creazione di un archivio esplorabile delle sensazioni provate da chi ha partecipato.

QUA IL LINK PER ACQUISTARE IL TICKET PER SAL RITE


Giacomo Lilliù/Collettivo ØNAR & Lapis Niger
WOE –Wastage of Events

Giacomo Lilliù/Collettivo ØNAR & Lapis Niger
WOE –Wastage of Events
di e con Giacomo Lilliù, Lapis Niger
produzione MALTE
Una performance in realtà virtuale, liberamente ispirata dal graphic novel “The Cage” di M.Vaughn-James. Attraverso un tour di rovine poligonali, repertidigitalie contenuti dell’inconscio collettivo si trasfigurano in un paesaggio alieno, perturbante, da ri-conoscere sotto un sole elettrico.

visibile solo 26 e 27 novembre 2021, ore 18.30 (in diretta)

QUA IL LINK PER L’ACQUISTO DEL TICKET DI WOE


Into the woods: la finta nonna Presso: Spazio Rossellini Virtuale

Into the woods: la finta nonna

– S T R E A M I N G –
Visibile dal 22 novembre 2021, ore 16.00 |  al 28 novembre 2021, ore 23.59

Lorenzo Montanini, Simona Di Maio, Isabel Albertini

Into the woods: La Finta Nonna è il risultato della ricerca condotta durante Residenze Digitali. Il progetto coniuga la dimensione artigianale del teatro d’oggetti con quella digitale del video in 360 gradi. Abbiamo scelto il teatro di oggetti per mantenere la dimensione del gioco fantastico: un rocchetto di filo può essere una pecora, un tappo di sughero il tronco di un albero. Il video ne può esplodere la dimensione, creando un senso di immersività impossibile attraverso la rappresentazione puramente scenica. La sfida è quindi usare il video non come scelta estetica o puramente tecnica, ma come necessità sostanziale.
Abbiamo la stessa convinzione di Calvino: le fiabe sono vere. Sono l’insieme delle vicende e delle prove da affrontare per diventare maturi in un mondo diviso tra ricchi e poveri, tra potenti e gente comune, oppressi e oppressori. E sono il racconto della presa di coscienza che per liberarci ed autodeterminarci, per crescere insomma, abbiamo bisogno degli altri.

QUA IL LINK PER L’ACQUISTO DEL TICKET PER LA FINTA NONNA


Whatever Happens in a Screen Stays di CHIARA TAVIANI.Presso: Teatro Misericordia Virtuale

Whatever Happens in a Screen Stays…
– S T R E A M I N G –
Visibile dal 22 novembre 2021, ore 18.00 |  al 29 novembre 2021, ore 01.59
– Acquistabile fino al 28 novembre 2021 –

Whatever happens in a screen stays in a screen
Realizzazione di Chiara Tavianicon Ambra Chiarello, Lorenzo De Simone, Marco Quaglia, Giselda Ranieri, Simone Previdi, Natalia Vallebona e Simone Zambelli
e con la gentile partecipazione di Francesco Montagna, Maura Teofili e Sofia Naglieri
Realizzato interamente con musiche ed immagini libere da copyright

Whatever happens in a screen stays in a screen è un medio metraggio realizzato grazie all’uso del Blue Screen. Il progetto esplora le possibilità di modificazione dell’immagine tramite la variazione del background. Inserendo una figura viva all’interno di un’immagine fissa creiamo una variazione di percezione ed una nuova possibilità di lettura.

QUA IL LINK PER ACQUISTO TICKET “WHATEVER HAPPENS”


MARA OSCAR CASSIANI/ I am dancing in a roomPresso: Armunia Teatro Virtuale

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MARA OSCAR CASSIANI I am dancing in a room Presso: Armunia Teatro Virtuale

28 novembre ore 180 Armunia Teatro Virtuale
diretta live-streaming durata 45 minuti

Ispirato nel titolo alla masterpiece sonora di Alvin Lucier “I Am Sitting In A Room”, in cui l’autore osserva il decomporsi della traccia sonora man mano che essa viene ripetuta a loop in una stanza., allo stesso modo “I Am Dancing In A Room” medita sull’eterno riverberarsi dei gesti in rete, da una stanza all’altra degli utenti, uniti esclusivamente dalla persistenza della stessa coreografia.

QUA IL LINK ALL’ACQUISTO DEL TICKET DI I AM DANCING..


Dealing with absence Presso: Teatro di Anghiari Virtuale

Dealing with Absence

Dealing with Absence

– S T R E A M I N G –
Visibile dal 22 novembre 2021, ore 19.00 |  al 28 novembre 2021, ore 23.30– Acquistabile fino al 28 novembre 2021 –

Di Margherita Landi, Agnese Lanza
Concept e coreografia: Margherita Landi, Agnese Lanza
Concept VR e regia VR: Margherita Landi
Danzatrici: Lucrezia Gabrieli, Francesca Santamaria, Cora Gasparotti.
Produzione: Gold Enterprice, con il sostegno di Residenze Digitali

Un processo di delivery coreografico. I visori VR, arrivano direttamente a casa del danzatore che può fruire dei contenuti d’ispirazione cinematografica sul tema dell’assenza. Instagram è il nostro diario di lavoro e sala prove: qui abbiamo selezionato i danzatori e condiviso la ricerca.

QUA IL LINK PER ACQUISTO TICKET


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18 novembre: Bookcity Università 2021. La Statale presenta la Milano University Press
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Il 18 novembre alle 18 la presentazione della Milano University press aprirà la serie di eventi di Bookcity Università.Qui trovate la notizia e le informazioni per l’iscrizione all’evento che può essere visto anche online.https://lastatalenews.unimi.it/bookcity-universita-2021-statale-presenta-sua-milano-university-pressLa Milano University press raccoglie il patrimonio delle 53 riviste open access diamond dell’Ateneo e da quest’anno anche i volumi prodotti dai nostri ricercatori e dalle nostre ricercatrici. Anche per i libri vale quel principio di apertura per gli autori e per i lettori che ha sempre caratterizzato la piattaforma di riviste.

Libera e senza barriere: l’Università editore di saperi” è il titolo dell’evento di apertura di Bookcity Università alla Statale 2021, il palinsesto di 65 eventi con cui l’Ateneo aderisce, come da tradizione, a Bookcity Milano18 novembre, ore 18, Aula Magna (via Festa del Perdono 7) e in diretta sul canale YouTube @UnimiVideo.

L’incontro sarà l’occasione per presentare alla città la Milano University Press, la casa editrice dell’Università Statale di Milano, nata nel 2021 dalla vocazione interdisciplinare di un grande Ateneo generalista, che si fa editore di un sapere declinato al plurale e aperto, secondo i principi dell’Open Science e dell’Open Access.

Scienza Aperta, ruolo imprescindibile delle università, dell’editoria e del giornalismo nella disseminazione di un sapere ontologicamente corale e partecipato sono alcuni dei temi al centro dell’incontro a cui parteciperanno il rettore Elio FranziniMarina Carini, prorettrice alla Terza missione, attività culturali e impatto sociale, Emilia Perassi, coordinatrice della Commissione d’Ateneo per l’Open Access, Lodovica Braida, presidente del Centro APICE, Andrea Angiolini, direttore editoriale e segretario de Il Mulino, Giovanni Caprara, giornalista del “Corriere della Sera”, e Piero Colaprico, scrittore e giornalista.

Altrettanto plurale è la partecipazione dell’Ateneo a Bookcity 2021, che anche per questa decima edizione si conferma tra i principali protagonisti dell’evento, accanto a teatri, biblioteche, auditorium e librerie dove si tornerà a pensare a quel che sarà il dopofil rouge dell’edizione 2021 – dopo pandemia, dopo lockdown, dopo campagna vaccinale, dopo riapertura – attingendo ancora una volta alla capacità della parola e del racconto di parlare al presente e immaginare il futuro.

Antropologia, digitalizzazione, PNRR, storiapolitica, responsabilità sociale, leadership al femminile ed eretiche medievali, donne e mafia, sanità post Covid-19migrazioni e diritti umani, il futuro dell’Africa, storia dell’editoria sono solo alcuni dei temi degli eventi in programma (in presenza, presenza|online e solo online). Tutti gli eventi sono a ingresso libero e gratuito, con iscrizione online.

Maggiori dettagli su programmi e modalità di partecipazione sul sito Bookcity Università 2021 alla Statale. Si può seguire l’iniziativa anche sui canali FacebookTwitter e Instagram d’Ateneo, hashtag #BCMUniversita #bookcityallastatale.

GAME OVER • CALL FOR IDEAS (5.0)
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L’Associazione VILLAM con Arshake. Reinventing Technology lancia una open call per giovani makers (under 35) che vogliano partecipare ad una grande operazione artistica con la possibilità di sperimentare le loro idee innovative in ambito di robotica, ricerca dati, droni, nano-scienza, riciclaggio (o altro) con una residenza a Città della Pieve, in dialogo e in collaborazione con l’azienda Quinto Sapore (Città della Pieve) dove Alessandro Giuggioli, suo fondatore, è impegnato da diversi anni nella ricerca di tecniche agricole sperimentali e biodinamiche e custode di semi antichi per il CNR di Perugia.

INTRODUZIONE ALL’INIZIATIVA

Si parte dalla base terra, in senso metaforico ma anche materiale. Quintosapore diventa il teatro di  un’operazione transdisciplinare che oscilla tra le pratiche più radicali dell’agricoltura e le tecnologie più avanzate. L’operazione artistica che coinvolge i giovani makers attraverso la call è parte di Game Over-Future C(o)ulture, ideato e promosso da VILLAM e realizzato con Arshake,
finalizzato alla ricerca e allo studio di nuove “entità culturali”, persone, oggetti o ricerche provenienti da diversi ambiti disciplinari (i.e. fisica, bio-robotica, AI, agricoltura, medicina) e al loro traghettamento nel mondo dell’arte. Si tratta di un gesto che va oltre il semplice dialogo interdisciplinare e diventa piuttosto radicale: un vero e proprio ‘trapianto’ di ambiti di ricerca indirizzato alla predisposizione di future c(o)ulture, dove la “creatività” corrisponde ad “invenzione” ed “invenzione” corrisponde a contribuire ad una trasformazione. Una scintilla, un segnale di mutazione genetica, un cambio di direzione, un cortocircuito. Un’energia diversa che sia il segnale di un cambiamento in atto e che possa costituire nuova linfa vitale per il sistema della Cultura.

In giovani selezionati saranno invitati in residenza a Città della Pieve, e saranno parte di una grande operazione artistica indirizzata ad un progetto di ricostruzione.

I giovani makers selezionati porranno le basi delle loro idee in loco, durante la residenza, e entreranno a far parte di una squadra inter-disciplinare che si impegnerà a concretizzare le idee messe in gioco con il supporto di aziende e istituzioni man mano indentificate sulla base dei singoli progetti. Si impegneranno anche a restituire in varie forme l’esperienza del contatto con la terra,  del lavoro agricolo, ma anche del territorio dove si trova l’azienda, che avranno modo di seguire durante il periodo di residenza.

OBIETTIVI
  1. Costruire un’operazione che contribuisca alla ricostruzione
  2. Impostare progetti futuribili di modelli replicabili e sostenibili in continuità tra campagna e città.
  3. Trasformare tutto il lavoro di messa in campo delle sperimentazioni tecniche e tecnologiche in micro-modelli di rieducazione per ritrovare consapevolezza tra individuo, società ed ecosistema.
  4. Ritrovare, nel corso dei progetti, il valore della cultura locale da rilanciare in uno scambio internazionale sul scala globale
CHI STIAMO CERCANDO IN PARTICOLARE?

Eccellenze della nuova generazione che vogliano concorrere ad idee per l’applicazione di tecniche analogiche e tecnologie per far fronte a questioni legate a ristabilire un equilibrio ecologico su tutti i piani, da quello climatico a quello socio-economico. Tutto partendo dalla terra.

Sono accolti anche progetti di collettivi, università e aziende purché rappresentati da un giovane under 35.

QUALI TIPI DI PROGETTO?

Sistemi di protezione delle coltivazioni da condizioni climatiche sfavorevoli, applicazioni di AI per lo studio sperimentare di policolture, applicazioni robotiche per lo studio dei terreni, tecnologie sostitutive per l’impollinazione, sono solo alcuni esempi.

Sono valutati favorevolmente anche progetti che non siano direttamente indirizzati all’agricoltura dal punto di vista tecnico, ma che possano ricostruire un contatto con la terra da proiettare in progetti-modello replicabili nelle pianificazioni di riqualificazione urbana.

SEZIONI:
  • Robotica e droni
  • Ricerca dati e AI
  • Nanotecnologie
  • Riciclaggio e design con bio – materiali
  • Altro

Alla selezione dei lavori contribuirà una giuria di esperti italiani, tutti attivi su scala globale, tutti radicati in una formazione umanistica ma da molto tempo impegnati ad indagare ambiti interdisciplinari tra arte, scienza, ecologia e tecnologia.

GIURIA:

Pier Luigi Capucci (Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Presidente di Noema);
Valentino Catricalà (Curatore Soda Gallery presso l’Università di Manchester e curatore Maker Art Fair);
Alex Giordano (Università Federico II. Fondatore di Rural Hub e Rural Hack );
Salvatore Iaconesi e Oriana Persico (artisti, attivisti e teorici. Fondazione Nuovo Abitare),
Fiorino Pietro Iantorno (Direttore Santa Chiara Lab. Università di Siena);
Antonello Tolve (Accademia di Belle Arti di Urbino. Critico d’arte e Direttore Fondazione Menna);
Stefano Velotti (Professore di Filosofia (Estetica) presso l’Università la Sapienza).

TEMPISTICHE E STRUTTURA DELL’INIZIATIVA

L’avvio del periodo di residenza è previsto per l’autunno 2022 – 23. Il periodo preciso andrà concordato anche sulla base delle diverse esigenze tecniche del progetto proposto.

Durante le residenze saranno organizzati incontri e workshop, coinvolgendo anche figure senior (selezionati man mano sulla base della tipologia di idee e progetti proposti) per inserire i progetti individuali all’interno di un progetto comune.

https://www.arshake.com/game-over/game-over-call-for-ideas-5-0/
COSA RICEVONO I VINCITORI:

I residenti riceveranno alloggio a Città della Pieve e un rimborso spese.

Saranno inoltre seguiti da figure senior durante tutto il soggiorno, oltre alla partecipazione gratuita agli workshop che saranno organizzati durante l’intero periodo.

COSA FARE PER PARTECIPARE

Inviare all’indirizzo: callforideas5.0@gmail.com i materiali qui di seguito elencati:

  • dati anagrafici
  • lettera motivazionale
  • Curriculum Vitae
  • progetti rilevanti per la call (facoltativo)

La lingua è italiano e inglese. I documenti devono essere inviati in formato pdf (massimo 10 MB. No wentransfer).

DEADLINE

Le candidature dovranno pervenire entro e non oltre il 15 gennaio 2022.

Per informazioni: info.callforideas@gmail.com

Call of ideas 5.0 è la prima di una serie di call che saranno lanciate nell’arco dei prossimi tre anni ed è parte del progetto GAME OVER. Future C(o)ulture, curato da Anita Calà e Elena Giulia Rossi, proposto e promosso da VILLAM e realizzato con Arshake (www.arshake.com)

La settimana delle Residenze Digitali 22-28 novembre. Il programma.
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Residenze Digitali – Edizione 2021

La seconda edizione di Residenze Digitali, il progetto promosso dal Centro di Residenze della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt) in partenariato con AMATAnghiari Dance HubATCL Lazio per Spazio Rossellini, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto-Teatro Dimora di MondainoLa Corte Ospitale), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova e ZONA K di Milano, seleziona 7 progetti che vengono seguiti per sette mesi dalle strutture partner e dalle tre tutor, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti e Laura Gemini. Al termine del percorso, i progetti hanno un momento di emersione e confronto con i pubblici all’interno de La Settimana delle Residenze Digitali, dal 22 al 28 novembre 2021.

QUA IL LINK ALLA BIGLIETTERIA

https://www.liveticket.it/residenzedigitali

Lorenzo Montanini, Simona Di Maio, Isabel Albertini
Into The Woods – la finta nonna
Da lunedì 22 a domenica 28 novembre, un episodio al giorno, ore 16:00
Durata: 10 min a episodio
progetto per le nuove generazioni, dai 7 anni in su
Into the woods è un dispositivo narrativo che coniuga riprese, teatro e video 360˚, realizzato a partire da una delle “Fiabe Italiane” di Italo Calvino, “La finta nonna”. Una bambina deve attraversare il bosco oscuro e sconosciuto, lottando per salvarsi da un’orca. Ce la farà?

Chiara Taviani
Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen
Da lunedì 22 a domenica 28 novembre, un episodio al giorno, ore 18:00
Durata: 8 min a episodio
“Whatever happens in a screen stays in a screen”è un medio metraggio episodico realizzato grazie all’uso del Blue Screen. Il progetto esplora le nuove possibilità di lettura di un’immagine fissa nel momento in cui si inserisce al suo interno una figura viva, variandone la percezione.


Margherita Landi e Agnese Lanza

Dealing with Absence
Lunedi 22 novembre, ore 21:00
Durata: 20 min
Un processo di delivery coreografico. I visori VR arrivano direttamente a casa del danzatore che può fruire dei contenuti d’ispirazione cinematografica sul tema dell’assenza. Nel momento di emersione all’interno della Settimana delle Residenze Digitali troveremo solitudini collegate, una coreografia “istantanea” che passa da una danzatrice all’altra creando una nuova comunità, che si costruisce attraverso canali che escludono la presenza fisica ma che attraverso la tecnologia trova una forma poetica.


fuse*

Sàl /Rite
studio 0.2
Martedì 23 novembre, ore 20:30
Durata: 75 min
Una sessione live di meditazione guidata online, in cui i tracciati neurofisiologici dei partecipanti vengono raccolti in tempo reale e generano una scultura di dati. Al termine della sessione, il partecipante sarà accompagnato in un momento di rielaborazione rispetto all’esperienza appena vissuta, attraverso domande volte all’analisi delle proprie percezioni ed emozioni.
Sàl | Rite è uno dei piani lungo i quali si articola Sál (“anima” in islandese), progetto che si concentra sulle esperienze al limite della percezione, durante le quali la mente ordinaria sembra dissolversi in una dimensione radicalmente differente.

Talk di approfondimento
“La realtà come relazione: Sàl | Studio 0.2”
Mercoledì 24 novembre, ore 18:00 (accesso libero) sui canali social di Armunia e La Corte Ospitale
fuse* dialoga con Roberto Ferrari, istruttore di mindfulness, e Sergio Bertolucci, scienziato, fisico delle particelle ed ex direttore della Ricerca al CERN di Ginevra.

Jan Voxel (Lorenzo Belardinelli, Cinzia Pietribiasi e Lidia Zanelli)
Olga legge i critters
estratto dal progetto “The critters room”
Mercoledì 24 novembre, ore 21:00
Durata: 30 min
Podcast estratto da “The critters room”, ambiente reale e virtuale in cui sperimentare la presenza “dei mostri e dei fantasmi dell’Antropocene”, dove convivono molteplicità di connessioni e compresenze tra artisti, dati, attivisti, hardware, scienziati, pollini. Protagonisti del progetto sono le polveri sottili, PM10, misurate da centraline auto-costruite e di libero accesso, e i vetrini da microscopio, esposti all’aria con pratica performativa, catalogati e micro-fotografati.
Talk di approfondimento
“Dust and data: cosa sappiamo delle polveri sottili”
Martedì 23 novembre, ore 19:00 (accesso libero) sul canale YouTube e sui canali social di Jan Voxel e AMAT
Jan Voxel dialoga con Marco Cervino, ricercatore presso l’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima, CNR-ISAC di Bologna
“Occuparsi dell’aria: l’attivismo ambientale nell’Antropocene”
Giovedì 25 novembre, ore 19:00 (accesso libero) sul canale YouTube e sui canali social di Jan Voxel e AMAT
Jan Voxel dialoga con Roberto Cardarelli, attivista di Casa Bettola, Reggio Emilia

Giacomo Lilliù, Lapis Niger, Collettivo ØNAR
WOE – Westage of Events
Venerdì 26 e sabato 27 novembre, ore 18:30
Durata: 40 min
Performance in realtà virtuale, liberamente ispirata dal graphic novel “The Cage” di M. Vaughn-James: un tour attraverso rovine poligonali, reperti digitali e contenuti dell’inconscio collettivo che si trasfigurano in un paesaggio alieno, perturbante, da ri-conoscere sotto un sole elettrico.


Mara Oscar Cassiani

I Am Dancing in a Room _ La Fauna 2k21
Domenica 28 novembre, ore 18:00
Durata: 45 min
Vi è mai capitato di fare scroll down per ore entrando in tantissime room private?
La performance digitale medita sull’eterno riverberarsi del linguaggio della gestualità di rete, da una room all’altra, di webcam in webcam, su una costellazione di utenti uniti dalla persistenza della stessa micro coreografia contratta e dalla sinestesia del senso di vicinanza permesso dallo schermo, ricordandoci come possiamo essere nella stanza di qualcuno senza esserci mai stati.
Talk di approfondimento
“I am dancing in a room, La Fauna 2k21; Wi-Fi performance, memestetica e Tik Tok liveness”
Venerdì 26 novembre, ore 21:00 (accesso libero) sul canale YouTube e sui canali social di Teatro della Tosse
Mara Oscar Cassiani dialoga con Kamilia Kard, docente di multimedia e nuove tecnologie dell’arte presso le Accademie di Brera e Carrara, ricercatrice e artista digitale, e con Valentina Tanni, storica dell’arte, curatrice, teorica della iconografia di rete e docente.

In libreria SCENOGRAFE. Storia della scenografia femminile dal Novecento a oggi di Anna Maria Monteverdi
1500

SCENOGRAFE-

d Anna Maria Monteverdi

Ricerche 56 | novembre 2021 | prezzo: 24 euro | pagine 192 | ISBN: 9788875275105

https://www.audinoeditore.it/

Book trailer a cura di SImone Cannata

Chi ha progettato il palco dell’ultimo spettacolare tour degli U2? E la memorabile scena dei Troyens da chi è stata costruita? La firma è di Es Devlin, star del design degli eventi artistici dal vivo, oggi il “nome” da mettere in primo piano sui cartelloni di scena del National Theatre, della Scala o del Covent Garden. E con lei Marta Eguilior, l’enfant terrible dell’opera, e molte altre: a partire da Natal’ja Gončarova e Alexandra Exter. Per la prima volta Scenografe traccia una storia della scenografia tutta al femminile, dal Novecento a oggi. Perché se un tempo quello dello scenografo era considerato un mestiere prettamente maschile, si sta affermando una nuova generazione di artiste che non solo rivendica ma occupa posizioni di sempre maggiore rilievo in un mestiere (tecnico, direttivo e progettuale) falsamente ritenuto appannaggio di uomini. Il libro percorre la parabola crescente di queste artiste e, partendo da alcune figure chiave delle avanguardie, del musical, dello show design, dell’opera lirica, riflette sui rapporti tra architettura e scenografia e tra scenografia e installazione, senza dimenticare le espressioni dell’attivismo LGBT, per finire con l’ecoscenografia e i nuovi biomateriali. Una storia che punta a travalicare i confini dei manuali accademici e vuole essere un ringraziamento e un riconoscimento all’attività di molte artiste rimaste, incomprensibilmente, invisibili.

Anna Maria Monteverdi, esperta di Digital Performance, è ricercatore di Storia del teatro all’Università statale di Milano e docente aggregato di Storia della scenografia. Ha pubblicato: Leggere uno spettacolo multimediale (Dino Audino editore, 2020), Memoria, maschera e macchina nel teatro di Robert Lepage (Meltemi Editore, 2018), Nuovi media, nuovo teatro  (FrancoAngeli, 2011), Rimediando il teatro con le ombre, le macchine, i new media (Edizioni Giacché, 2014) e, con Andrea Balzola, Le arti multimediali digitali (Garzanti, 2004).

La settimana delle RESIDENZE DIGITALI 2021 (22-28 novembre)
1499

La Settimana delle Residenze Digitali

Sette restituzioni, approfondimenti, esplorazioni inedite e processi in continuo divenire: dal 22 al 28 novembre prende forma la seconda edizione de La Settimana delle Residenze Digitali

QUA il programma: www.residenzedigitali.it✨

Acquista i titoli d’accesso: www.liveticket.it/residenzedigitalicon i progetti di Montanini / Di Maio / Albertini, Mara Oscar Cassiani, Chiara Taviani, Landi / Lanza, Jan Voxel Digital Art, fuse*, Lilliù / Niger / Collettivo ØNAR / MALTE – Musica Arte Letteratura Teatro Etc.Un progetto del Centro di Residenza della Toscana (Armunia, CapoTrave/Kilowatt) in partenariato con AMAT, Anghiari Dance Hub, ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini, Centro di Residenza dell’Emilia Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora, La Corte Ospitale – Teatro Herberia) Fondazione Luzzati Teatro della Tosse e ZONA K#K21#residenzedigitali